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pubblicato il 4.10.06
Roma: spedizione punitiva contro romeni
·

[NDR]
Non è nota l’eventuale appartanenza ad ambienti di estrema destra dei protagonisti della seguente aggressione, le cui modalità sono comunque squadriste.


Da Repubblica

Roma, tensione nel quartiere popolare del Trullo con gli extracomunitari ieri dopo una discussione per un parcheggio due italiani hanno sparato

Spedizione punitiva contro romeni
devastato e incendiato un bar

“La stessa cosa ogni sera: si ubriacano, parcheggiano in mezzo alla strada e litigano con i residenti. Siamo esasperati dalla loro presenza”

ROMA – Assaltato e distrutto un bar a Roma. Una ‘squadraccia’ di un ventina di ragazzi con il volto coperto da cappucci e berretti ed armati di bastoni hanno scatenato la loro furia contro il locale di via Monte delle Capre, nella zona del Trullo, appiccando poi il fuoco. Il bar, solitamente frequentato da romeni, è stato completamente distrutto. Due immigrati sono rimasti feriti e sono stati trasportati al pronto soccorso dell’ospedale San Camillo.

Il gruppo ha anche distrutto le vetrine di una cartoleria e di un altro negozio della stessa strada. Secondo alcuni testimoni i giovani, tutti italiani e con il cappuccio della felpa in testa per non farsi riconoscere, sono arrivati verso le 17, e sono entrati nel locale armati di spranghe e manganelli. Poi ne è nata una rissa con alcuni avventori del bar ed infine nel locale è scoppiato un incendio. La ‘squadraccia’, dopo la spedizione, si è dileguato. Secondo gli abitanti del quartiere da mesi è in corso una vera e propria faida tra gruppi di giovani del luogo e i romeni.

Nella serata di ieri, nella stessa zona, tre romeni erano stati aggrediti ed erano stati feriti da colpi di arma da fuoco a seguito della lite per un parcheggio. Nel corso della notte i carabinieri hanno arrestato tre ventenni romani, due con l’accusa di tentato omicidio plurimo, il terzo, che non ha materialmente sparato ma solo collaborato all’agguato, con l’accusa di favoreggiamento.

Secondo i carabinieri sarebbe stata una vera e propria “spedizione punitiva” organizzata da una decina di ragazzi della zona, dopo un litigio probabilmente per un camioncino parcheggiato dagli extracomunitari in seconda fila che non permetteva il transito delle auto poco distante dal bar di via Monte delle Capre. Un litigio, hanno spiegato i carabinieri, nato tra uno dei romeni feriti e uno degli italiani arrestati. E’ stato proprio l’italiano ad organizzare il tutto. I romeni sono stati trovati all’interno di un’auto e dopo un breve inseguimento nel quartiere due dei tre italiani arrestati hanno estratto una pistola sparando alle gambe e all’addome degli stranieri.

Molti i residenti del Trullo protestano per la violenza che si ripete ormai quotidianamente. “Qui è sempre la stessa cosa ogni sera – dice una donna che abita sopra al bar -, i rumeni si ubriacano, parcheggiano le auto in mezzo alla strada e litigano con i residenti, spesso anche per apprezzamenti alle ragazze. Siamo esasperati dalla loro presenza”.

Le forze dell’ordine e i vigili del fuoco stanno raccogliendo testimonianze su quanto avvenuto. Qualcuno tra i residenti dice di aver visto alcune persone che si allontanavano in fretta lungo via del Trullo, dopo lo scoppio dell’incendio nel bar. Per ora non è confermato che l’incendia possa essere scoppiato per il lancio di una molotov.

(2 ottobre 2006)


Da Il Manifesto

venerdì 6 ottobre 2006 – pagina 6

Roma Nel quartiere della «faida» con i rumeni

E al Trullo si gira con le pistole

Una giornata nella periferia romana dove qualche giorno fa è stato dato alle fiamme il «bar dei rumeni». Tra cittadini esasperati e fascistelli che tentano di cavalcare l’ondata anti-immigrati. E intanto c’è chi si arma

Cinzia Gubbini

Roma
«Sono passati due, mai visti, e noi ci conosciamo tutti. Oh, quelli c’avevano la pistola». Tutti in piedi in uno dei lotti del Trullo, il quartiere di Roma finito sotto i riflettori dopo l’incendio appiccato lunedì da venticinque ragazzi italiani – incappucciati e armati di spranghe – a un bar gestito da rumeni. Episodio che ha fatto seguito a una sparatoria, il giorno precedente, in cui sono rimasti feriti tre stranieri della stessa nazionalità. Sotto ai palazzi dove sono appena passati i due figuri – italiani – la gente è allarmata. Gira pure voce di tre polacchi fermati la mattina dalla polizia, con un borsone nero. Dentro non c’era niente. Ma da un marciapiede all’altro la voce si ingigantisce, e finisce che «forse avevano le pistole». «Qua va a finire male». Lo dicono tutti, la tensione si taglia con il coltello.
Pochi attimi, e si sparge un’altra voce: c’è una manifestazione «per cacciare i rumeni». A due passi dal mercato rionale, a due passi dal centro sociale occupato Il Faro, a due passi dal bar Gran Caffè, anche questo gestito da rumeni. Tutto è a due passi. E un po’ ci si guarda storto, un po’ ci si conosce troppo bene. Ma l’assembramento, composto da una ventina di ragazzini con caschi e tatuaggi si smonta presto: passa una macchina, butta lì qualche parola storta. Scoppia la rissa. I rumeni, l’insofferenza del quartiere, stavolta non c’entrano niente. Problemi tra «ragazzi del muretto». A disperarsi c’è anche un tipo conosciuto nel quartiere per essere stato di Forza Nuova. Lui voleva provare a organizzare una manifestazione politica. E’ andata male. Ma già domani ci vuole riprovare la Fiamma Tricolore. Un volantino che dà appuntamento alle 17.
«Eh no, così non va bene, io questo quartiere non lo riconosco più». Si accalora Angela Monticelli, segretaria Ds del municipio. Una diessina un po’ particolare: treccine rasta, la felpa di Radio Onda Rossa, Angela è soprattutto una che nel quartiere ci è nata, e ne difende la storia «operaia» (il Pci prendeva il 70%) Parla con tutti. Parla anche con quelli di destra, che la stanno a sentire. «Qui non si può strumentalizzare». Resiste alle pressioni della gente che la ferma per strada: «Facciamo una manifestazione, facciamoci sentire. Questi se ne devono andare a casa». Questi sono sempre loro, i rumeni. Che adesso per strada, davvero non se ne vedono. I muri si sono già riempiti di scritte contro di loro. Ma basta ascoltare la gente per capire che al Trullo la situazione è al limite da molto tempo, prima che succedesse «il botto». Non ci stanno a passare per razzisti, dicono che le cose sono andate in crescendo. Non ce l’hanno con i rumeni che lavorano. Ma con «gli altri». Quelli che stazionano al bar tutto il giorno, che di notte fanno casino, che importunano le ragazze. Ma che hanno anche i loro affari. Si parla del giro della droga. Ultimamente per strada sono ricomparse le siringhe. Questo è uno dei quartieri dove è stata forte la banda della Magliana, sotto varie forme ancora in azione. E allora una pista per spiegare l’episodio di lunedì, quella organizzazione così «militare», è che sia stata trovata manovalanza per rimettere le cose a posto tra bande italiane e straniere. Ma tanti nel quartiere non ci credono. Dicono che quei ragazzetti li conoscono, che hanno voluto dare un segnale anche ai genitori, far vedere che la situazione di conflitto loro sapevano come risolverla. Per questo hanno preso le spranghe, «e hanno fatto bene».
Ora il Trullo è pieno di pattuglie di polizia. La gente è scettica: «chissà quanto dura». Da anni chiedono di riprisitinare un commissariato, chiuso dieci anni fa. Ieri, al comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza, il prefetto Serra ha assicurato la presenza di una «stazione mobile dei carabinieri», che si installerà nella piazza del mercato tutti i giorni dalle 8 alle 20. «Ma la polizia non può risolvere tutto – ha detto Serra – con i rumeni bisogna trovare una via di convivenza. Nel 2007, la Romania entra in Europa. Non ha senso dire rimandiamoli a casa».


Da Indymedia

comunicato stampa
by c.s.o ricomincio dal faro Tuesday, Oct. 03, 2006 at 11:35 PM mail: csordf@yahoo.it

comunicato stampa del c.s.o ricomincio dal faro sui fatti avvenuti in questi giorni nel quartiere trullo a roma

COMUNICATO STAMPA

Il Centro Sociale Occupato Ricomincio dal Faro, con questo ed unico comunicato stampa ufficiale, con riferimento hai fatti avvenuti in questi giorni al Trullo, denuncia il clima di scoop scandalistico stile reality, venutosi a creare da una campagna mediatica, sempre pronta a prendere il mostro e schiaffarlo in prima pagina. Dove erano questi signori/e prima? Eppure il Trullo, è qui da sessant’anni, con problemi di degrado che non trovano mai spazio se non per fatti di cronaca, mai per le ordinarie situazioni che si vivono ogni giorno. Abbiamo elettrodotti che ci uccidono ogni minuto, che dal 1992 devono essere interrati, abbiamo nuove antenne per i telefonini che spuntano come funghi, poveri e barboni che vivono nell’abbandono completo o nelle grotte, non abbiamo un centro sportivo e nemmeno un misero campetto da calcetto, le scuole medie e superiori sono chiuse ormai da anni, un parco (neanche quello giochi per i/le bambini/e), un qualsiasi punto di ritrovo o di socialità per le/i giovani, tranne ovviamente il nostro Centro Sociale, non abbiamo neanche un commissariato, ma chi crede che quest’ultimo possa risolvere tutti gli altri problemi?

La repressione non può cancellare il degrado. Tutto il resto è una scontata conseguenza di una mancata e di una chiara volontà politica e sociale di non risolvere i problemi della vivibilità del nostro quartiere di periferia, ma solo, nell’emergenza, di reprimere, per evitare l’esplosione di fatti di cronaca comuni ad altre metropoli italiane ed europee.

www.ricominciodalfaro.it

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