[Parigi] Manifestazione notturna e sonora verso il CIE di Vincennes

16/11/2012 - 18:00
16/11/2012 - 23:35

Manifestazione notturna e sonora verso il CIE di Vincennes [Parigi, NdT].

Venerdì 16 novembre alle 18.

Che lo Stato sforni l’ennesima riforma per rinchiudere ed espellere sempre più stranieri (allungamento del controllo d’identità a 16 ore) sembra essere normale come chiedersi cosa si mangerà a cena. Rinchiudere le persone per 45 giorni [il limite massimo di detenzione nei CIE in Francia, NdT] per una questione di documenti è diventato accettabile. Sbattere in prigione o rimpinzare di calmanti chi rifiuta di lasciarsi rinchiudere, sfruttare o stigmatizzare è una cosa di una banalità estrema. Ma malgrado tutte le forze che sono messe in opera per farci accettare tutto ciò, ci sono persone che, dentro come fuori dei CIE, regolarmente si rivoltano e portano la propria solidarietà.

Il razzismo e la stigmatizzazione degli stranieri sono uno dei mezzi che il potere utilizza per designare un nemico comune. Il suo scopo è quello di aizzare i poveri gli uni contro gli altri. Dividere per meglio dominare. Bisogna che il mercato del lavoro sia caratterizzato dalla competizione, affinché possa nutrire ancora e sempre l’economia.

Si suppone che le frontiere siano state abolite, all’interno dello “spazio Schengen”, ma in realtà esse sono state rafforzate, all’interno di tutta l’Europa. La “minaccia” migratoria permette di giustificare un controllo permanente su tutte e tutti: nei trasporti pubblici, sui luoghi di lavoro, negli uffici amministrativi, per strada… Per qualcuno, un semplice controllo può portare alla detenzione ed all’espulsione. Questo è reso possibile anche dalla collaborazione attiva di banche (La Poste, BNP, Crédit Lyonnais…), agenzie interinali (Randsat e Adecco, che minacciano i sans-papiers di venderli alla polizia se fanno sciopero…), imprese di trasporti (SNCF, Air France, Air Maroc…), imprese di costruzione (Bouygues, Eiffage, Vinci… [che sfruttano manodopera clandestina a prezzi irrisori, NdT]), così come di tutte le associazioni (France terre d’asile, Croix Rouge, Forum réfugiés…) che cogestiscono la macchina delle espulsioni.

I CIE, come gli altri luoghi di privazione della libertà, sono uno dei mezzi repressivi con i quali lo Stato consolida il suo potere ed estende il proprio controllo sulla società. Vengono considerati come normali ed ammessi come facenti parte di un sistema che funziona meglio che può. Evidentemente, la macchina ben oliata delle politiche migratorie agisce contro quelle persone che non vogliono subire lo sfruttamento e la reclusione. Scoppiano rivolte nelle prigioni per stranieri in Europa ed altrove. Un anno fa, a Marsiglia, il CIE del Canet è andato a fuoco. Da quando è stato riaperto, gli atti di resistenza sono continui. Quest’estate, dei detenuti hanno rifiutato di farsi espellere e si sono rivoltati contro i quotidiani pestaggi da parte degli sbirri. Alcuni hanno cercato di incendiare il centro. Fuori, alcune persone hanno dimostrato la propria solidarietà nei loro confronti.

In questi ultimi anni, lo Stato ha cercato di spezzare le lotte, all’interno e all’esterno, utilizzando numerosi strumenti del suo apparato repressivo, compreso l’ antiterrorismo. Eppure, queste rivolte e questa solidarietà sfidano la rassegnazione. Organizzarsi per lottare contro i CIE e le frontiere significa anche opporsi agli strumenti di controllo e di repressione che li accompagnano.

Rifiutiamo di farci controllare e rinchiudere in prigioni e frontiere.

Attacchiamo i luoghi di reclusione ed il sistema che li produce.

Manifestiamo, facendoci vedere e sentire dai detenuti, venerdì 16 novembre alle 18 precise.

Appuntamento nel salone della stazione RER di Joinville-Le-Pont (RER A – direction Boissy-Saint-Léger).

fonte: https://nantes.indymedia.org/attachments/oct2012/tracta4.jpg




Lun, 05/11/2012 – 14:35
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