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Prodi , Guzzanti e il rapimento Moro...
by monitor Thursday, Apr. 06, 2006 at 11:03 AM mail:

Prodi un uomo dei sovietici? No di certo, almeno non DIRETTAMENTE, se lo fu lo fu di passaggio, per ordine inglese. Addossare oggi le responsabilità della strategia della tensione ai sovietici fa molto comodo a coloro che la orchestrarono e che ne sono beneficiari ancora oggi.

Il senatore Paolo Guzzanti, presidente della Commissione Mitrokhin, dichiara con un comunicato trasmesso via internet: "Durante il rapimento Moro, Romano Prodi ebbe la disinformazione su via Gradoli dall'ufficiale del KGB Felix Konopikhin, lo stesso che sotto il falso nome del diligente studente Serguej Sokolov seguiva i corsi di Aldo Moro fino alla mattina del rapimento. Non e' mai esistito quindi alcun 'bravo giovanotto dell'autonomia operaia da proteggere' (la legge permette senza sedute spiritiche di non rivelare la

fonte) ma invece un ufficiale del KGB: questo e' quanto affermano due ufficiali ex sovietici che vivono rifugiati in Francia e negli Usa i cui nomi mi sono noti e che si sono detti pronti a testimoniare". "Intanto - prosegue Guzzanti - altri due ex ufficiali del Kgb indicano una

connessione fra Romano Prodi e il Kgb stesso risalente alla meta' degli anni Settanta, cioe' qualche anno prima del rapimento Moro. L'insieme di queste informazioni spiega la

messinscena del piattino e degli spiriti, cosi' come apre interrogativi devastanti sul consenso apertamente espresso da Prodi ai golpisti suoi amici contro Gorbaciov, come dichiarato il 21 agosto 1991 al Corriere della Sera, quando la societa' Nomisma era in joint venture con l'istituto Plehanov, sezione economica del KGB. E infine spiega l'incredibile comportamento del Sismi sotto la gestione Prodi, quando il dossier Mitrokhin originale fu sbianchettato alla fonte e quello residuo messo sotto chiave in violazione di ogni norma e legge, vedi denuncia al Tribunale dei ministri. Il Sismi di Romano Prodi impedi' che si intervistasse Vasilij Mitrokhin che aveva la chiave di tutte le notizie criptate secondo un sistema che solo lui conosceva.

Dal momento che la questione dei legami fra Romano Prodi e il KGB e' ora all’attenzione e agli atti del Parlamento europeo e che sono sopraggiunti ulteriori testimonianze sulle pericolose relazioni fra Romano Prodi e il KGB, ritengo mio dovere spiegare che secondo le testimonianze a me note il KGB seleziono' un gruppo di intellettuali non comunisti europei, fra cui Prodi, con l'intenzione di svilupparne prestigiose carriere e poterli usare come agenti di influenza. La prima testimonianza in questo senso e' quella dell'ex colonnello sovietico Alexander Litvinenko, ora cittadino britannico, che ha raccolto le notizie nel servizio segreto prima sovietico e poi russo, prima di rifugiarsi a Londra. La seconda e' di Oleg Gordiewski, il piu' noto transfuga del KGB, oggi ufficiale in pensione del servizio segreto britannico, il quale, pur non disponendo di informazioni dirette, udi' i suoi colleghi del Kgb che operavano con lui in Scandinavia, dire: 'Prodi e' un uomo nostro: del Kgb'. Le altre due testimonianze provengono da ufficiali russi rifugiati in Occidente (uno negli Stati Uniti e uno in Francia) di cui non intendo fare il nome per ovvi motivi di sicurezza, entrambi pronti a ripetere quanto sanno alle autorita' italiane. L'inspiegabile reticenza di Prodi a rivelare la fonte che gli suggeri' la seduta spiritica per trasmettere una micidiale disinformazione sul covo di via Gradoli dipenderebbe dunque dal fatto (dichiarano i due ex ufficiali Kgb disposti a testimoniare) che la fonte dell'informazione e della disinformazione (Gradoli paese in luogo di via Gradoli in Roma) era il falso studente Sergueij Sokolov che aveva pedinato a lungo e insospettito Aldo Moro e la cui vera identita' e' Felix Konopikhin (o Konopkhin, secondo traslitterazione nell’alfabeto latino), oggi 52enne congedato che vive a Mosca. Costui, secondo gli agenti rifugiati, ebbe

anche il compito di depistare gli emissari della famiglia Moro con false informazioni. La maggior parte di queste notizie e' contenuta in una relazione a firma del Consigliere dott.

Agostino Cordova e del professor Mario Scaramella, giacente per mia scelta all'ufficio protocollo della Commissione Mitrokhin in attesa di riscontri diretti. Tali riscontri ora esistono e sono costituiti dalla disponibilita' dei due ufficiali residenti in Usa e Francia a testimoniare".

Ed ecco che continua la mistificazione che avviene ad opera della “mezza verità”. Il Kgb intervenne di certo nelle faccende italiane ma in modo assai più blando e marginale di quanto le carte truccate di oggi cerchino di provare. La Cia e specialmente il Mossad ebbero un ruolo assai più forte. Né va dimenticato che molte complicità e parecchi intrecci legavano alcuni ambienti del KGB a quelli degli altri due servizi.

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