"Pattuglioni di esercito e polizia" il piano di La Russa per le città

fonte repubblica

Maroni al pacchetto Quirinale per illustrare il pacchetto sicurezza
Napolitano cauto in particolare sul reato d'immigrazione clandestina

Il Viminale: non c'è emergenza romeni. Per i rom commissario anche a Napoli

ROMA - Maroni, da ministro dell'Interno, sale per la prima volta al Quirinale per esporre le linee guida del pacchetto sicurezza. Un decreto e più disegni di legge. Dentro, nella sezione d'urgenza, c'è anche il reato d'immigrazione clandestina. Napolitano non entra nel merito, saranno semmai gli uffici tecnici a farlo, quando il Colle dovrà decidere se sono sufficienti gli estremi per controfirmarlo e valutarne i requisiti di effettiva necessità e fretta. Ma il presidente, con un implicito valore di freno, ricorda al titolare del Viminale e al sottosegretario Mantovano che lo accompagna che quei vincoli debbono essere comunque e sempre rispettati, soprattutto per un nuovo reato di forte impatto e con delicati profili di costituzionalità che necessita di un'ampia discussione parlamentare. Il nuovo reato d'immigrazione sarebbe il meno adatto a finire nel decreto ed essere discusso quando viene già applicato e la gente può essere arrestata.

Oggi Maroni, col Guardasigilli Alfano, tornerà a palazzo Chigi da Berlusconi per chiudere la manovra anticrimine dopo averne discusso con i colleghi degli Esteri Frattini, delle Politiche comunitarie Ronchi, della Difesa La Russa. Quest'ultimo ha annunciato ieri un'altra novità: le pattuglie di quartiere al posto del solitario poliziotto di quartiere. Squadre composte da cinque persone, un vigile urbano, un agente di polizia, un carabiniere, un finanziere e anche un militare dell'Esercito tra quelli attualmente in esubero. "Semplicemente con la loro divisa faranno opera di deterrenza e prevenzione e faranno vedere che lo Stato c'è".

Prima di chiudere i testi per il consiglio dei ministri di Napoli, Maroni sta cercando il massimo consenso. Incontri con il presidente dell'Anci e sindaco di Firenze Domenici, con i rappresentanti delle Regioni, con i sindacati, ma soprattutto con il ministro degli Interni rumeno David e con l'ambasciatore libico Gaddur. Al primo Maroni conferma che i sindaci avranno i poteri per emettere ordinanze sulla sicurezza municipale che già il suo predecessore Amato aveva promesso. Con David il confronto è lungo e sortisce alla fine il ripristino della task force di 15 poliziotti rumeni che lavoreranno a gomito con gli italiani, ma anche una commissione paritetica per risolvere una volta per tutte le questioni interpretative sulla direttiva Ue che regola la circolazione dei cittadini comunitari. L'Italia pretende una lettura restrittiva, i rumeni no. Ma Maroni, per evitare uno scontro diplomatico, ci tiene a ribadire che "nell'emergenza sicurezza non esiste in Italia una sotto emergenza Romania". E ancora: "Non ci saranno espulsioni di massa. La responsabilità penale è personale, e solo chi delinque, da qualsiasi paese venga, viene punito". Con i libici tutto fila liscio e il rappresentante di Gheddafi promette che al più presto partirà l'accordo per il pattugliamento congiunto nelle acque territoriali libiche.

Restano le altre misure anti immigrazione, a cominciare dai commissari per l'emergenza rom. Dopo quello di Milano, ce ne saranno altri anche a Roma e Napoli, Torino si è messa in lista. È certa, per gli extracomunitari, la stretta sui visti d'ingresso turistici oltre i tre mesi, sui ricongiungimenti familiari (ma senza l'esame del Dna), sui Cpt in cui la permanenza passerà dagli attuali due a sei mesi. Infine, per i comunitari, il rigido rispetto della direttiva Ue: reddito minimo, assicurazione sanitaria, prova a carico dell'interessato della permanenza in Italia da meno di tre mesi.

(16 maggio 2008)

Ven, 16/05/2008 – 14:10
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