[Mi] Quando due scarabocchi con vernice spray diventano peggio di un mare di cromo esavalente

14/12/2011 - 09:30
14/12/2011 - 12:00

Riceviamo e diffondiamo l'invito per:

Il 14 dicembre, presso il tribunale di Milano
, si terrà il processo contro un compagno accusato di aver insudiciato un'insegna stradale che porta il nome del defunto Marco Biagi durante un presidio di solidarietà con i compagni arrestati il 12 febbraio 2007. Alcuni di loro sono tuttora in carcere a Siano Catanzaro.
 
COME COMPAGNI E COMPAGNE PER LA COSTRUZIONE DEL SOCCORSO ROSSO IN ITALIA esprimiamo la nostra solidarietà al compagno e
 
INVITIAMO A PARTECIPARE ALL'UDIENZA a partire dalle ore 9.30


QUANDO DUE SCARABOCCHI CON VERNICE SPRAY
DIVENTANO PEGGIO DI UN MARE DI CROMO ESAVALENTE


Giugno 2009: dopo un presidio internazionale a Milano, in solidarietà ai compagni arrestati nel febbraio 2007, ai quali vennero inflitte pene gravosissime, un manifestante beccò una denuncia perché venne insudiciata una insegna stradale, che porta il nome del defunto Marco Biagi.

La “querelle” sembrò risibile, destinata a condividere il futuro delle bolle di sapone. Invece no, un solerte magistrato volle punire l’infame deturpatore in modo esemplare.
Processato in contumacia, venne condannato ad un anno di gabbia, senza condizionale, per imbrattamento trasformato in danneggiamento aggravato, con recidiva.
Al processo gli interventi del “difensore” vennero sostanzialmente zittiti dal giudice, che ammaestrato dalle certezze ben confuse del teste, stigmatizzò il compagno come barbaro autore dello scarabocchio e di altri terribili vandalismi (?).
Già, perché se il teste è uno sbirro, la sua parola pesa quanto una montagna, anche quando all’”originale” (carabiniere “Lecchini”) si aggiunge un improvvisato poliziotto con delirio di onniscienza.
Il ricorso in appello venne depositato il 16 settembre 2011, un mese dopo erano già stati designati data e luogo dell’appello: 14/12/2011, c/o Tribunale di Milano. Tribunale che abbiamo già visto sgambettare con la regia di una “toga rossa” (ma di vergogna), tale Boccassini, per massacrare i compagni del 12 febbraio 2007.
Come il Tribunale di Venezia è stato violato dai ratti di chiavica, forse quello di Milano è stato gettato nello scompiglio dalle scorribande di orde di pidocchi. Solo questo potrebbe motivare i pruriti che hanno indotto ‘sti magistrati’, colti da scraposi, a inedito zelo.
Nel vicentino i padroni della Tricom (cromature) hanno fatto morire 14 operai di cancro e avvelenati il sottosuolo e le falde per chilometri, fino al mare: sono stati tutti assolti in un recente processo.
In ogni caso tanto laborioso accanimento non ci piace, non ci piace nulla della giustizia di Stato, non l’accettiamo; ma essendo costretti ad averci a che fare, e tentando di giungere a tempi migliori, paghiamo per ora la repressione con collaudata saggezza: ad azioni di merda risposte di merda!




Compagne e Compagni del Tuttinpiedi
Ven, 02/12/2011 – 14:06
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