Cile - Faccia a faccia col nemico [Sulla perquisizione del "CSO Sacco y Vanzetti, La Crota e L'Idea"]

traduzione di culmine.noblogs.org

"E' finita la guerra"... sono state le prime parole che abbiamo ascoltato dopo la prima sessione di colpi da parte del gruppo ERTA (Equipo de Reacción Táctica) della Policía De Investigaciones, tutti incappucciati, armi in mano, caschi, scudi e tutta una serie di strumenti e di feticci per la repressione sulle loro divise. Alle 6 di
mattina dell'11 dicembre...
Da mesi sapevamo che sarebbero venuti, perché tante erano le minacce sulla bocca dei detentori del potere. Tutti hanno sproloquiato sulle occupazioni, sul fatto che i centri sociali dovevano essere puniti per il più imperdonabile dei delitti, quello di opporsi all'autorità.
Settimana dopo settimana ricevevamo gli avvertimenti dalla stampa. A nostro avviso c'è stato chi ha orchestrato questa mossa strategica a soli due giorni dalle elezioni. Di fronte all'inefficacia delle indagini sugli attentati degli ultimi anni, si sono inventati una figura da arrestare o neutralizzare: "el okupa", giovane e vegetariano.
All'alba, siamo stati svegliati dai colpi di alienati. Abbiamo cercato di difenderci con quel che potevamo. Alle nostre grida di disprezzo hanno risposto con delle raffiche di colpi, tipico dialogo del capitale, che senza il trucco mostra l'uguaglianza tra la dittatura e la democrazia.

Gli agenti hanno fatto mostra dei nuovi giocattoli: fucili con mirino laser, gas al peperoncino e pallottole di gomma. Due buffoni avevano pronti gli estintori per paura del nostro fuoco.
Entrando hanno proceduto a distruggere tutto quel che incontravano: porte tetto, mobili, pavimento, libri, foto, piante, ecc.

Volevano costringerci a stare in ginocchio, mentre ci puntavano addosso i loro fucili. Al nostro rifiuto sono partiti gli insulti, le offese ed infine le manette ai polsi. Da quel momento mentre alcuni sbirri picchiavano, altri distruggevano tutto, altri scattavano foto ed altri si prendevano un caffè.
Dalla nostra casa hanno sequestrato: indumenti, manifesti, bici, computer ed altro materiale. Dopo due ore abbiamo ci hanno condotto in commissariato, mentre contemporaneamente altre posti occupati erano anch'essi sottoposti a perquisizione.
Condotti nella BIPE (Brigada de Investigaciones Policiales Especiales) siamo stati informati del fermo per aggressione contro uno sbirro e per danneggiamenti di due blindati. Ci hanno mostrato solo alcune delle cose sequestrate, come libri, riviste e centinaia di CD. Ci hanno chiesto di accettare l'interrogatorio e ci hanno strappato capelli per avere campioni di DNA, nonostante il nostro rifiuto.
Siamo stati pesati, misurati, hanno preso le impronte digitali ci hanno fotografati. Da lì siamo stati trasferiti al Centro de Justicia e siamo rimasti sotto la custodia della Gendarmería. Anche qui il trattamento è stato il solito: insulti, umiliazioni, palpeggiamenti e colpi. Abbiamo dovuto sopportare, ammanettati, una sessione di calci e pugni. I carcerieri non sopportano che qualcuno mantenga la dignità, perché essi non sanno neanche di cosa si tratti.

Dinanzi all'accaduto c'è tanto da riflettere. La perquisizione simultanea è un chiaro esempio dello stile italiano, mentre le perquisizioni alla vigilia delle elezioni sono un procedimento molto noto in Grecia. E' evidente che l'internazionalismo viene applicato dai nemici, che condividono strategie e metodi d'azione. Di fronte all'internazionalismo dei potenti, noi dobbiamo opporre l'internazionalismo antiautorititario.
Non dimentichiamo che sono stati gli stessi uffici ministeriali cileni a chiedere consigli al magistrato italiano Antonio Marini per iniziare a comprendere le posizioni anarchiche, insurrezionali ed antiautoritarie. Meno di un mese fa è giunta la conferma che gli sbirri cileni stanno ricevendo istruzioni da parte di agenti dell'FBI.
Siccome la repressione non conosce frontiere, è evidente che nemmeno la solidarietà deve fermarsi su questioni geografiche imposte dalle ansie di conquista di qualche monarca morto. Nostro terreno d'azione è la Terra intera, non conosciamo frontiere né barriere fittizie.
Con questo comunicato vogliamo che quel che è accaduto a noi non resti all'interno dei nostri affetti più intimi. I colpi che noi abbiamo ricevuto sono da inserire nella guerra sociale, che il nemico ha intrapreso da molti anni.
Il vero obiettivo delle perquisizioni non era tanto quello della ricerca di eventuali prove contro di noi, bensì nell'effetto dell'eco che gli arresti avrebbero dovuto provocare... il segnale è evidente: chi si oppone ad ogni forma d'autorità ha di fronte a sé una plotone di sbirri, spari, furti, sequestri, botte e umiliazioni.
Circostanze come questa ci fanno riflettere sul bisogno impellente che moltiplichino le occupazioni, gli spazi collettivizzati e le espressioni da strada con una chiara visione antigerarchica.
Adesso siamo liberi, siamo tornati nel CSO, stiamo cercando di ricostruire quel che possiamo. Ma sappiamo che in futuro arriveranno altri attacchi, magari durante date emblematiche.
Intanto, inviamo un nostro affettuoso saluto a tutti i compagni che quel giorno ci sono stati vicini, a coloro che hanno cercato di venire alla casa occupata o fuori della BIPE, a coloro che hanno difeso quel che restava della casa, a coloro che hanno mostrato la loro solidarietà durante l'udienza e che ci hanno inviato parole di
incoraggiamento. Grazie compagni, grazie a tutti voi.
Forza e coraggio a tutti gli altri spazi perquisiti, in cui i compagni si sono scontrati senza paura.
Un saluto anche ai compagni di altri parti del mondo che, nonostante siano sequestrati da anni dallo Stato, mantengono viva la fiamma dello scontro verso il potere e che prossimamente effettueranno una settimana internazionale di agitazione all'interno delle carceri.
Infine, aggiungiamo un saluto e una riconoscenza allo sforzo proveniente da altre regioni del Cile, in cui possiamo vedere chiaramente come s'espande la sete di rivolta.

“E' finita la guerra"... s'è sbagliato lo sbirro dell'ERTA ! LA GUERRA SOCIALE NON SI FERMA!!

“Ma è giunta l'ora che sappiano che non ci sono leggi che rispettiamo, che se c'è da lottare li attaccheremo, che se c'è da scontrarci ammazzeremo i loro cani, che se c'è da morire, saranno essi a morire per primi. Ed il mio canto non è di pianto, il mio canto non è di protesta, che questo canto sia un canto di lotta" canzone del fratello, amico e guerriero  Mauricio Morales, il punky mauri.

Centro Social Okupado e Perquisito Sacco y Vanzetti
13 dicembre 2009, $antiago, $hile

www.okupasaccoyvanzetti.blogspot.com


Cronaca delle perquisizioni cilene dell'11 dicembre

Alle 6 di mattina dell'11 dicembre sia i Carabineros che la PDI hanno sottoposto a perquisizione 4 Centro Sociali Occupati e 2 case private, a Santiago del Cile. Le perquisizioni sono da inserirsi all'interno delle indagini sugli attentati esplosivi.

Il Centro Social Okupado y Biblioteca Sacco y Vanzetti, nel centro della capitale, è stato perquisito da una squadra militarizzata della Policía de Investigaciones (armata di mitra, fucili ed armi corte). I compagni hanno resistito e si sono scontrati con gli sbirri. 4 compagni sono stati arrestati e trasferiti alla BIPE (Brigada de Investigaciones Policiales Especiales) per aggressione a pubblico ufficiale. Dal CSO sono stati sequestrati: bici, cellulari, libri, pennini, hard disk, ecc.

Contemporaneamente è stata perquisita La Okupa La Idea, nel centro della capitale, ed è la terza volta in pochi mesi. Ad agire sono stati i Carabineros del GOPE (Grupo de Operaciones Policiales Especiales), delle Fuerzas Especiales e del Labocar (Departamento de Criminalística), tutti pesantemente armati. Da La Idea hanno sequestrato pennini, hard disk, bici, propaganda, ecc... Non risulta ci siano stati arresti in questo posto.

Sempre nel centro di Santiago è stata perquisita La Okupa La Crota, provvista anche di una biblioteca chiamata Centro de Documentación Anarkista Itinerante. Sul posto sono entrati agenti dei Carabineros (GOPE, Labocar, Fuerzas Especiales e agenti in borghese), puntando mitra e pistole. I compagni hanno difeso il posto. 5 di essi sono stati arrestati per lesioni ai carabineros e trasferiti al 33° commissariato di Ñuñoa. Dal luogo occupato gli agenti hanno sequestrato bici, cd, pennini, documenti di ricerca, propaganda, hard disk, cellulari, ecc.

La quarta perquisizione ai danni de La Okupa El Hogar, nel comune del Bosque, realizzata dai Carabineros (GOPE, Labocar, Fuerzas Especiales e agenti in borghese); anche qui sequestrato diverso materiale.

Le due case perquisite si trovano nei comuni di Recoleta e di Macul.

12 sono i compagni arrestati dal potere, in una visibile manovra di frustrazione nel non riuscire ad ottenere risultati nel “Caso Bombas”.

A rompere, liberare, incollare, verniciare, lanciar sassi, incendiare, detonare e comunicare... che l'offensiva e la vendetta si espandano come la peste nera e che rimbombi nelle loro orecchie, perché se toccano uno dei noi toccano tutti noi!

fonte: Liberación Total, sempre su questo sito cileno: foto e video delle perquisizioni.

Mar, 15/12/2009 – 18:39
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