Raccolta di sguardi sulla giornata di sciopero del 28/1/2011

Raccolta, incompleta e in evoluzione in attesa di ulteriori contributi, segnalazioni e riflessioni sulla giornata di sciopero del 28/1/11

Resoconti audio da radio Blackout su macerie

MILANO

fonte: agenzie di stampa

(AGI) - Milano, 28 gen. - Momenti di tensione tra studenti e forze dell'ordine davanti all'Assolombarda a Milano. Un gruppo di manifestanti che hanno partecipato al corteo studentesco a sostegno della Fiom, ha dato vita ad un lancio di petardi e fumogeni contro gli agenti in tenuta antisommossa che bloccavano l'accesso alla sede dell'associazione degli industriali. Ai manifestanti si e' unito anche un gruppo di lavoratori aderenti ai Cobas.

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Blitz di un gruppo di antagonisti alla sede della Uil di via Campanini, in zona Stazione Centrale. L'ingresso e parte della facciata sono stati imbrattati con vernice gialla. Sui muri sono state lasciate scritte con insulti nei confronti dell'organizzazione sindacale. Imbrattata anche l'insegna.Sul posto era presente una pattuglia dei carabinieri, che in parte è stata sporcata dagli schizzi di vernice.

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Per quanto riguarda le pratiche e le riflessioni sulla mobilitazione a Milano da notare anche l'esperienza della Casa Dello Sciopero [occupata dal 24 al 30 gennaio 2011]

http://scioperoirreversibile.noblogs.org/post/2011/01/26/manifesto-della-casa-dello-sciopero-di-milano/

BOLOGNA

(27 gennaio 2011)

fonte: repubblica

Le vetrate di due istituti bancari - Unicredit e Banca Sella - alla periferia di Bologna, in via Massarenti, sono state danneggiate verso le 6 di questa mattina con oggetti contundenti, forse pietre o bastoni.

In una piccola strada poco distante, via Curti, la polizia ha trovato tracciata la scritta "Attacchi selvaggi la crisi la paghino le banche" e sotto, a terra, una bottiglietta con liquido infiammabile, che è stata repertata.

A quanto si è appreso, durante l'azione tre fioriere sono state poste in mezzo a via Massarenti, una delle principali arterie di comunicazione della zona est della città, per bloccare il traffico, comunque ancora scarso a quell'ora. Alcuni testimoni avrebbero visto fuggire quattro o cinque persone a volto coperto. Assieme agli equipaggi del 113 e alla polizia scientifica, è intervenuta anche la Digos.

TORINO

da macerie

28 gennaio. Al grande e partecipato corteo dei metalmeccanici contro i ricatti di casa Fiat qualcosa tracima dai paletti imposti dai bonzi sindacali e dal servizio d’ordine della Fiom. A metà manifestazione un gruppone di manifestanti fa irruzione dentro ad una agenzia interinale, riempiendola di scritte e manifesti, di dentro e di fuori. Poi qualche centinaio di persone raccolte dietro lo striscione “Ci avete tolto tanto, ci riprendiamo tutto!” dell’assemblea studenti-lavoratori devia allegramente dal percorso ufficiale ed allunga il giro per il centro città alla ricerca di banche e immobiliari da imbrattare, muri da riempire di locandine ed orecchie disposte ad ascoltare i propri discorsi. Per finire, terminati i comizi di Piazza Castello, una settantina tra studenti, precari, sottoproletari, nullafacenti orgogliosi e questuanti abituali si dirige in corteo verso la mensa universitaria di via Principe Amedeo e, al grido di “Noi la crisi ce la mangiamo!”, banchetta senza alcuna intenzione di passare alla cassa.

FIRENZE

da scioperoirreversibile

Firenze sciopera anche il TAV: occupati i cantieri dell’alta velocità

Oggi in piazza a Firenze i sindacati di base Cobas e Cub e tantissime persone di tutte le provenienze: studenti, precari del terziario avanzato, lavoratori a nero, lavoratori con contratti a termine, con loro i centri sociali della città e i comitati contro il piano strutturale ed i cantieri dell’Altra Velocità. Oltre 2000 persone sono partite dal centro storico da piazza San Marco nonostante i divieti della Questura, hanno segnalato lungo il corteo diversi obiettivi legittimi della rabbia di chi è stanco dello sfruttamento, sui muri sono comparse scritte eloquenti contro l’ambizioso sindaco paraculo di Firenze e contro il buffone di Arcore che rimane attaccatto alla sua sedia: “Renzi: ad Arcore c’è posto” e “Berlusconi come Ben Alì”.

Cori come “Berlusconi come Ben Alì” e “Renzi, Marchionne e Berlusconi, che la crisi la paghino i padroni” hanno allietato la mattinata di sole. In corrispondenza di un autosalone Fiat ben presidiato dalle guardie sono partiti fumogeni e uova alla volta delle vetrine. Poi il corteo ha beffato la celere invadendo all’improvviso i cantieri TAV lungo la linea della stazione Santa Maria Novella. I manifestanti hanno sfondato i cancelli sotto gli occhi esterefatti della digos e un moltitudine gioiosa e determinata senza distinzioni tra studenti, lavoratori, abitanti dei quartieri, ha occupato gli infami cantieri. Il corteo dopo un ora di blocco è continuato per le vie dei quartieri di Statuto al grido di “sciopero generale” e “che la crisi la paghino i padroni”.

Non male come inizio…ci vediamo alla prossima e oggi restiamo vicini con la testa e con il cuore ai fratelli e sorelle in rivolta nel Margheb...

GENOVA

da indy liguria

 "un corteo organizzato da realtà studentesche partito da Caricamento si accoda al corteo fiom partito dalla Stazione Principe. Il fiume di gente creatasa raggiunge le 10 000 persone. La tensione è palpabile e diverse uova di vernice sono scagliate contro il Palazzo della prefettura, alcuni bancomat chiusi con colle e vernici. Al passaggio del corteo davanti a un palazzo che ospita un libreria neo-fascista, nonchè sede del gruppo locale Casapound,qualcuno è entrato e ha lasciato della  spazzatura e fumogeni davanti alla loro porta, azione che ha richiesto l'intervento dei vigili del fuoco. Al termine del corteo, la dirgenza Fiom prende in giro gli operai arrabbiati, dicendogli che si sarebbero fermati a protestare sotto Confindustria, quando invece il corteo ha solo sfiorato la sede e ha proseguito. Gli arrabbiati, invece, hanno deciso di rimanere sotto la sede degli industriali, c'erano studenti, operai e tutte quelle persone che, per diversi motivi, sono stanche dei padroni e dei suoi burattini, ovvero i sindacati e i partiti, e ritrovano negli industriali la causa di troppe questione. Il servizio d'ordine della Fiom ha fatto di tutto per pompierare bene, ma la rabbia era tanta. Dopo un fitto lancio di oggetti, petardi e fumogeni, contro le forze dell'ordine che difendevano la sede di Confindustria, un blocco stradale con cassonetti infiammati è stato attuato davanti alla stazione di Brignole. E' stato sotto gli occhi di tutti come la Fiom non abbia fatto altro che il gioco dei padroni, tradendo i suoi stessi operai e chi in lei aveva fiducia. In un modo o nell'altro, il corteo poi è proseguito fino a piazza Deferrari, dove si è sciolto. inutile dire che la Fiom si è dissociata repentinamente da tutte le azione svolte durante il corteo da chi è stanco di concertazioni e schiavitu'."

CREMONA

Oggi – venerdì 28 gennaio – il Movimento Studentesco di Cremona è sceso nuovamente in piazza per proseguire un percorso di lotta, cominciato nel 2008, che si sta sempre più radicalizzando. Le tematiche affrontate dalla piazza quest’oggi erano veramente tante, a cominciare dallo sciopero dei metalmeccanici indetto dalla FIOM e quello generale proclamato dai sindacati di base.Dunque, la massa studentesca cremonese continua nella direzione dell’unione delle proteste studentesche con quelle dei lavoratori, per arrivare alla critica di un sistema intero che, attraverso dirigenti, padroni, istituzioni, autorità, sta cercando di dividere sempre di più sfruttatori e sfruttati.Oltre alla protesta no-Gelmini, oggi siamo scesi in piazza in difesa dei diritti dei lavoratori, minati dai ricatti padronali (come a Mirafiori) e dalle scelte (votate al profitto) degli industriali del nostro territorio; a Cremona, infatti, la grande raffineria Tamoil è stata dichiarata prossima alla chiusura: così, dopo anni di sfruttamento dei dipendenti e del territorio, i dirigenti, andandosene, lasceranno 1000 lavoratori a casa ed un’area enorme totalmente inquinata da idrocarburi ed altre sostanze tossiche.Inoltre, abbiamo ritenuto necessario riunire in questa data anche le lotte di solidarietà verso i migranti, minacciati da partiti xenofobi e vittime incolpevoli di leggi razziste che ne prevedono l’espulsione, e la “celebrazione” della Memoria, che i politici locali usano sempre per mettersi in mostra quando, in realtà, viene costantemente attaccata e indebolita (vedi l’eliminazione dei fondi ai “Viaggi della Memoria” da parte della Provincia).Come in altre città, abbiamo deciso di intraprendere un percorso autonomo rispetto a quello della FIOM, che prevedeva poche manifestazioni concentrate nei soli capoluoghi di regione. La questione FIAT, infatti, non va affatto trascurata, ma consideriamo le problematiche attuali legate al nostro territorio (come la Tamoil) più urgenti e vicine a noi.In questo senso, la settimana prima della giornata di oggi è stata caratterizzata da numerosi volantinaggi di noi studenti davanti alla raffineria negli orari più disparati (la sera come la mattina presto come il pomeriggio) per avvicinare alla nostra realtà gli operai che in questo momento sono sotto attacco.Alle 8 di stamattina, studenti e lavoratori, abbiamo cominciato a radunarci davanti al liceo scientifico, dove abbiamo atteso l’arrivo della delegazione sindacale Tamoil. Alla partenza eravamo circa 200, che sono aumentati durante il tragitto verso la raffineria fino a circa 3-400.La radicalità del corteo è emersa immediatamente, con interventi “rivoltosi” davanti alle nostre scuole, lanci di uova contro le banche, botti e fumogeni.Sulla Banca d’Italia (di fronte alla camera di commercio) abbiamo appeso uno striscione in solidarietà ai lavoratori e contro il piano Marchionne, poi ne abbiamo messo un altro di fronte all’ufficio immigrazione e alla questura per i migranti (alcuni dei quali sono entrati nel corteo) e contro la Lega Nord e uno davanti alla sede di partito ex-AN sulla Memoria. Abbiamo percorso i viali principali della città e poi imboccato la tangenziale fino allo stabilimento Tamoil, dove abbiamo messo un grande striscione in solidarietà a tutti gli operai e contro tutti i padroni. Là ci aspettavano altri lavoratori, con i quali abbiamo fatto una partecipata assemblea: la direzione scaturita dagli interventi di noi studenti è stata quella dello sciopero permanente e del blocco della produzione immediato.A questo punto il corteo ha deciso di tornare indietro, rompendo gli accordi presi con la questura; sotto le continue minacce degli agenti Digos siamo tornati in tangenziale e verso il centro città, paralizzando la circolazione al grido di “SCIOPERO GENERALE”.L’azione del movimento è stata quindi quella della pratica dei blocchi selvaggi, non autorizzati, in totale contrasto con le regole imposte dalle autorità e gli accordi presi in precedenza.Siamo arrivati fino a piazza del Duomo e, dopo una breve assemblea tra di noi, abbiamo deciso di proseguire la marcia in cordoni nelle altre vie della città, diretti verso la Camera del Lavoro e la sede CGIL.Un’altra importante arteria della città è stata bloccata a lungo fino al nostro arrivo davanti al sindacato, dove abbiamo improvvisato un presidio critico in mezzo alla strada.L’attesa non è stata vana: dopo oltre due ore sono arrivati i pullman della FIOM provenienti dalla manifestazione di Milano e abbiamo potuto incontrare la dirigenza territoriale del sindacato.L’assemblea è stata molto accesa e da parte nostra c’è stata una pesante critica all’operato della FIOM locale, che ha ritenuto più importante la manifestazione regionale per la FIAT piuttosto che una locale per la Tamoil, e alla CGIL, colpevole, naturalmente, di non avere ancora dichiarato lo sciopero generale e di essere praticamente assente nelle questioni che riguardano Cremona (dalla scuola alle fabbriche, ecc.).Verso le 17 è terminata la giornata di mobilitazione, la più radicale di sempre a Cremona, con obiettivi futuri ben fissati: aumentare il collegamento tra scuola e lavoro, sia nell’analisi politica della situazione attuale sia nella protesta; incontrare ancora FIOM e CGIL sulle tematiche riguardanti il nostro territorio; proseguire il conflitto sociale nella direzione intrapresa negli ultimi mesi, ossia di contrasto con le istituzioni, di blocchi selvaggi, di autonomia da qualsiasi organizzazione e partito esterno.

La protesta anche a Cremona non si ferma!

Que Se Vayan Todos… Fuori dai coglioni!!!!!!

Movimento Studentesco di Cremona
 


Lun, 31/01/2011 – 19:21
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