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da liberazione.it
Ieri, a Genova, incidente probatorio per l'agente accusato di essersi auto-accoltellato
Omicidio Giuliani, il gip deciderà oggi se ci sarà un processo
Checchino Antonini
Genova 2001 torna alla ribalta delle cronache giudiziarie grazie alla successione tra ieri e oggi di due episodi cruciali. Si è svolta ieri, infatti, la prima udienza dell'incidente probatorio sul presunto auto-accoltellamento alla Diaz dell'agente scelto Massimo Nucera, indagato per falso e calunnia. E per oggi è attesa la decisione del gip Elena D'Aloiso sulla richiesta di archiviazione delle accuse al carabiniere Placanica per l'uccisione di Carlo Giuliani dopo alcune ore di scontri determinati dall'aggressione di un reparto di carabinieri contro un corteo regolarmente autorizzato che si dirigeva verso la "zona rossa". Il giudice può decidere per l'archiviazione, per nuove indagini visti i dubbi e i lati inesplorati, oppure per l'imputazione coatta del cc (ma è l'ipotesi meno probabile) autore nel corso dei mesi di versioni discordanti sugli spari di quel maledetto 20 luglio.
Ventiquattr'ore dopo la mattanza della Diaz. La notte tra il 21 e il 22 170 poliziotti di diversi reparti fecero irruzione in una scuola, la Diaz, dove dormivano alcuni tra i partecipanti alle contestazioni del G8. Fu un massacro a freddo che terminò con 93 fermi mai convalidati da giudici e con 62 feriti gravi. Per tutti la via crucis con stazioni dolorose a Bolzaneto e in alcune carceri del nord. Fuori dalla Diaz, forze dell'ordine in tenuta antisommossa impedivano l'ingresso a legali e parlamentari mentre al cancello il portavoce del capo della polizia De Gennaro, il dottor Sgalla in persona, giurava trattarsi di una «normale perquisizione» necessaria, a detta della Questura, dopo un lancio di sassi (poi smentito) contro un paio di volanti un paio di ore prima del blitz.
La magistratura che indaga su massacri nella scuola e a Bolzaneto, false prove e trafugamenti per giustificarli (le molotov portate alla Diaz e i computer dei legali prelevati nel media center di fronte) ha il suo bel da fare per fare breccia nel muro di gomma degli apparati di sicurezza. La catena di comando è ancora avvolta nel mistero ma ci sono un centinaio di indagati in divisa. Il Glf, nel timore che tutto passi in cavalleria grazie alla scadenza dei termini, ripete l'appello a vittime e testimoni perché raccontino e consegnino video (inchiesta-g8@indymedia. org).
Quella notte, Massimo Nucera, ventunenne della Celere di Roma, uscì dalla Diaz gridando di aver ricevuto una coltellata. Su giubba e corpetto ha due vistosi tagli che ne fanno l'eroe del giorno per il Sap e per il governo in crisi di credibilità. Firmerà i verbali dell'operazione, sarà encomiato dall'allora questore Colucci. Verrà sentito come persona offesa ma poi la perizia del Gis di Parma (la scientifica dei cc) lo smentirà ritenendo quegli squarci non compatibili con il racconto (una coltellata in un'aula buia). Il 10 giugno 2002 non risponderà alle domande dei pm Zucca e Cardona ma il 7 ottobre invertirà la rotta (con una terza ricostruzione) raddoppiando le coltellate, una delle quali di sguiscio per giustificare il taglio sghembo. Da qui la decisione del gip Lucia Vignale per l'incidente probatorio. Il perito torinese Carlo Torre (che è anche persuaso che il proiettile che uccise Giuliani sia stato deviato da un calcinaccio) anche se non sarebbe riuscito a riprodurre i tagli con il "Cuttin Horse Smith e Wesson" ritrovato nella scuola, è convinto di aver dimostrato, ieri, l'esattezza del racconto di "Flanella", questo il soprannome del celerino romano, e cioè che un manifestante ignoto lo abbia colpito. Prossime puntate, il 19 maggio per le controdeduzioni dei consulenti di parte e il 27 per le risposte di Torre ma Romanelli, che difende l'agente, già parla di «crollo delle accuse». Il Ris, comunque, riesaminerà i panni di Nucera.
