Milano - Corelli in subbuglio

I detenuti di corelli sono giunti ormai al quinto giorno di sciopero della fame contro le insopportabili condizioni di vita all'interno del centro e contro il decreto sicurezza. Nel primo pomeriggio, dopo che sono giunti una trentina di detenuti trasferiti dal CIE di Gradisca, è iniziata una protesta collettiva, mentre sotto il CIE si ritrovavano una trentina di antirazzisti con bevande da consegnare agli scioperanti e la richiesta di avere un incontro con una delegazione dei detenuti.
In seguito al rifiuto dei funzionari di polizia di concedere l'incontro, la protesta è le3tteralmente divampata all'interno del centro; prima con forti percosse contro le porte poi dando fuoco a lenzuola e cartone (il fuoco è durato più di un'ora e mezza), infine scardinando alcune porte (quelle che impediscono loro di uscire all'aperto durante le ore notturne). Tutte le sezioni del CIE, compresa quella femnminile, sono state coinvolte dalla protesta, mentre contemporaneamente all'esterno prendeva corpo una lunga battitura a sostegno della lotta.
La polizia ha scelto di non intervenire, come invece era avvenuto in altre occasioni.
Dopo oltre tre ore, mentre giungeva notizia che lo sciopero era cominciato anche a Torino, il presidio si è sciolto con l'impegno di continuare a preseguire, nei prossimi giorni, l'obiettivo di incontrare i detenuti, continuando a dare loro voce.
Rinnoviamo l'invito a prendere contatto col comitato e a dare la propria disponibilità per organizzare al meglio le inizaitive di solidarietà e la presenza presso il centro

In allegato il volantino distribuito oggi

 


I detenuti di Corelli rispondono con la lotta al decreto sicurezza

Non lasciamoli soli!

Il "pacchetto sicurezza" è entrato definitivamente in vigore l’8 agosto e i suoi effetti cominciano da subito a farsi sentire. Nonostante sia evidente che molti nodi restano da sciogliere (per esempio sulla regolarizzazione delle badanti, così come sulla costituzione delle ronde), le forze dell’ordine lavorano a pieno ritmo con arresti e deportazioni un po’ ovunque.

Di fronte a questa situazione, e nella prospettiva di trascorrere ben sei mesi dentro quei moderni lager che vanno sotto il nome di CIE (ex-CPT), i detenuti di via Corelli tornano ad esprimere la loro protesta collettiva. Nei giorni scorsi molti detenuti sono entrati in sciopero della fame (e, per tre giorni, anche della sete) dando un segnale di lotta che è stato raccolto prima da Ponte Galeria (Roma) e poi da Gradisca (Gorizia).

Non è certo la prima volta che i CIE/CPT si infiammano di fronte alle condizioni di vita disumane, alle angherie compiute da poliziotti e degli operatori della Croce Rossa, ma soprattutto di fronte ad una immotivata e inaccettabile negazione della propria libertà.

Ma c’è una novità che va salutata e segnalata con forza: i detenuti finalmente cominciano ad essere in grado organizzarsi politicamente, lanciando appelli decisi collettivamente, traducendoli in più lingue e gestendo direttamente il rapporto con i mass-media (a questo indirizzo internet puoi ascoltare le interviste: www.macerie.org).

A noi, a tutti gli antirazzisti paladini della libertà e della giustizia, non resta che amplificare la loro voce e impegnarci a fondo per non lasciarli soli a combattere una battaglia che ci riguarda tutti.

Raccogliamo l’appello alla mobilitazione dei detenuti dando loro un sostegno concreto, rafforzando la presenza sotto il CIE di via Corelli. In particolare è importante far arrivare bevande direttamente al CIE, dato che l’acqua gli viene praticamente negata dai cosiddetti “operatori umanitari” della CRI ed è disponibile solo a pagamento

Tutti gli interessati sono invitati a prendere contatto con il comitato per la consegna collettiva delle bevande

Comitato antirazzista milanese

Tel: 366.1624136

Mail: info@antirazzistimilamo.org

 

 

Gio, 13/08/2009 – 11:43
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