Torino - Comunicato Fenix - Squatters


IL TRIANGOLO DELLA REPRESSIONE PERDE UN VERTICE
LA MONTATURA PETRONZI – TATANGELO CROLLA A PEZZI

Torino-
Nella notte dell’11 giugno 2005 una squadraccia fascista attacca il Barocchio Squat, una casa occupata nella periferia di Torino. Due abitanti vengono sprangati e accoltellati. Uno di loro viene operato d’urgenza in ospedale con l’intestino trapassato.
Il sabato successivo (18 giugno) un corteo spontaneo di antifascisti parte da piazza Madama Cristina, con l’intento di denunciare l’aggressione fascista, alla volta del centro della città.
All’incrocio con via Po il corteo viene caricato dalla polizia per impedire che prosegua verso piazza Castello.
Subito due manifestanti, che si erano fermati ad aiutare altri due caduti durante la carica, vengono arrestati.
Il 20 luglio viene sgomberata Fenix “covo” degli antifa ed arrestati altri 10 partecipanti alla manifestazione, l’accusa è devastazione e saccheggio: reato punibile con una reclusione da 8 a 15 anni.
Gli autori di questa incredibile accusa sono il capo dell’antiterrorismo Giuseppe Petronzi e il PM Marcello Tatangelo, già conosciuti per una colossale quanto inconsistente montatura politica datata 1998, realizzata insieme allo “specialista”, il PM Maurizio Laudi: quella riguardante i “Lupi Grigi” ed i presunti “Ecoterroristi della Valsusa”. All’epoca il giochetto costò la morte di due indagati, mentre il terzo dovette sopportare 4 anni di detenzione e la sentenza in Cassazione per veder cadere il reato di associazione eversiva (il famoso art. 270 bis).
Anche questa volta la montatura è altrettanto sfacciata e arrogante, dopo due anni dall’inizio del processo, il 30 ottobre, nella sua requisitoria il PM chiede 5 anni e 5 mesi per tutti gli imputati.
L’interpretazione di Tatangelo è lineare: si applica il reato di devastazione e saccheggio ogni volta che la condotta incriminata abbia la finalità esplicita di turbare l’ordine pubblico, al di là del fatto – trascurabile – che si siano verificate effettivamente devastazioni e saccheggi. La condizione indicata dal PM è che si susciti paura e insicurezza tra i cittadini. In particolare se ci si trova nel centro buono della città di sabato pomeriggio.
Per questo, alcuni tavolini ribaltati, una vetrina rotta ed una barricata improvvisata per arginare la carica della polizia sono sufficienti per giustificare un’accusa del genere in quanto avvenuti nel salotto torinese.
Oggi 10 dicembre 2007 crolla la montatura Petronzi – Tatangelo, la sentenza in primo grado fa cadere l’accusa di devastazione e saccheggio poiché il fatto non sussiste.
Per dare un contentino alla repressione poliziesca i giudici comunque condannano i 10 antifascisti a 1 anno e 3 mesi per resistenza e lesioni. Una pena pesantissima.
Il messaggio è chiaro: in una città come Torino, medaglia d’oro al valore per la Resistenza, l’antifascismo deve essere fermato con le cariche di polizia in piazza e dai PM forcaioli in tribunale.
Ma, se da un punto di vista etico, vi abbiamo finora descritto una storia ripugnante di arroganza del potere, sotto un profilo politico è importante che la montatura sia caduta proprio a Torino, città che presenta un movimento anarchico radicato e battagliero, contiguo ad un fortissimo movimento popolare come quello NO TAV.
Il progetto repressivo degli strapotenti vertici della polizia e della magistratura italiana non è passato. Condannare a pene spropositate i manifestanti dell’ex triangolo industriale per le ultime manifestazioni in cui ci sono stati scontri, attraverso l’uso stupefacente di reati impropri ed esagerati, doveva essere la premessa alla criminalizzazione di tutte le manifestazioni sgradite al potere – leggi non istituzionali – che, dopo una breve carica decisa dai birri, potranno essere incriminate di saccheggio e devastazione, da addossare agli elementi considerati più attivi.
Dunque un gravissimo salto di qualità liberticida è stato compromesso con l’accannamento delle accuse più gravi agli antifascisti di Torino. Il triangolo repressivo non si chiude, anzi, perde un vertice. Il teorema forcaiolo elaborato dai fidi servitori dello Stato per eliminare dalle nostre piazze le manifestazioni sgradite ai loro padroni, traballa. E siamo ben lieti che questo accada a Torino.
Se purtroppo la sentenza contro gli antifa di Milano è stata confermata anche in appello, a Genova è ancora tutto da vedere per il G8.
Comunque il teorema repressivo, l’uso spregiudicato di reati improbabili, d’ora in poi, non sta in piedi, mancando il terzo punto d’appoggio. Chi doveva ratificarlo si è tirato indietro, lasciando scoperta la squadra dei promotori: la polizia politica nella figura del capo dell’antiterrorismo Petronzi e la Procura della Repubblica in quella di Tatangelo, con tutto il loro bravo codazzo di giornalisti asserviti capeggiati dal nazifascista Massimo Numa ed i loro mandanti politici, fra cui spicca la figura del Podestà Chiamparino, sempre inneggiante agli sbirri, nemico giurato dell’antifascismo che non sia vuota parata di burocrati come lui.

Siamo solidali con i nostri compagni condannati!
L’antifascismo non si arresta!

Torino, 10 dicembre 2007

Fenix per Torino Squatter
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Gio, 13/12/2007 – 08:28
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