Questa è la mia zona, è casa di mamma fiat, vi sgomberiamo

Ossia: noi ve l'avevamo detto, ora cazzi vostri...

Un piccolo e volante report sulla 4 giorni a torino, premetto che è come mi sono vissuto io la cosa, se altri pensano sia successo qualcosa di diverso inviino una integrazione/modifica.

Si è iniziato tutto verso le 18, una volta raccolte tutte le persone giunte dalle più varie e disparate parti di italia ci si muove.
Piccolo errore nell'affrontare la tangenziale e ci si perde, al posto che alla manifattura tabacchi, come annunciato, siamo verso Stupinigi, in un fabbricone usato da 10 anni per farci rave, distrutto pian piano nel corso delle feste, di proprietà dell'Iveco.
Riceviamo dopo un'oretta la visita dei digos, che dopo averci identificati alla veloce e vista la nostra scarsa voglia di comunicare ci lasciano con un saluto: attenzione che potreste ricevere visita dai carabinieri se rimanete in questo posto!!!!
Caso vuole che a distanza di una mezz'ora arrivano i cc di Nichelino, accompagnati da due loschi figuri che tenendosi a debita distanza ci fotografano. Come dei veri e propri sceriffi iniziano a provare a intimidirci: Chi è il capo qui (siamo libertari... niente capi/leader/padroni... ma anche volendo vaglielo a spiegare...) Questa è la nostra Zona, avete fatto male i conti; Questa è casa nostra andate via; Questa è casa di mamma fiat avete sbagliato a finire qui; andatevene o finisce male; Avete sbagliato zona con lui (indicando un carabiniere di circa 80 kg sovrappeso, rosso di barba e immaginiamo di vergogna per la divisa che indossa) queste cose non si possono fare.
Poche le chiacchiere con questi elementi, gli si dice come non ha senso sgomberare la gente che è all'interno, di come si starà solo 4 giorni fuori città, e che nel caso di sgombero poi ci toccherà cercare un nuovo posto, aspettando tutte le persone che nel corso del fine settimana ci raggiungeranno.
Nulla da fare, con l'arrivo di una pinza vengono rotti i lucchetti (si vede che non trovavano la chiave...), e identificati gli occupanti vengono tutti rilasciati, con l'invito a non tornare più.
In questo frangente capiamo qualcosina di più. I due in borghese sembrano essere ROS (si si quelli che fabbricano montature ), e a quanto pare lo sgombero non è mal visto perchè abbiamo "invaso la zona" del nostro ciccio carabicchiere (che pensiamo conti pochetto nella scala gerarchica) ma che gli ordini siamo arrivati dall'alto, sopratutto dopo il clima di controllo totale dei giorni scorsi, perquisizioni e interrogatori quotidiani a chi si pensava partecipe di questa quattro giorni.
Facciamo notare al nostro porcelloso tutore dell'ordine che a quanto pare non contava un cazzo e dopo di che ci si muove.
Ci si sposta dove poter chiacchierare e tempo di raccimolare le idee, ci avvertono di una nuova occupazione: e' rinato l'Arsenale Occupato ! In pieno baloon, quasi nel centro di Torino. Questa piacevole coincidenza ci coglie di sorpresa e ne approfittiamo per spostare li la 4 giorni.
Ci accoglie uno striscione: Questa 4 giorni sa da fa', Arsenale Occupato, che, per chi non lo conoscesse, era già stato occupato dal giro Squatter torinese due anni fa per un mese, in risposta agli sgomberi e demolizioni, nuova strategia del comune, dei precedenti due osservatori ecologici, E' una struttura molto grossa, di circa 1500 metri quadri al coperto, con chiostro interno, una torre con orologio e campana e vasti capannoni dietro.
La digos ci chiede di spostarci, dicendoci come abbiano già telefonato ai loro amici carambosi a Nichelino per concederci l'uso del posto di prima, fuorimano e non così in centro. Vorremmo poterci credere... ma sono digos... si rimane ad occupare l'Arsenale.
La sera del 12 per far cose oramai è bruciata, aspettiamo la mattina sistemandoci come riusciamo per incominciare i lavori di pulizia.
Il posto è interamente murato, demolito da chi è entrato a devastare nel corso degli anni di abbandono e pieno di merda umana.
Puliamo il primo piano, tagliamo l'erba del giardino e sistemiamo alcune stanze con materassi per chi ci verrà nel corso dei giorni a far compagnia.
Il lavori procedono spediti, viene approntato un palco, sistemata la cucina in centro alla piazza, montato il bar benefit (pronto ad affrontare tutta una sua lotta contro il lucro delle birrerie con dei prezzi allucinanti), esposte le distro e si fa una piccola riunione per capire come continuare. Alcuni si rallegrano di come uno striscione volante vada a coprire una delle telecamere a 360 che costellano la zona, 'sti voyeur...
Quello che mi rallegra e supisce, e non dovrebbe... ma visti i tempi, è di come tutto il necessario venga fatto senza ordini, scazzi o prese di posizione. Tutti provano a esaudire i propri bisogni e quelli degli altri, senza deleghe o senza aspettare qualcuno per farsi dire che fare.
Niente capi, lederini, tutti a fare cose, senza specialismi.
Prima della cena viene presentato il dvd del nido del cuculo, pieno di materiale antipsichiatrico da ridiffondere e pronto per essere duplicato in barba a tutte le case di produzione/schiavitù.

Si mangia, cibo vegetariano/vegano, aggratis (tutta roba recuperata nei mercati) e per chiunque sia con noi a darci una mano, e così sarà per il resto della 4 giorni, colazione, pranzo e cena e si inizia a bruciare tutte le impurità da un bidone di ferro che il giorno dopo verrà usato come base per il forno.

Verso le 23 inizia il concerto, aprono gli HCV, porta palazzo è il mio cazzo di quartiere, distribuendo il loro fantastico cd prodotto interamente negli studios occupati dell'Asilo Squat, poi, dopo una attesa di un'ora e più (gli inconvenienti tecnici e qualche incomprensione costelleranno la 4 giorni) si parte con il concerto punk hardecore... fino a quasi alla mattina, l'autogestione è anche questo, ci spiace solo per aver rotto i coglioni fino a tardi alla gente del quartiere.

Il sabato è una giornata fantastica, a parte t'orino cronaca e la busiarda, con il peggio articolo di uno scribacchino che ci scambia per autonomi ravers.
E' tutto un fiorire di attività, la mattinata viene iniziata da uno squillo di campane dell'Arsenale, viene approntato il forno, utilizzando mattoni, terra e un bidone trovati nei pressi, si prepara la pasta della pizza e viene quasi completata la giostra per serigrafia, ad un braccio solo, a causa del poco tempo che ci rimane. Alla sera si fa una nuova riunione per capire dove tenere il presidio del giorno dopo e per fare il punto della situazione e si inizia a mangiare... cosa che andrà avanti fino alle 2 quando le ultime pizze usciranno dal forno. Nel frattempo vengono presentati i cortometraggi di torino ribelle, presentando il progetto.

Si arriva alla domenica, tutti un pochetto sfatti dalla sera prima, ma dall'officina si iniziano a sentire i primi rumori di gente che, ripreso in mano il flex e l'inverter, parte a costruire.
Inziamo a smontare luci, palco, impianto e tutto quello approntato per la 4 giorni, mentre altri cucinano per davanti alle sbarre.

Partiamo per le Vallette, il concerto purtroppo è saltato per cause tecniche, ma non sarà l'unica sfiga che costellerà il pomeriggio.
Montiamo l'impianto, iniziamo a sparare musica e voce, ma lo streaming con la radio e la conseguente diretta radio non vanno, pur dopo le due prove dei giorni precedenti. Chissà se era la zona d'ombra o le solerti forze del (dis)ordine presenti nel paraggio, ma il segnale arriva disturbato, se non proprio assente. Il problema però non è solo qui, tempo di fare le dediche agli amici dentro, il caldo manda in collasso il generatore che si spegne per non ripartire più.
Decidiamo così di andarcene e dopo un nuovo saluto verso le sbarre, questa volta solo urlato, ci si sposta verso le varie abitazioni, pensando a cosa migliorare per il futuro.
Di sicuro mica è finita qui.

Uno non di ZONA

P.S.
Un abbraccio a tutti quelli che sono passati, portando la propria solidarietà e la propria esperienza.

Lun, 16/07/2007 – 18:49
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