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Giorgiana Masi, un minimo di ricostruzione storica, senza schemi
by New Dada Tuesday, May. 17, 2005 at 7:35 PM mail:

Un minimo di ricostruzione storica, cercando di uscire da schemi prefissati.

Giorgiana Masi, un m...
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Il 21 Aprile 1977,a Roma, vi furono incidenti dentro l’universita’ e nel limitrofo quartiere di San Lorenzo. Il movimento dopo oltre un mese di stasi, tentava di rioccupare l’ ateneo.
La polizia attacco’ il corteo mentre stava per uscire dall’ Universita’.
Gli scontri avvennero soprattutto nella citta’ universitaria ma i pochi compagni che erano riusciti ad uscire trovarono validi rinforzi in alcune centinaia di giovani proletari di San Lorenzo, tra cui non pochi ultras romanisti di allora, al tempo rigorosamente schierati a sinistra.
La polizia presa tra due fuochi ebbe la peggio e’ si ritiro’ per un po’.
Allora la Via Marruccini fu bloccata con un autobus messo di traverso e i dimostranti rientrarono nella citta’ universitaria.
Un gruppo che non aveva partecipato agli scontri, non giovanissimi e tutti mascherati, agli ordini di un tizio che sembrava proprio un militare, aspetto’ dietro l’ autobus suddetto che sbucasse il primo poliziotto ( lo spazio non permetteva che ne passassero piu’ di uno alla volta ) e lo freddo’ a colpi di pistola.

La cosa era del tutto sproporzionata al livello degli scontri, assai blandi e leggeri, e provoco’ una pesante discussione nel movimento, anche se , dopo l’ uccisione di Lorusso a Bologna e i numerosi compagni feriti il 12 marzo a Roma e sempre a Bologna, nei ragionamenti non si andava troppo per il sottile
La stampa ipotizzo’ un improbabile intervento delle B.R. in soccorso del movimento e anche qualche compagno credette a questa cosa.
Che poi, con la miriade di pentiti degli anni successivi, risulto’ essere quello che era, una colossale cazzata.
Le B.R. quel movimento non lo capivano e sostanzialmente lo disprezzavano..
Realisticamente si trattava di tutta un’altra storia, ma si preferi’ non approfondire troppo e fu un grave errore.

Cossiga approfitto’ dell’episodio per vietare per un mese ogni manifestazione a Roma, fatto senza precedenti nella storia repubblicana.

Il 25 Aprile si svolsero piccoli cortei con qualche scaramuccia in alcune borgate, cui parteciparono anche alcune sezioni del Pci, che pure ad alto livello appoggiava in pieno il provvedimento di Cossiga.

Per paura di questa “contaminazione”, il Pci chiese ed ottenne da Cossiga l’ autorizzazione per il tradizionale comizio dei sindacati del 1 Maggio a S.Giovanni.

E li’ sia la polizia sia il servizio d’ordine della Cgil impedirono con la forza ai compagni del movimento di entrae organizzati in piazza. Ci furono centinaia di fermi e mazzate in questura a non pochi dei fermati.

Per il 12 Maggio era prevista da mesi la manifestazione dei radicali in Piazza Navona in occasione dell’ anniversario del referendum sul divorzio vinto tre anni prima.
Nonostante le richieste di Pannella, per i radicali Cossiga rifiuto’ di derogare al divieto come invece aveva fatto per i sindacati il 1 Maggio.
Il movimento decise, con pochissime defezioni, di partecipare all’ iniziativa di disobbedienza indetta dai radicali.
Ma.d’accordo con gli stessi radicali, si decise di partecipare del tutto disarmati, senza nemmeno le aste delle bandiere.

Fu un massacro.
Persino deputati come Pannella, Pinto , Corvisieri, la Castellina furono riempiti di botte dai carabinieri, come chiunque si avvicinava a Piazza Navona.

Dopo un ora buona di pestaggi, un gruppo di compagni decide di reagire asserragliandosi in Campo dei Fiori, dove riceve l’ appoggio e la solidarieta’ fattiva della piccola malavita della zona.
Mani esperte aprono una bottiglieria e si improvvisano molotov con la benzina “succhiata” dalle auto in sosta.

Ma la polizia spara pesantemente ferendo alcune persone.
E’ in questa fase e non successivamente che vengono fotografati poliziotti travestiti da manifestanti che puntano le pistole ad altezza d’ uomo e, quantomeno in un caso, sicuramente sparano.

Alcuni parlamentari contrattano la possibilita’ di rompere l’ assedio con carabinieri e polizia e alla fine la spuntano. I manifestanti potranno allontanarsi verso Trastevere passando da Piazza Farnese.
Qui qualche furbacchione scarica le molotov artigianali avanzate contro la caserma dei Carabinieri della piazza, senza pero’ che questi reagiscano se non con qualche lacrimogeno.

Passa quasi un ora e su Ponte Garibaldi, quando gran parte dei manifestanti si e’ gia’ sciolta verso Trastevere, qualcuno spara prima contro i carabinieri schierati sull’ altra parte del Tevere (ferendone uno ad un braccio ) e poi con la stessa arma ( realisticamente un fucile o una carabina, cosa che non si nascone nella cintola, oltretutto il clima era gia’ estivo e si stava in maglietta a maniche corte ) dopo un po’ colpisce Giorgiana Masi, compagna di Lotta Continua e non radicale come si dice spesso, che passava con il fidanzato.
Il proiettile attraversa il corpo di Giorgiana da parte a parte e ferisce un altra ragazza, Elena Ascione, militante femminista.

Questi i fatti, nudi e crudi, che in effetti, dopo lo “strano” precedente del 21 Aprile e il fatto altrettanto “strano” del giorno dopo a Milano con l’ uccisione dell’ agente Custra’ senza che vi fossero incidenti seri in corso, avrebbero dovuto far pensare.

Ma il movimento era ormai alla frutta, stretto nella morsa repressiva e mentre i gruppi armati ormai facevano un attentato al giorno, e di fatto ebbe l’ ultima fiammata in settembre a Bologna e nei giorni successivi a Roma, dopo l’ uccisione di Walter Rossi da parte dei fascisti a Balduina.

Ormai gli spazi di massa erano chiusi.

E sicuramente questi episodi avevano di molto contribuito a chiuderli.

Cossiga e’ notoriamente uno squallido bugiardo che qualche volta, per ricattare chissa’ chi, mischia alle menzogne qualche verita’.

Una cosa e’ certa, lui di questa vicenda sa tutto da ventotto anni.

E, comunque siano veramente andate le cose, in gran parte la responsabilita’ e’ la sua.


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