Bologna - La polizia uccide ovunque... Ordigni contro filiale Unicredit
fonte: il resto del carlino
Due ordigni contro l'Unicredit La Procura: "Un vero atto terroristico" Sul posto è stato trovato anche un contenitore di vernice utilizzata per scrivere sul muro “la Polizia uccide ovunque, insorgiamo ovunque”. A occuparsi dell'indagine il pool antiterrorismo, gia' titolare delle indagini sulle tre bombe molotov lanciate contro altrettanti sportelli
Bologna, 20 dicembre 2008 - Questa notte, alle 3.35, sono stati fatti esplodere due ordigni contro la filiale dell’Unicredit di via Massarenti, a Bologna. Sul posto è arrivata la Polizia chiamata da alcuni inquilini del palazzo di fronte, svegliati dai due boati. Gli agenti hanno trovato nel luogo dell’esplosione i resti di due ordigni rudimentali collocati nella porta secondaria dell’istituto bancario: si tratta di due bombolette a gas da campeggio innescate da un pezzo di stoffa. Sul posto è stato trovato anche un contenitore di vernice utilizzata per scrivere sul muro “la Polizia uccide ovunque, insorgiamo ovunque”. A causa dell’esplosione si è alzato molto fumo per il principio di incendio che ha annerito i muri della banca. Non ci sono stati feriti.
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Bologna, 20 dicembre 2008 - Per la Procura di Bologna la bomba lanciata questa notte contro una filiale Unicredit e’ stato un atto di terrorismo compiuto con l’utilizzo di ordigni esplosivi. E’ questo il principale reato ipotizzato nel fascicolo aperto stamattina in piazza Trento Trieste contro ignoti. A occuparsi dell’indagine sara’ il pm Morena Plazzi, del pool antiterrorismo, gia’ titolare delle indagini sulle tre bombe molotov lanciate contro altrettanti sportelli bancomat di Unicredit all’inizio di novembre. Oltre al reato che punisce gli atti diretti a danneggiare cose altrui con finalita’ di terrorismo mediante l’uso di congegni esplosivi, nel fascicolo aperto per la bomba di questa notte sono ipotizzati anche il danneggiamento aggravato, il deturpamento e l’imbrattamento.
Le modalita’ e la scritta di rivendicazione tracciata proprio li’ di fianco, in Procura non lasciano molti dubbi sulla matrice anarco-insurrezionalista dell’episodio di questa notte. Tra l’altro, agli inquirenti non e’ sfuggito l’appello all’”azione”, proprio per la giornata di oggi, che sui siti di riferimento correva ormai da una decina di giorni. Per oggi, e’ il messagio lanciato in diversi siti web, e’ stata indetta in tutta Europa la “Giornata di azione internazionale contro gli omicidi di Stato”, all’insegna dello slogan “Noi non dimentichiamo, noi non perdoniamo”. L’iniziativa e’ partita dall’assemblea del Politecnico occupato di Atene, in rivolta da ormai due settimane dopo l’uccisione del ragazzo di 15 anni da parte della Polizia, ma l’invito e’ quello a dar vita a un “giorno comune di azioni coordinate di resistenza in piu’ posti possibile in giro per il mondo”, in memoria delle persone “assassinate” dalle forze dell’ordine, da Carlo Giuliani a Genova nel 2001 ad Alexandros Alexis Grigoropoulos, il 15enne morto in Grecia.
Per quanto riguarda la bomba lanciata questa notte contro la filiale Unicredit di via Massarenti, l’attentato e’ stato fatto contro la porta d’emergenza, non sul lato anteriore dell’istituto di credito. Si tratta di un punto rientrante, in cui c’e’ anche un portico, e non ci sono telecamere. Per l’esplosione sono state utilizzate due bombolette di gas da campeggio e alcuni pezzi di stoffa per l’innesco: l’ordigno ha divelto la porta d’emergenza, rotto il vetro blindato e provocato un principio d’incendio che ha annerito i muri. Secondo gli inquirenti, il potenziale dell’ordigno non e’ da poco e sicuramente avrebbe potuto essere molto pericoloso se ci fosse stato qualcuno nelle vicinanze, anche considerando che uno dei tappi delle due bombolette e’ stato ritrovato a cinque metri di distanza dal punto dell’esplosione. Sempre con il gas era stata realizzata la bomba lanciata il 10 maggio 2007 contro un’agenzia interinale di via Mazzini. La stessa notte, una bomba carta aveva colpito un’altra agenzia in via Sabotino. Sono entrambe modalita’, ragionano in Procura, spesso utilizzate, in passato, dagli attivisti anarchici locali. Intanto, si apprende che ha avuto scarso esito l’esame dei filmati delle telecamere per le tre bombe molotov di inizio novembre: nei fotogrammi registrati in via Bellaria, si intravede una figura incappucciata appena prima della fiammata. Per gli inquirenti e’ di ben poco aiuto.
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