Lettera di un compagno di Catania

Riceviamo e pubblichiamo questa lettera di Giuseppe, anarchico catanese al quale gli aguzzini in divisa dedicano particolare e infame accanimento, accusato in passato di aver lanciato una molotov contro una caserma dei carabinieri.

Viviamo in un periodo in cui la libertà è controllata e chi prova ad esprimere il dissenso viene placato mentalmente e fisicamente. Non è tollerabile che il solo esprimere un rifiuto diventi un pretesto per essere repressi. Basta con il controllo quotidiano, la libertà ci appartiene e non la potete controllare. Ci potete arrestare, picchiare, massacrare ed uccidere, come è già capitato. Non si fermano solo a questo ma tentano,ogni giorno di più, di infiltrarsi nel cuore dei ribelli fino al punto di vendere i loro corpi senza dignità, anestetizzandoci e rendendoci inoffensivi con i mezzi più assurdi e tecnologici che solo il potere ha in mano e fregandosene dei sentimenti che una persona può provare. Spero che tutto questo non capiti ancora per molto e che chi ha già subito ciò non rimpianga mai quanto ha fatto. Nessuno può giudicare le scelte che una persona ha intrapreso anche se gli resterà quella cicatrice indelebile dentro il cuore. Il dolore provocherà il tormento ma in esso continuerò a resistere.

Libertà per tutti i detenuti
Riscatto per l'intimità rubata
Con Carlo nel cuore continuo a resistere

Giuseppe Sciacca "Sucamorvo 22"
ORA BASTA!

Lun, 12/05/2008 – 02:32
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