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pubblicato il 7.11.07
Lettera-appello al ministro Fioroni: "Basta propaganda fascista a scuola"
·

DaLa Repubblica

SCUOLA & GIOVANI
L’iniziativa congiunta di Anpi e alcune associazioni studentesche
“perché non ci siano liste di rappresentanza di evidente matrice neofascista”

Lettera-appello al ministro Fioroni
“Basta propaganda fascista a scuola”

Al documento hanno già aderito numerosi politici e intellettuali
fra gli altri, Gianni Vattimo, Alessandro Portelli e il calciatore Cristiano Lucarelli

ROMA – Basta con la propaganda nelle scuole per chi si definisce fascista. Questo il contenuto di una lettera inviata al ministro della Pubblica istruzione, Giuseppe Fioroni, nel corso di un’iniziativa organizzata a Roma, presso la Casa della memoria e della storia, dall’Anpi, l’Associazione nazionale partigiani e da alcune associazioni studentesche. Obiettivo, denunciare le intimidazioni e le aggressioni, da parte di gruppi di estrema destra, nei confronti degli studenti di alcune scuole romane. A questo proposito “chiediamo al ministro – si legge – di ricevere una rappresentanza che possa consegnare un dossier sulle attività di tali gruppi”. Le lettera è stata inviata anche al Prefetto di Roma, Carlo Mosca, perché ”è inaccettabile che in una città, che si vuole esempio di legalità, si possano aggredire degli studenti in pieno giorno”.

Gli episodi sono numerosi. Come il tentativo di infiltrazione da parte di “squadracce” nel corteo organizzato a Roma, lo scorso 12 ottobre, dall’Unione degli studenti. O alcuni casi nel 2006, dall’aggressione a due ragazzi al liceo Tasso (uno è finito all’ospedale, cinque punti di sutura alla testa) al volantinaggio davanti al liceo Newton degenerato in un agguato con catene (anche in quel caso due ragazzi in ospedale), alle scritte contro alcune ragazze lesbiche comparse davanti al liceo Aristofane e corredate da disegni di croci celtiche e svastiche. Nella lettera viene definito “inaccettabile” che “ai diversi livelli della rappresentanza studentesca si candidino gruppi dichiaratamente fascisti, che talvolta prendono persino le difese del Terzo Reich”.

Un appello, quindi, “affinché siano predisposte adeguate misure per far sì che non possano esserci, nelle scuole, propaganda e rappresentanza studentesca con idee di matrice evidentemente neofascista”. E al quale hanno già aderito Alessandro Portelli (storico e delegato del Comune alla memoria), Rosario Bentivegna (medaglia d’oro della Resistenza), il consigliere comunale del Pd Massimiliano Valerian, il filosofo Gianni Vattimo, l’ex calciatore del Livorno (ora gioca in Ucraina) Cristiano Lucarelli, il senatore del Prc Giovanni Russo Spena, Mauro Bulgarelli dei Verdi, Marco Rizzo del Pdci, i Cobas scuola e l’Arcigay Roma.

Il presidente provinciale dell’Anpi, Massimo Rendina, esprime preoccupazione per “l’insorgere dei fascismi, non solo quello storico ma quello strisciante, che ha portato alle aggressioni di Renato Biagetti (accoltellato dopo un concerto a Focene, sul litorale romano, nell’agosto 2006, ndr) e recentemente a Torbellamonaca”. Nel corso dell’iniziativa, uno studente ha ricordato le aggressioni compiute al liceo Tasso, nella capitale, da parte “di fascisti che rivendicano di esserlo apertamente”. E ha lanciato la proposta di un’assemblea, il 30 novembre, al liceo Farnesina, dove lo scorso anno apparve per la prima volta il Blocco Studentesco, l’organizzazione legata alla Fiamma Tricolore.

La consigliera comunale di Rifondazione, Adriana Spera, accusa le istituzioni di “troppa leggerezza sull’argomento” e contesta al Comune di Roma che, “ancora una volta”, nell’organizzare l’annuale viaggio ad Auschwitz per le scuole, non siano stati invitati gay, rom e disabili. Ai ragazzi che torneranno da quel viaggio, il consigliere dell’Ulivo in Campidoglio, Paolo Masini, propone di ripulire i muri della città da scritte razziste e xenofobe.

“Abbiamo aderito all’appello – spiega Fabrizio Marrazzo, presidente di Arcigay Roma – perché le persone lesbiche, gay e trans sono tra le prime vittime della propaganda neofascista. Crediamo che favorire una cultura dell’accoglienza e del dialogo sia tra le missioni principali della scuola”. Intanto Rendina ha fatto sapere che l’Anpi ha costituito un pool di avvocati, che avranno il compito di denunciare eventuali omissioni di atti d’ufficio da parte di autorità e istituzioni nei confronti di chi propaganda il fascismo, vietato dalla Costituzione e dalle legge Scelba e Mancino.

(5 novembre 2007)


Da AprileOnLine

Scuola, al bando ogni fascismo

Marzia Bonacci, 05 novembre 2007

Politica & Formazione

In un incontro presso la Casa della memoria e della storia, organizzato dall’ Anpi e da diverse associazioni studentesche, si è affrontato il tema della recrudescenza neofascista negli istituti capitolini. Ed è stato scritto un appello indirizzato al ministro Fioroni perchè si attuino tutte le misure per evitare che si ripetano episodi di violenza

Mettere al bando il fascismo, qualsiasi forma, anche moderna, esso assuma. Sradicare la bestia polimorfa che trova riferimento nel ‘900 ma che veste anche i panni della storia recente, spesso trasformandosi in odio verso le minoranze etniche o la comunità glbt. Allontanarlo in particolare da quel luogo di formazione e di speranza nel futuro che è la scuola, dove pure esso alberga, purtroppo in molti casi in modo tutt’altro che velato, camuffato. Recrudescenza di “miti” antichi, di quel credere-obbedire-combattere capace di rendersi visibile sotto la forma di aggressioni e intimidazioni ai danni di giovani studenti che lo contrastano, facendosi in taluni casi portatori della memoria storica attraverso appuntamenti, manifestazioni, incontri con personalità e intellettuali che di questa stessa militanza antifascista sono stati protagonisti. Questo il senso dell’incontro organizzato presso la Casa della memoria e della storia dall’Associazione Nazionale partigiani (Anpi) e da alcune associazioni studentesche proprio sul fenomeno, in drammatica crescita, degli agguati di stampo fascista che si ripetono ormai da anni nella capitale ai danni soprattutto di liceali in prima linea nel conservare un ricordo del “Secolo breve” e delle sue aberrazioni politiche. Un incontro da cui è scaturita una lettera-appello indirizzata al ministro della Pubblica Istruzione Giuseppe Fioroni e al prefetto capitolino Carlo Mosca affinché venga garantita la democrazia e il rispetto della legge (la Scelba e la Mancino, per esempio, che condannano chiunque propagandi il fascismo e le convinzioni razziste).
Come si legge nel documento, “nelle scuole della capitale gruppuscoli di neofascisti, usati e strumentalizzati dai soliti noti, stanno provando a propagandare e praticare una cultura inaccettabile di violenza, sessismo, razzismo, prevaricazione”, rispetto a cui i promotori chiedono una risposta istituzionale chiara. Inoltre, si esorta il ministro Fioroni “a ricevere una rappresentanza che possa consegnare un dossier sulle attività di tali gruppi”. La cronaca recente è infatti costellata di episodi di violenza, come quella perpetuata durante il corteo nazionale del 12 ottobre, al termine del quale uno studente è stata ricoverato con 15 punti di sutura in testa; oppure l´aggressione agli studenti del liceo Tasso di pochi giorni fa, “ad opera di chi sostiene di volantinare ma lo fa armato di cinghie e manganelli”, o ancora il pestaggio brutale di tre ragazzi in un parco di Ostia. Per finire, altrettanto tristemente, con scritte intimidatorie comparse davanti al liceo Aristofane all’indirizzo di due ragazze lesbiche, firmate da celtiche e svastiche.

Un comportamento “inaccettabile”, dunque, per “una città che vuole essere esempio di legalità”, a cui si potrebbe rispondere, secondo i firmatari dell’appello, impedendo che “ai diversi livelli di rappresentanza si candidino gruppi dichiaratamente fascisti, che talvolta prendono persino le difese del Terzo Reich”. La scuola in quanto “luogo privilegiato di cultura e partecipazione” non può essere “terreno per una propaganda vergognosa e squallida che tenta, sfruttando la crisi di memoria storica, di riportarci nei periodi peggiori della nostra storia”. Per questo, bisogna predisporre “adeguate misure per far si che non possano esserci propaganda e rappresentanza studentesca con idee di matrice evidentemente neofascista”.

Per ora il documento ha incassato il sostegno di diversi intellettuali ed esponenti politici: Alessandro Portelli, storico e delegato del Comune alla memoria, Rosario Bentivegna, medaglia oro della Resistenza, il filosofo Gianni Vattimo, il calciatore Cristiano Lucarelli, il senatore Giovanni Russo Spena (Prc), Mauro Bulgarelli (Verdi), Marco Rizzo (europarlamentare Pdci) e, naturalmente, l´Associazione partigiani di Roma, l’ArciGay Roma e i Cobas della scuola. Adesioni che confermano quanto il fenomeno desti allarme e non meriti sottovalutazione alcuna, come spiegato dallo stesso Massimo Rendina, partigiano e segretario provinciale dell’Anpi, il quale nel suo intervento ha richiamato all’attenzione il drammatico ed emblematico episodio dell’agosto 2006: la morte del giovane Renato Biagetti, accoltellato a Focene, sul litorale romano, all’uscita da una festa reggae da ragazzi neofascisti. Rendina ha poi sottolineato come l’Anpi si sia mobilitata per costituire un pool di avvocati che avranno il compito di denunciare eventuali omissioni di atti d’ufficio da parte di autorità e istituzioni verso chi propagandi il fascismo, in contrasto con la Costituzione.
Stessa preoccupazione si è ravvisata nelle parole di un giovane studente romano che, ricordano le aggressioni verificatesi al Liceo Tasso, ha lanciato la proposta di un’assemblea da tenere il 30 novembre al liceo Farnesina, dove lo scorso anno apparve per la prima volta il Blocco Studentesco, organizzazione giovanile legata alla Fiamma Tricolore.

Ma la questione è più spinosa perché sfiora anche le responsabilità dei rappresentanti politici, oltre al tema del rapporto con le comunità straniere, oggi oggetto privilegiato dell’odio e della propaganda neofascista. Adriana Spera, consigliera comunale di Rifondazione, ha infatti accusato le istituzioni di “troppa leggerezza sull’argomento” e ha contestato al Comune di Roma che, “ancora una volta”, nell’organizzare l’annuale viaggio ad Auschwitz per le scuole, non siano stati invitati gay, rom e disabili.

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