Il Max Mara Fashion Group manifesta ormai costantemente segni di insofferenza per la rumorosa presenza, davanti ai suoi negozi di tutto il mondo, delle attiviste e degli attivisti che hanno aderito alla campagna internazionale lanciata da AIP nei suoi confronti. Più di 30 città italiane e altri 13 Paesi d'Europa e d'America sono coinvolti ogni fine settimana nell'offensiva contro uno dei nomi della moda internazionale che più farebbe la differenza per milioni di animali se adottasse una politica fur-free. Finché la famiglia Maramotti non accetterà di interrompere la vendita di capi con inserti in vero pelo animale nei negozi a marchio MaxMara, Max&Co, Marella, Marina Rinaldi e tutti gli altri del gruppo, il collettivo romantispecismo andrà di fronte ai punti vendita in tutta la capitale a mostrare a dipendenti, clienti e semplici passanti la sofferenza procurata da ogni colletto e ogni polsino, l'orrore dell'industria della pelliccia che si cela dietro le luccicanti vetrine e i lussuosi vestiti.