La Digos indaga su Bologna e L'Aquila "Diamoci una mossa o diventa pericoloso"

fonte repubblica.it

Investigatori al lavoro dopo le scritte sotto casa di Biagi, il corteo pro-Br e le azioni contro il sindaco Cofferati. Mail di insulti alla Fondazione Biagi

Il procuratore capo Di Nicola: "Ci troviamo in una situazione in cui tutto è preoccupante"
Maroni: "Presenterò una denuncia per apologia di reato ed istigazione a delinquere"

BOLOGNA - Le scritte comparse a Bologna contro Marco Biagi e gli slogan a favore della Br Lioce scanditi durante la manifestazione che si è tenuta domenica scorsa davanti al carcere speciale dell'Aquila, sono al centro delle indagini della Digos emiliana e di quella abruzzese. Mentre la polizia postale indaga su una mail di insulti arrivata a Modena, alla fondazione intestata al giuslavorista ucciso nel 2002. Appello del procuratore capo Enrico Di Nicola: "Se non ci diamo una mossa qui diventa pericoloso".

Le scritte di Bologna. Gli investigatori a Bologna cercano di individuare l'autore o gli autori della scritta "Terrorista è lo Stato" comparsa in via Valdonica sul muro della casa del giuslavorista ucciso dalle Brigate rosse il 19 marzo del 2002. L'episodio si aggiunge ad altri simili, che si sono verificati in città nelle scorse settimane, con i volantini del PCC (Partito comunista combattente) contro Cofferati e con l'incendio di due auto nei pressi della casa del suo portavoce.

Un nuovo episodio inquietante. Un messaggio di posta elettronica con offese verso Marco Biagi ed il suo lavoro e parole di solidarietà verso i terroristi, è stato spedito nella tarda serata di ieri sulla posta elettronica del Centro studi Marco Biagi, che ha sede presso l'omonima fondazione dell'Università degli studi di Modena e Reggio Emilia. Dell'accaduto e delle indagini se ne sta occupando la questura di Modena e la polizia postale.

Il procuratore capo. A Bologna, intanto, non è ancora giunta in procura una segnalazione della Digos sulla scritta "Terrorista è lo Stato". L'ipotesi di reato più probabile per l'inchiesta che ne deriverà è apologia di reato, non tanto per la scritta in sè ma per il luogo dove è stata fatta. "Se non ci diamo una mossa qui diventa pericoloso", è la riflessione del procuratore capo Enrico Di Nicola. "Anche il trauma leggero può essere pericoloso per un organismo debilitato", dice il magistrato, facendo riferimento ai vari episodi concentrati in un periodo di caos per il Paese. "Ci troviamo in una situazione in cui tutto ciò che avviene, anche le piccole cose, diventano preoccupanti", afferma Di Nicola. Insomma la preoccupazione, è che "dalla sberla si può arrivare alla violenza". Ma il magistrato avvisa: "Non essere preoccupati è da sciocchi ma esserlo troppo è fuori luogo".

Il corteo all'Aquila. La Digos de L'Aquila ha rimesso un'informativa alla Procura della Repubblica per i fatti di ieri, quando, durante il corteo di protesta contro il regime del 41 bis e il successivo sit-in davanti al carcere delle Cosatrelle di Preturo, i circa 200 manifestanti, hanno inneggiato alla morte dell'ispettore Filippo Raciti, del professor Enzo Biagi e del professor D'Antona. Altri slogan scritti sui muri cittadini recitavano invece "Più vedove, più organi, più sbirri morti", oppure, "10, 100, 1000 Nassiriya".

L'Osservatore Romano. "Un'ignobile esibizione eversiva". Così l'Osservatore Romano bolla il corteo, durante il quale "alla luce del sole, duecento manifestanti, appartenenti alla cosiddetta 'area movimentista-eversiva', non hanno avuto alcun timore a gridare slogan a favore dei terroristi in carcere, frasi farneticanti inneggianti all'uccisione di un poliziotto, e altro repertorio eversivo".

La condanna di Cofferati. "Sono atti vergognosi che confermano l'esistenza di un brodo di cultura sul quale le forze dell'ordine devono intervenire per prosciugarlo rapidamente". Il sindaco di Bologna Sergio Cofferati, commenta così gli ultimi avvenimenti. "Si cerca di creare un meccanismo di attrazione - spiega - verso posizioni che sono anticipatrici o possono essere anticipatrici di terrorismo esplicito. La follia del terrorismo è ancora in campo, lo si vede dalle scritte".

Maroni: "Farò una denuncia per apologia". "Nei prossimi giorni presenterò alla magistratura una denuncia per apologia di reato ed istigazione a delinquere contro coloro che ieri all'Aquila hanno inneggiato all'assassinio di Marco Biagi e dell'ispettore Filippo Raciti". Ad annunciarlo è Roberto Maroni, presidente del gruppo Lega Nord alla Camera. "Allo stesso tempo - aggiunge Maroni - chiedo l'intervento immediato del ministro dell'Interno, affinché identifichi e prenda provvedimenti nei confronti di coloro che ieri hanno inneggiato alla lotta armata".

(4 giugno 2007)

Mar, 05/06/2007 – 15:02

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