Migranti - Rastrellamenti a Ventimiglia, deportazioni da Caselle e 3 solidali arrestati a Malpensa

La notte del 23 agosto le forze dell'ordine hanno rastrellato per le strade di Ventimiglia 40 persone provenienti dal Sudan, procedendo a una deportazione lampo con un volo Egypt Air in partenza la mattina successiva da Torino-Casellle. Appena appresa la notizia, alcuni solidali hanno messo in atto una protesta arrampicandosi e stendendo uno striscione su una torre dell'aeroporto di Malpensa, dal quale inizialmente si pensava dovesse partire il volo. I tre compagni sono stati portati in questura e successivamente in carcere con l'accusa di resistenza a pubblico ufficiale. L'udienza di convalida si terrà giovedì 25 agosto alle ore 11 presso il tribunale di Milano.

Segue un comunicato inviatoci da No Borders Torino:


LA VERITA’ ASSASSINA DELL’ EUROPA

Lo stato italiano sta imprimendo una forte accelerazione ai piani di gestione della migrazione in corso dall’Africa. L’obiettivo dichiarato è quello di impedire alle persone in fuga da guerra, persecuzione politica e miseria di raggiungere l’Europa. E di rimandare indietro con la forza chiunque, già nel nostro continente, non si sottometta alla schiavitù che viene imposta, altrimenti nota come le regole dell’accoglienza: non poter decidere dove vivere, essere privato della dignità e della libertà personale, lavorare gratuitamente.

Oggi un volo Egyptian Air era pronto a deportare circa 100 persone dall’aeroporto di Milano Malpensa a Khartum, Sudan, facendo scalo al Cairo, nonostante non esistano accordi ufficiali fra lo stato italiano e quello sudanese per i rimpatri diretti. Per reagire a tutto ciò nell’aeroporto di Malpensa tre solidali si sono arrampicati su una torretta, senza invadere la pista, per protestare e cercare di guadagnare tempo.

Ma il meccanismo micidiale non si è fermato e l’Italia è complice di una deportazione di massa che condanna quarantotto sudanesi all’annientamento di ogni speranza di vita. Poco prima della partenza si è scoperto, infatti, che il volo non sarebbe partito dall’aeroporto di Malpensa, ma bensì da quello di Torino con a bordo una quarantina di sudanesi presi a Ventimiglia ieri sera. Questo schifoso meccanismo continua a rimescolare le sue carte perché vuole rimanere nascosto agli occhi di tutti.
Hanno paura delle proteste e vogliono solo silenzio su quello che fanno.

Ogni mese che passa l’Europa dei diritti mostra quanto sia evidente la propria contraddizione: da un lato ipocriti proclami umanitari, dall’altro la realtà dei rastrellamenti, dei centri di reclusione, delle deportazioni. I governanti dei paesi democratici non si fanno scrupoli a stringere accordi con i peggiori dittatori e assassini affidando a loro il lavoro sporco di eliminare quelle vite indesiderate. Ma quando questi accordi ancora non ci sono, nemmeno la stessa legge conta più pur di cominciare l’operazione di pulizia. Così oggi partirà un aereo che illegalmente rimpatrierà quarantotto persone in Sudan, il paese governato dal generale Al Bashir, al potere dal colpo di stato del 1989, che dal 2003 sostiene il genocidio dei gruppi tribali del Darfur, nel nord ovest del paese, e ha già causato 400.000 morti e 2,5 milioni di profughi.

L’Italia è tra i promotori e gli ispiratori del Migration Compact, il progetto di legge che esternalizzerà le frontiere europee facendole gestire direttamente ai paesi africani dai quali i migranti vogliono scappare. La stampa sudanese riporta incontri fra Gabrielli, il capo della polizia italiana, e il suo omologo a Khartum, oltre alla presenza di una delegazione del ministero dell’interno sudanese presso l’ambasciata di Roma per facilitare il rilascio dei documenti per il rimpatrio di cittadini sudanesi sul territorio italiano. Oggi è solo l’inizio di quella che il capo della polizia ha definito come un’operazione di “alleggerimento”. L’alleggerimento democratico significa rimandare le persone incontro alla fame, alla guerra o alla morte da cui stavano cercando di fuggire. Le operazioni vengono fatte in silenzio e di nascosto, per cercare di togliere dagli occhi dei bravi cittadini le menzogne e il sangue su cui si regge l’Europa.

Non è solo alle frontiere che quella che viene definita un’emergenza si rivela come una vera e propria guerra che gli Stati muovono ai migranti. I confini e i dispositivi di repressione attraversano tutto il paese. Sono le stazioni che diventano accampamenti militarizzati e gli aeroporti dove a pochi passi dai turisti che si preparano alle loro vacanze centinaia di uomini vanno incontro alla deportazione, ed è il momento di scegliere da che parte stare.

STOP DEPORTATION!


Mer, 24/08/2016 – 23:42
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