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pubblicato il 19.05.07
Teramo: Il giorno di Faurisson: scontri, disordini, insulti, feriti
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Il giorno di Faurisson: scontri, disordini, insulti, feriti

TERAMO. Il Campus Coste Sant’Agostino oggi è chiuso. Il provvedimento, dopo una diffida ufficiale da parte del Rettore, inviti a ragionare e al buon senso, è stato l’unica alternativa per fermare l’arrivo dello studioso francese negazionista dell’Olocausto Faurisson. La situazione stava per uscire fuori da ogni controllo. Anche i servizi segreti dello Stato si erano messi in contatto con la Facoltà e annunciato la loro presenza per tenere a bada eventuali arrivi di contestatori.

IL PROFESSOR MOFFA SCHIAFFEGGIATO – SALTA L’INCONTRO PER “PROBLEMI DI ORDINE
PUBBLICO” – ASCOLTA IL RACCONTO DEL PROFESSOR MOFFA

Il professor Claudio Moffa, ideatore dell’incontro, però continua per la sua strada e ha “semplicemente” spostato la conferenza di oggi all’hotel Abruzzo di via Mazzini a partire dalle 15.
Il dispiegamento di forze di polizia ci sarà comunque per evitare scontri e se tutto andrà per il verso giusto sarà la prima volta che lo studioso francese riuscirà a sostenere davanti ad una platea pubblica le sue teorie tanto contestate.
Il ministro dell’Università e della Ricerca Fabio Mussi ha ringraziato la Facoltà per aver preso «una posizione di forte critica» nei confronti dell’evento: «conoscere, ragionare, approfondire una delle più terribili tragedie dell’umanità come la Shoah è compito di tutti noi e del sistema educativo», ha sottolineato il ministro, «ma non può essere dato l’alibi ad alcuno per dare spazio di cittadinanza a chi propaganda semplicemente che tale tragedia non sia mai esistita».
«Invitare in un ateneo italiano un esponente del negazionismo», ha continuato Mussi, «che nega la gravità della Shoah, non ha alcun riconoscimento scientifico, bensì rappresenta solo la testimonianza di una mediocre provocazione politica che oltre ad offendere la memoria delle vittime dei campi di concentramento e di sterminio – conclude -, ed il sentimento democratico del nostro Paese, contraddice pesantemente la funzione e gli obiettivi del nostro sistema di formazione superiore».
Ieri anche il consiglio Provinciale, a maggioranza, ha votato un ordine del giorno per esprimere la propria contrarietà allo svolgimento della lezione che Robert Faurisson. «L’iniziativa – si sostiene nel documento approvato – è connotata da elementi antisemiti, il Consiglio esprime la propria contrarietà senza con ciò voler minimamente pregiudicare il diritto e la libertà di insegnamento che trova i suoi fondamenti nei percorsi e nel lavoro scientifico codificati a livello internazionale».
Hanno votato contro Rando Angelini di Forza Italia e Carlo Taraschi di An. «Non entro nel merito delle tesi – ha dichiarato Taraschi – ma limitare la libertà altrui è un arbitrio e una prevaricazione. Non si può e non si deve impedire di parlare a chi non la pensa come noi.
Oltretutto nell’ordine del giorno si fa riferimento a Faurisson come ad un negazionista mentre lui è un revisionista». Rando Angelini, nel suo intervento, ha fatto riferimento al fatto che nel nostro Parlamento siede un ex terrorista: «Una circostanza che mi fa rabbrividire ma che, comunque, fa riflettere. A nessuno può essere negata la libertà di parola e l’Università è il luogo del confronto per eccellenza».
Nel dibattito sono intervenuti anche Antonio Topitti e Arnaldo Di Rocco (Ds) i quali hanno sottolineato che in questa specifica circostanza non si tratta di limitare la «libertà di parola» ma di impedire che una tesi «discutibile sul piano storico e scientifico» venga proposta in un’aula universitaria «luogo di confronto ma soprattutto di educazione e formazione dei giovani».

L’INTERVISTA DI PDN AL PROFESSOR MOFFA

18/05/2007 10.06

IL PROFESSOR MOFFA SCHIAFFEGGIATO

E’ stato preso a schiaffi questa mattina da un figlio di un deportato ebreo il professor Claudio Moffa, organizzatore dell’incontro con lo studioso Faurisson. Un gesto che fa ben capire come la tensione sia alta e si è evitata la rissa e ulteriori scontri grazie alla presenza di alcuni agenti della questura.
Il professore da parte sua non ha tentato di stemperare la tensione ma ha continuato ad appiccare il fuoco e questa mattina ha rivelato:
«l’idea di chiudere l’Ateneo mi sconcerta. Non è stata garantita la libertà di insegnamento. Io – ha ricordato Moffa – ho invitato intellettuali ebrei e predisposto il contraddittorio. Ma non è stato accettato. C’e’ un imbavagliamento della cultura e si impedisce di parlare di eventi storici».
«Non sono sorpreso che le autorità universitarie impediscano che io mi esprima», ha invece commentato Faurisson arrivato oggi in città e ha ammesso che in Francia il comportamento ostile nei suoi confronti è ancora maggiore: «lì hanno persino paura di rivolgermi la parola. E in Francia dopo 10 minuti sarei stato linciato. Già ho subito dieci aggressioni fisiche», ha raccontato, «ma ho l’eredita’ scozzese e gli scozzesi sono ribelli. Io sono ribelle. Capisco che alcuni mi trattino come si trattano oggi i palestinesi». E poi ha chiarito ancora la posizione delle sue idee: «se parlo di menzogna storica non intendo persone mentitori. Sono vittime esse stesse della menzogna storica che ha una lunga storia. Le pretese camere a gas di Hitler e il preteso genocidio degli ebrei, formano una sola ed unica menzogna storica che ha permesso una gigantesca truffa politica e finanziaria di cui il principale beneficiario e’ il sionismo internazionale e le principali vittime sono il popolo tedesco ma non i suoi dirigenti e il popolo palestinese tutto intero».
La lezione comincerà a breve al ristorante Acquamarina di San Nicolo’
a Tordino, una frazione di Teramo.

18/05/2007 15.04

FAURISSON E MOFFA AGGREDITI, SALTA L’INCONTRO

Seri motivi di ordine pubblico hanno indotto i responsabili della Questura di Teramo a chiedere allo storico francese Robert Faurisson, negazionista dell’olocausto, di non tenere l’incontro, previsto per oggi a Teramo, nell’ambito di un master universitario, organizzato dal professor Claudio Moffa. E’ così sfumato l’evento che stava agitando gli animi di tutta la città da oltre una settimana.
Dopo la conferenza stampa organizzata questa mattina i due sono stati aggrediti: parolacce e spintoni e da qui l’invito da parte della questura, accolto dallo studioso francese, di andare via da Teramo.
I due si trovano in un bar di piazza Martiri ed era appena finita la conferenza stampa quando, secondo quanto riferito dal professor Moffa «alcune persone che si sono autodefinite ebrei provenienti da Roma ci hanno aggredito verbalmente e non solo».
Il professore ha poi aggiunto di essere andato via da Teramo sotto scorta, direzione Roma, così come ha fatto Faurisson che avrebbe già ripreso l’aero per tornare a casa.
«Siamo riusciti ad evitare che accadesse qualcosa di più serio», ha detto il Questore di Teramo Aldo Vignati, confermando che l’aggressore faceva parte di un gruppo di una trentina di
persone, arrivato da Roma con diverse auto. I più agitati sono stati identificati e saranno denunciati nelle prossime ore.
Deciso a far tenere allo storico francese il suo intervento, il docente stamani ha cambiato almeno quattro volte il luogo dove svolgere un improvvisato incontro con i giornalisti per rendere noto dove Faurisson avrebbe parlato. Infine, rifiutato da due alberghi cittadini, ha optato per i portici teramani. Qui ha annunciato che l’intervento di Faurisson si sarebbe svolto nel primo pomeriggio in un ristorante di San Nicolò a Tordino, nei pressi di Teramo. Poco dopo, però, lo scontro con il gruppo di romani e l’intervento della polizia.

L’AUDIO: ASCOLTA IL RACCONTO DEL PROFESSOR MOFFA
18/05/2007 17.09

DIRIGENTE DELLA MOBILE FERITO E 4 DENUNCIATI

Il ferimento del dirigente della Squadra Mobile della Questura di Teramo e quattro denunce
costituiscono il bilancio dei momenti di tensione avuti a Teramo.
Il vicequestore Gennaro Capasso ha infatti riportato la frattura di una spalla mentre divideva con i suoi uomini un gruppo di romani, in città per contestare Faurisson, entrato in contatto con un gruppo di teramani. In quel momento lo storico francese ed il docente dell’ateneo teramano che lo aveva invitato, il professor Claudio Moffa, erano già stati fatti allontanare, per precauzione, dalla centrale piazza Martiri.
Tre sono stati i denunciati per questo episodio: un teramano e due giovani romani. L’accusa è quella di lesioni.
Per l’aggressione subita poco prima da Moffa la polizia ha, invece, identificato due uomini, entrambi romani.
Uno è stato denunciato per istigazione a delinquere; per l’altro sarà il docente a dover decidere se procedere.
Secondo la Questura di Teramo il gruppo di contestatori giunto da Roma non presentava elementi esterni che ne potessero fare individuare l’appartenenza politica o quella religiosa.
Alcuni di loro si sono detti figli o nipoti di deportati. Per gli investigatori, il gruppo ha mostrato di essere ben compatto e di essere giunto in città appositamente per contestare.

FAURISSON:«INVOCO LIBERTA’ DI RICERCA»

«Le pretese camere a gas di Hitler e il preteso genocidio degli ebrei – ha detto tra l’altro -, formano una sola ed unica menzogna storica che ha permesso una gigantesca truffa politica e finanziaria di cui il principale beneficiario è lo stato d’Israele e il sionismo internazionale e le principali vittime sono il popolo tedesco, ma non i suoi dirigenti, e il popolo palestinese tutto intero».
«A Teramo ho avuto una sorpresa gradevole», ha detto il fautore della teoria negazionista, «finora: ringrazio voi giornalisti che mi fate parlare, in Francia non posso farlo più – ha aggiunto -, sono stato aggredito dieci volte. Non sono sorpreso che l’Università di Teramo non mi abbia voluto far esprimere».
«Quello che sostengo l’ho detto nel 1981 e da allora ho capito che dovevo continuare la mia ricerca – ha concluso Faurisson -. Io non invoco la libertà di espressione o di opinione che sono concetti vaghi, invoco la libertà di ricerca».

IL COMITATO PER LA DIFESA DEI DIRITTI D’ESPRESSIONE

«Le forze dell’ordine presenti, invece di mettere gli aggressori in condizione di non nuocere, hanno notificato, per motivi di ordine pubblico, ai professori Moffa e Faurisson la proibizione di poter svolgere la conferenza previsto in un luogo privato, dando così ragione ai facinorosi».
Le critiche provengono dal responsabile del comitato, Giuseppe Roscioli.
«Indipendentemente dalle tesi sostenute dal professor Faurisson», ha aggiunto Roscioli, «è inconcepibile che un gruppo di persone usando l’aggressione e la minaccia possa impedire a qualcuno di esercitare quel diritto di parola sancito dalla Costituzione Italiana. Questo è un pericoloso precedente. Ci aspettiamo che le autorità garanti dell’ordine pubblico si assumano le proprie responsabilità, ci auguriamo che i giornalisti presenti riferiscano i fatti così come sono avvenuti».

LA CONDANNA DELLA SEGRETERIA GENERALE CISAS UNIVERSITA’

La segreteria generale Cisas Università ha espresso «ferma condanna» contro «ogni forma di violenza» esprimendo «la propria solidarietà al Prof. Moffa, agli appartenenti alle forze dell’ordine ed a quanti altri sono rimasti feriti nei tafferugli provocati da alcuni facinorosi provenienti da altre città».
«Questa organizzazione sindacale», ha detto il segretario generale Giacomo Meschini, «ritiene pertanto sia indispensabile oltre a garantire ogni forma di libera espressione, garantire anche ogni forma di dissenso, purchè esplicitata in modo democratico e legale, in quanto non si può in alcun modo tollerare che l’aggressione fisica diventi uno strumento di repressione del libero pensiero anche non condiviso. La risposta da parte di chi ha subito molti anni fa una grave e ingiusta violenza con un altra pari, tale da sfociare in un identico atteggiamento di intolleranza, potrebbe rendere credibili coloro i quali negano l’esistenza di una tragedia così grande come quella della SHOAH. Nel caso di Faurisson sarebbe bastato un confronto serio sereno e serrato con un altro storico con la proiezione dei filmati fatti dagli alleati alla liberazione di auscwitz dove sono ben visibili montagne di cadaveri, i forni crematori e le camere a gas fatte saltare in aria prima dell’arrivo dei liberatori, la testimonianza dell’ex deportato Shlomo Venezia addetto alle camere a gas per dimostrare come le tesi dello storico francese potevano cadere di fronte a prove così terribili ma schiaccianti della barbarie nazista. Difatti riteniamo che questi fenomeni vadano combattuti attraverso il libero confronto che, anche se animato, non può che svolgersi nell’ambito di una dialettica verbale».

19/05/2007 8.35

“primadanoi.it”http://www.primadanoi.it/modules/bdnews/article.php?storyid=10022

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