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pubblicato il 28.09.06
Arsenale di armi in un box. Il proprietario sarebbe vicino agli ambienti dell'estrema destra
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ROMA: SCOPERTO ARSENALE APPARTENENTE AD UN GIOVANE DI ESTREMA DESTRA
martedì 26 settembre 2006

Roma, 26 set. – (Adnkronos) – Un autentico arsenale di armi da guerra e comuni e’ stato sequestato dalla Polizia a Roma, nel quartiere Tuscolano. Un geometra, Marco Marino, romano di 35 anni, con precedenti per lesioni e gravitante nell’area dell’estrema destra capitolina, e’ stato arrestato dagli agenti. L’accusa e’ di detenzione illegale di armi comuni e da guerra e relative munizioni, ma potrebbero presto sorgere nuovi capi d’imputazione.

In un box in via Fabrizio Luscino 45, dove era stato visto andare Marino, gli investigatori, che lo seguivano da circa un mese, hanno trovato 2 fucili mitragliatori M70, 4 fucili calibro 12, di cui 3 con caricamento ‘a pompa’, 24 pistole (di cui 6 a tamburo), 2 ‘penne pistola’ e le relative munizioni. Trovati anche alcuni silenziatori. Nel box c’era anche un motoscooter TMax rubato. Le armi sono tutte efficienti e pronte all’uso, e potrebbero essere state a disposizione della criminalita’. Gli inquirenti ritengono che l’esame approfondito fatto dalla polizia scientifica potrebbe essere d’aiuto per svelare anche recenti episodi criminosi.

L’indagine, come hanno spiegato gli investigatori della Squadra mobile guidati da Alberto Intini, e’ partita durante uno dei normali controlli del territorio. Ad agosto gli agenti avevano avuto segnalazioni relative a un giovane che frequentava la zona di via Togliatti, e in piu’ occasioni avrebbe minacciato, armi alla mano, le prostitute. Dopo aver avuto una segnalazione piu’ dettagliata da una prostituta, gli uomini della 2a sezione della Squadra Mobile, che si occupa di criminalita’ organizzata straniera e prostituzione, hanno iniziato un pedinamento serrato dell’uomo, che e’ poi risultato essere Marino.

Gli investigatori della 2a sezione, guidati da Giovanna Petrocca, hanno appurato che l’uomo era in contatto con elementi della criminalita’ romana e anche della destra estrema capitolina, anche di quella gravitante negli ambienti degli ‘ultras’ delle squadre di calcio. Marino, a parte un episodio legato ad una rissa il cui processo non e’ ancora terminato, non aveva altri precedenti. Allo stesso modo, negli ultimi 10 anni, non risultava che avesse frequentato ambienti estremistici di destra.

Come hanno spiegato gli investigatori, Marino si e’ ‘tradito’ sabato. Infatti, dopo settimane di pedinamento, gli agenti hanno notato che il suo comportamento era cambiato, e si muoveva in maniera circospetta e con grande sospetto. Facendo un giro strano e cambiando auto lungo il tragitto, l’uomo e’ arrivato nel box di via Fabrizio Luscino, dove e’ entrato senza lasciare ne’ l’auto, ne’ la moto e senza apparentemente prendere niente. La vicenda ha insospettito gli investigatori, che hanno deciso di vederci chiaro.

Ieri mattina e’ scattato quindi il blitz a casa del geometra, dove non e’ stato trovato nulla di compromettente, a parte un telecomando per aprire un box, di cui Marino non ha saputo fornire spiegazioni. Il telecomando era del box nel quale era entrato sabato, e infatti gli agenti lo hanno usato per aprirlo. Dentro, avvolte in panni e sistemate in casse in maniera ordinata le armi e le relative munizioni, tutte pronto all’uso.

Gli investigatori hanno cosi’ sequestrato 2 fucili mitragliatori M70, 4 fucili calibro 12, di cui 3 con caricamento ‘a pompa’, 24 pistole (di cui 6 a tamburo), 2 ‘penne pistola’ e le relative munizioni. Nel box c’era anche un motoscooter TMax rubato. I mitragliatori M70 sono la versione ‘d’assalto’ dei famigerati fucili russi Ak-47 Kalashnikov calibro 7.62. Si tratta di un’arma da guerra,in genere utilizzata dalla malavita negli assalti ai furgoni portavalori o in omicidi. I fucili a pompa calibro 12 sono armi usate frequentemente nelle rapine e negli omicidi.

Le pistole erano quasi tutte semiautomatiche e con la matricola abrasa o ‘punzonata’. Alcune pero’ avevano la matricola ‘in chiaro’. Tra le semiautomatiche, 5 sono ‘Beretta 92’ calibro 9, le stesse in dotazione alle forze dell’ordine. Tra le pistole a tamburo, di cui qualcuna molto vecchia ma in buono stato, spiccava una luccicante ‘Smith&Wesson’, uno dei migliori revolver sul mercato delle armi. Ancora serie perplessita’ invece suscita negli investigatori il possibile uso delle ‘penne pistola’, dato il loro piccolo calibro e l’impossibilita’ di usarle come arma di minaccia: si tratta infatti di pistole con la forma di una grossa penna.

Secondo gli agenti della Squadra Mobile, Marino aveva in gestione l’arsenale per conto della criminalita’. A tal proposito e’ stata gia’ informata la Direzione distrettuale Antimafia di Roma. Gli inquirenti hanno spiegato che sono iniziate le indagini della polizia scientifica su ogni pezzo dell’arsenale. Bisognera’ innanzitutto partire dalle armi con la matricola ‘in chiaro’. Dovrebbe essere possibile risalire alla loro origine, vedere se e dove sono state rubate, e ricostruire quindi una loro ‘storia’.

Per tutte, comunque, gli uomini della scientifica effettueranno esami balistici e confronteranno i dati ricavati con quelli presenti nella banca dati a disposizione della polizia. In questo modo, dovrebbe essere possibile vedere se queste armi sono state utilizzate per commettere reati, e da queste informazioni potrebbero essere riaperti casi archiviati. Dall’esame delle armi, secondo gli investigatori, potrebbero inoltre sorgere nuovi capi d’imputazione per Marino.

News sicurezza e difesa


Sequestrati dalla mobile due mitragliatori, quattro fucili e ventiquattro pistole
Un arsenale nel garage, preso ex estremista di destra
Massimo Lugli

Un arsenale in un box del Tuscolano, una impressionante collezione di mitra, fucili e pistole (tutti in ottime condizioni, coi caricatori e i tamburi pieni di pallottole e pronti per essere usati) custodito gelosamente da un insospettabile geometra trentacinquenne con alcuni agganci nell´estrema destra e nella tifoseria ultrà, sia della Roma che della Lazio. Una storia inquietante e ancora tutta da decifrare, una scoperta che riporta ai tempi degli anni di piombo quando i depositi di armi saltavano fuori a scadenze più o meno regolari. Secondo il capo della mobile, Alberto Intini, pistole e fucili venivano affittate, di volta in volta, dalla grossa criminalità, sia romana che d´importazione e l´arrestato, Mario Marino, un solo precedente per rissa ma una schedatura come estremista di destra che risale a dieci anni fa, ne era solo il custode, probabilmente pagato per la sua “collaborazione”. Le armi verranno ora inviate alla Direzione centrale anticrimine (che, ironia della sorte, si trova proprio al Tuscolano) per essere esaminate dalla scientifica e vedere se sono mai state usate in rapine o omicidi. L´archivio “Ibis” della polizia ha in memoria tutti i reperti di armi da fuoco comparsi sulla scena di un reato: dai bossoli alle ogive, dai frammenti di arma ai silenziatori “dimenticati” sul posto.
L´inchiesta è nata dai controlli del vicequestore Giovanna Petrocca, che dirige la II sezione della mobile, nei giri di prostituzione e criminalità straniera. Nella zona di via Palmiro Togliatti, gli agenti “sotto copertura” hanno notato spesso una “Cinquecento” guidata da un ragazzone alto e robusto, dai capelli rasati che, a volte, aveva minacciato alcune prostitute. «Ho visto che aveva una pistola alla cintura» ha raccontato una delle ragazze, terrorizzata. Dall´inizio di agosto, l´uomo è stato pedinato e fotografato in compagnia di diversi malavitosi, estremisti di destra ben noti alla Digos e ultrà del calcio. Ma gli investigatori hanno capito di aver fatto bingo quando lo hanno visto entrare, con aria sospetta, in un box di via Fabrizio Luscino 45, non distante dall´appartamento dove l´uomo abitava con la moglie e la figlioletta. Perquisizione e irruzione nel garage dove sono saltati fuori due mitragliatori “M70”, quattro fucili di cui tre a pompa e ventiquattro pistole tra cui una Luger, una potentissima calibro 45 e due penne-pistola. Alcune armi erano modificate in modo da poter innestare il silenziatore. Perché?
(27 settembre 2006)

Espresso


Tuscolano, trovato arsenale di armi in un box
Il proprietario, Marco Marino, sarebbe vicino agli ambienti dell’estrema destra e della criminalità ai quali, probabilmente, le armi erano destinate. La Squadra mobile ha sequestrato 50 pezzi

Roma, 26 settembre 2006 – Un grosso arsenale di armi è stato scoperto ieri in un box privato, nella Capitale, nel quartiere Tuscolano.
Gli agenti della squadra mobile della Questura di Roma, diretti da Alberto Intini, hanno compiuto un’irruzione e sequestrato una ingente quantità di armi.
Un vero e proprio supermercato delle armi a disposizione della criminalità comune. Questa l’ipotesi più accreditata dagli investigatori.
Le armi, tutte in perfetto stato, con matricola abrasa o punzonata o ‘in chiaro’, sono civili e da guerra: 24 pistole, 6 revolver e 18 semiautomatiche, di cui 5 calibro 90 parabellum da guerra, 4 fucili di cui 3 a pompa, 2 fucili mitragliatori da guerra M70 e perfino 2 penne pistola.
Con le armi è stato trovato anche il relativo munizionamento. Alcune di queste sono dotate di silenziatore oppure sono state predisposte per questo. I due fucili mitragliatori non risultano essere mai stati utilizzati nella Capitale.
Come ha spiegato il capo della squadra mobile, Alberto Intini, dell’operazione è stata informata la Dda, nella persona del procuratore aggiunto di Roma Italo Ormanni.
Dagli accertamenti balistici che cominceranno domani alla Direzione Anticrimine Centrale gli investigatori si attendono di risalire agli eventi criminosi nel corso dei quali alcune o tutte le armi sono state utilizzate. Al Dac, infatti, nella banca dati Ibis sono immagazzinate tutte le informazioni riguardanti l’uso delle armi o semplici reperti utilizzate da banditi. L’arsenale, quindi, potrebbe essere stato gestito da Marco Marino per essere a disposizione di criminali che facessero richiesta di singole armi per rapine o altre attività illecite.
Gli agenti hanno trovato nel box anche una moto, risultata rubata. All’autorimessa la polizia è giunta nel corso dei pedinamenti al giovane. Questi è stato notato, nel corso delle tre settimane, lasciare un’auto in strada, prenderne un’altra e raggiungere il box in via Luscino, poco distante da casa sua. A insospettire gli investigatori è stato il fatto che sabato scorso, entrato nel box e uscitone poco dopo, Marino non avesse né lasciato, né preso nulla. Ieri, dunque, l’uomo é stato sottoposto a perquisizione personale e della sua abitazione, dove non é stato trovato nulla di sospetto. Marino, però, non ha saputo spiegare la provenienza di un telecomando rinvenuto nel suo appartamento, telecomando che gli uomini della Mobile hanno invece collegato all’accesso al box. Entrati nella rimessa, gli agenti in vari scatoloni e avvolte in panni, hanno trovato le armi.
È ciò che si dice un insospettabile, Marco Marino, con un piccolo precedente per rissa risalente ad alcuni anni fa. Trentacinque anni, robusto, capelli rasati, Marino è un geometra e lavora in una piccola impresa edile. Convive con una donna e una bambina in un appartamento nel quartiere Tuscolano a Roma. Le accuse a suo carico sono detenzione di armi comuni e da guerra e clandestine, con munizionamento. Se qualcuna delle armi dovesse risultata rubata, all’uomo sarà contestato anche il reato di ricettazione.
Nel corso delle tre settimane di pedinamento, è stato notato che Marino frequenta persone dell’estrema destra e ultras di entrambe le squadre capitoline, pregiudicati e nomadi. Non è però ritenuto un attivista politico. Tutti questi elementi fanno ritenere che l’uomo detenesse l’arsenale per conto di altri.

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