Non studi? … allora ti droghiamo
Nelle scuole italiane in questi anni stanno sperimentando un farmaco, il Ritalin, già diffusissimo negli USA, da somministrare ai bambini troppo irrequieti che secondo alcuni medici soffrono di ADHD, malattia mentale che sarebbe caratterizzata da iperattività e disturbo dell’attenzione. Fino al marzo del 2003 la farmacopea (elenco ufficiale in cui sono registrati i nomi di tutti i preparati medicinali in uso) classificava il Ritalin come stupefacente alla pari della cocaina, degli oppiacei, o dell’eroina. Da quella data compare invece insieme agli psicofarmaci.
Non si capisce il perché, visto che addirittura in uno studio della DEA (ente governativo USA) si legge: “All’uso prolungato di metilfenidato (cioè di ritalin) sono stati associati episodi psicotici, illusioni paranoiche, allucinazioni e comportamenti anomali, simili alla tipica tossicità delle anfetamine. Sono state riportate gravi conseguenze fisiche e la possibilità di morte”; e continua: “Anche senza abusi di somministrazione, gli effetti collaterali includono: cambiamenti di pressione sanguigna, angina pectoris (diminuzione transitoria del flusso di sangue e, quindi, di ossigeno nel cuore) e perdita di peso. Durante la fase di astinenza c’è la possibilità di suicidio”.
In Italia l’Istituto “E. Medea” di Lecco, in collaborazione con l’Istituto Superiore di Sanità, dal 2002 al 2004 promosse un’indagine chiamata “Progetto Prisma” (“Progetto italiano salute mentale adolescenti”), nelle scuole medie inferiori di sei città campione: Milano, Lecco, Rimini, Pisa, Roma e Cagliari. L’obiettivo era quello di accertare la diffusione del presunto “Deficit di attenzione e iperattività” utilizzando un questionario, che fu inviato ai genitori di circa cinquemila ragazzi compresi tra i 10 e i 14 anni. Nel test a risposte multiple si chiede se il bambino compie errori di negligenza, se è stato visto agitarsi con le mani o i piedi o dimenarsi sulla sedia; se quando gli si parla non sembra ascoltare, se corre, si arrampica o parla eccessivamente o se risponde precipitosamente prima ancora che la domanda sia stata formulata interamente. Caratteristiche queste presenti in quasi tutti i bambini, e che spesso corrispondono a capacità intellettive superiori alla media, a spiccata creatività e abilità motoria.
Ma i progetti, per i bambini, non finiscono qui: l’ultima trovata si chiama progetto “Vision School” che partirà il 1° Ottobre 2005 per le scuole del XIII° Municipio di Roma. L’idea nasce sulla base di quanto già emanato dal Ministero della Pubblica Istruzione e dagli enti collegati al tema della dispersione scolastica. Il progetto, che verrà supportato da un sito internet apposito (PortalNet)
prevede un servizio di segnalazione automatica ed in tempo reale ai genitori ( con un SMS o un email) di ciascuna assenza da scuola riscontrata dagli alunni scelti dalla scuola. Il periodo di sperimentazione previsto è di 3 mesi e terminerà pertanto il 31 Dicembre 2005 salvo eventuali proroghe che verranno concesse in relazione al successo dell’iniziativa.
Questo non è che l’ultimo tassello del mosaico scuola, sempre più proteso all’indottrinamento dei propri schiavi e alla repressione di chi già da piccolo non sottostà alle regole del gioco. Regole che hanno lo scopo di addomesticare e lasciare poco spazio alla libera creatività. La scuola diviene, quindi, strumento privilegiato dalle istituzioni per incominciare ad appropriarsi delle nostre vite. A questo punto si capisce come sia superficiale parlare di una riforma della scuola e come, invece, sia impellente una descolarizzazione della società, affinché si ponga fine all’appiattimento e alla distruzione degli istinti infantili. Istinti cari ad ogni amante della libertà perché dietro le loro grida si potrebbe celare un autentico rifiuto dell’autorità.
Ateneo Libertario – spazio anarchico, Napoli
Fonte: ateneolibertario | noritalin.noblogs.org
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