Bergamo - Le autorità italiane complici della repressione turca: arrestato attivista Bahar Kimyongur

Bahar Kimyongur, compagno turco da anni attivo nell'organizzazione di Tayad, movimento di solidarietà con prigionieri e prigioniere nelle galere del regime di Istanbul, impegnato nella denuncia e nella controinformazione rispetto alle morti e alla tortura nell'apparato di sterminio turco (dalla mattanza nelle carceri di tipo-F ai continui scioperi della fame messi in atto come forma di resistenza) è stato arrestato giovedì mattina all'aeroporto di Bergamo da agenti della Digos. Le autorità italiane, come sacrificio sugli altari di interessi economici e geopolitici condivisi (sono centinaia le aziende italiane impiantate in Turchia, dal tessile alla cosmetica, dall'energetico alle infrastrutture), sono pronte a consegnare Bahar alle forze repressive turche, note per la loro brutalità al di fuori di ogni parametro dei burocrati dei diritti umani.

riceviamo e diffondiamo alcuni comunicati e aggiornamenti:


URGENTE: ARRESTATO ALL'AEROPORTO DI BERGAMO – MILANO IL COMPAGNO BAHAR KIMYONGUR!


Questa sera e domani sera dovevano tenersi due incontri-dibattiti sulla situazione in Medio Oriente, una a Monza al F.O.A. Boccaccio l'altra a Padova presso l'Aula di studio Galilei, con la partecipazione del compagno turco-belga Bahar Kimyongur, già attivo nel movimento della Tayad, già incarcerato e poi assolto in Belgio per l'accusa di far parte del gruppo comunista turco Dhkc-p e oggi protagonista a livello internazionale nel movimento contro l'aggressione alla Siria e in particolar modo contro le ingerenze della Turchia di Erdogan.

Una volta giunto all'aeroporto di Bergamo-Milano, il compagno è stato però prelevato immediatamente dalla Digos di Bergamo, portato in questura e attualmente si trova nel carcere di Bergamo.

Già lo scorso giugno, durante un giro di analoghe iniziative in Spagna, Bahar era stato arrestato su richiesta di estradizione da parte della Turchia e poi rilasciato su cauzione. Oggi questo scenario pare ripetersi.

Chiamiamo tutti i compagni e le compagne che hanno a cuore la causa della liberazione dei popoli, le forze attive nella lotta contro la guerra imperialista e la repressione, a mobilitarsi per la liberazione di Bahar. Dobbiamo impedire che lo stato italiano ripeta quanto già fatto con Ocalan e cioè consegni ai boia fascisti del regime turco un compagno la cui colpa è stata quella di schierarsi senza mezzi termini contro le barbarie della guerra imperialista, del fascismo turco e del colonialismo occidentale in Medio Oriente!


LIBERTA' PER BAHAR!

MOBILITIAMOCI CON OGNI MEZZO NECESSARIO PER LA SUA LIBERAZIONE!

CONTRO LA GUERRA IMPERIALISTA E LA REPRESSIONE, ORA E SEMPRE RESISTENZA!


Compagni e compagne del Collettivo Tazebao per la propaganda comunista


AGGIORNAMENTO:

Il compagno Bahar Kimyongur, arrestato ieri mattina appena sceso all’aeroporto di Bergamo-Milano, si trova detenuto nel carcere di Bergamo. Stando ai media della borghesia, Bahar è stato arrestato con un mandato di cattura internazionale con l’accusa di terrorismo, strumento con cui il governo turco cerca di incarcerarlo da anni nonostante sia stato stato sempre assolto. A breve dovrebbe esserci un’udienza che stabilirà la validità o meno del mandato di cattura. Nel frattempo rinnoviamo l’invito a tutti e tutte a diffondere la notizia e a mobilitarsi. Oggi, 22 novembre, l’iniziativa alle 18.30 nell’aula studio Galilei (via Galilei, laterale via del Santo-vicino la facoltà di Scienze Politiche) è confermata. Invitiamo tutti e tutte a partecipare.

La solidarietà è un’arma!

AGGORNAMENTO SOLIDARIETA':



 Libertà per il compagno Bahar, contro la repressione non si tace!


Ieri, venerdì 22 novembre, si sarebbe dovuta tenere un'iniziativa nell'aula studio Galilei con il compagno belga-turco Bahar Kimyongur sulla situazione in Medio Oriente e, nello specifico, sul ruolo della Turchia del fascista Erdogan.

Abbiamo deciso di mantenere l'iniziativa con l'obiettivo di costruire e rilanciare la solidarietà nei confronti del compagno, che ricordiamo essere stato arrestato appena arrivato in Italia giovedì 21 novembre ed è attualmente detenuto nel carcere di Bergamo.

L'Università di Padova, da sempre ligia ai diktat di questori e prefetti, ha pensato bene di chiudere dalla mattina l'aula studio, motivando la scelta con “urgenti attività di manutenzione”. Se da un lato è palese il tentativo di fermare l'espressione della solidarietà, dall'altro è da sottolineare l'indifferenza nei confronti del bisogno degli studenti di aver accesso a luoghi in cui poter studiare; luoghi che di per sé già scarseggiano a Padova.

Se l'obiettivo era metterci sotto silenzio si sono sbagliati di grosso: dopo esserci recati di fronte l’aula studio, dove cinque compagni sono stati prontamente identificati dalla polizia, una trentina di persone, tra compagni e solidali, si è riversata sotto la Prefettura di Padova organizzando un presidio con numerosi slogan e interventi, aprendo uno striscione che recitava la frase “LO STATO ITALIANO SEQUESTRA GLI OPPOSITORI AL FASCISMO TURCO-LIBERTA’ PER BAHAR!”. Successivamente si sono percorse in corteo alcune vie del centro storico continuando a denunciare il sequestro del compagno, il tentativo di fermare l'iniziativa e rilanciando la solidarietà e la lotta antimperialista.


Nessuna repressione riuscirà a imbavagliare la solidarietà internazionalista! Rilanciamo la mobilitazione per ottenere la liberazione immediata del compagno Bahar.


Padova, 23-11-2013


Collettivo Politico Gramigna

Lun, 25/11/2013 – 09:34
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