Bologna - C’è ancora un lager in via Mattei...

Testo del volantino che verrà distribuito oggi 3 marzo nel presidio in solidarietà ai detenuti nel lager di va Mattei. Il presidio si terrà a Bologna, sotto le due torri a partire dalle 17.
C’è ancora un lager in via Mattei...
E continuano ancora a esserci in tutta Italia, pieni di esseri umani senza un documento da far valere e per questo rinchiusi, sequestrati dallo Stato italiano, colpevoli di aver provato a cambiare vita, colpevoli di aver cercato una via d’uscita dalla guerra, dalla fame. Utili quando c’è da lavorare sodo, comodi alla deriva securitaria che incalza e alla propaganda fascista che li dipinge come nemici dei bravi cittadini italiani.
A Bologna il lager, il carcere amministrativo per immigrati, ora chiamato Cie, Centro di identificazione ed espulsione, è in via Mattei. Ospita al momento una sessantina di reclusi di diversa provenienza. In attesa dell’espulsione subiscono maltrattamenti di vario tipo, mangiano male (il cibo viene spesso insaporito con tranquillanti), dormono per terra e se chiedono assistenza medica vengono ignorati.Ma non è questo che accende la loro rabbia in questi giorni, quanto piuttosto il pensiero che la loro prigionia, grazie all’infame pacchetto sicurezza, emanato il 23 febbraio scorso, potrà essere prolungata fino a sei mesi e non più fino a due, come succedeva in passato. Sono arrabbiati perché le loro condizioni peggiorano di legge in legge, nell’indifferenza dei media che continuano a fare il loro sporco spettacolo di illusionisti dell’informazione, in pratica rincoglionendo la “pubblica opinione”.
Venerdì scorso (27 febbraio) durante un presidio di solidarietà di fronte al Cie, i reclusi hanno risposto al nostro saluto battendo forte sulle inferriate, per far arrivare anche fuori la loro protesta contro i soprusi e le vessazioni cui sono costretti. Nonostante le mura alte più di quattro metri sono riusciti a urlare l’insopportabilità della miseria che vivono, circondati da soldati e poliziotti e nelle mani di un questore che ha la facoltà di trattenerli di sessanta giorni in sessanta giorni fino a 6 mesi o mandarli via.
Nella giornata di ieri (2 marzo) inoltre, nel tardo pomeriggio, una protesta ha acceso gli animi all’interno dell’odiosa struttura, portando coloro che vogliono guadagnarsi solo la libertà di scegliere per sé e della propria vita a tentare la fuga. Purtroppo ieri nessuno è fuggito, visto la folta schiera di cani da guardia in divisa, ma la rabbia non si ammansisce, esplode!
SOLIDARIETÀ AI RECLUSI, AI RIVOLTOSI, AI FUGGITIVI, AI RABBIOSI
NO AI CIE E ALLE ESPULSIONI
Anarchici

Mar, 03/03/2009 – 15:10
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