Roma - Battiture a Regina Coeli per morti in carcere

fonte: blitzquotidiano

I detenuti stanno effettuando la "battitura" delle sbarre in segno di protesta per la morte di Simone La Penna, il detenuto affetto da anoressia deceduto al centro clinico dell'istituto, per la vicenda di Stefano Cucchi e per il sovraffollamento: le sezioni sono state subito chiuse, mentre il personale della polizia penitenziaria che stava per terminare l'orario di lavoro è stato trattenuto in turno.

Dalle 15,30 di venerdì 27 novembre, in quattro sezioni del carcere romano di Regina Coeli i detenuti stanno effettuando la “battitura” delle sbarre in segno di protesta per la morte di Simone La Penna, il detenuto affetto da anoressia deceduto al centro clinico dell’istituto, per la vicenda di Stefano Cucchi e per il sovraffollamento.
Lo fa sapere all’Ansa il Garante dei Detenuti del Lazio Angiolo Marroni precisando che la protesta si sta svolgendo nella II, III, VII ed VIII sezione.
Appena i detenuti hanno cominciato a battere oggetti contro le porte e le inferriate delle celle, le sezioni sono state subito chiuse, mentre il personale della polizia penitenziaria che stava per terminare l’orario di lavoro è stato trattenuto in turno.


fonte: repubblica.it

Le sbarre tintinnano. No, le sbarre urlano. I detenuti di Regina Coeli adottano la più classica e cinematografica delle forme di protesta carceraria, percuotere le grate con oggetti di metallo, per far sentire anche la loro voce in questi giorni in cui tutti sembrano avere un motivo per scendere in strada a manifestare. Loro non possono farlo, ma rompono il silenzio a modo loro. La protesta va in scena a Regina Coeli, dove ieri è morto di anoressia Simone La Penna, 32 anni. Un''altra morte tragica e assurda, che segue quella di Stefano Cucchi. Storie arrivate nelle pagine di cronaca, storie che permettono ai detenuti di denunciare le durissime condizioni di vita dietro le sbarre, prima tra tutte il sovraffollamento. Le sezioni interessate sono quattro, II III VII VIII, e, secondo quanto riferisce il garante dei detenuti del Lazio Angiolo Marroni, sono state chiuse.

"Hanno fatto una battitura in quattro sezioni - spiega Marroni - è il sintomo di un nervosismo e di un disagio che aumenta e che se non si fa qualcosa aumenterà sempre di più. Le forze politiche, Parlamento e Governo devono ragionare seriamente sul carcere. I morti in cella sono aumentati, nel 2009 siamo già ben al di sopra dei dati dell''anno scorso, sia come suicidi, che come morti naturali. Inoltre riguardo al passaggio della sanità penitenziaria alle Regioni siamo ancora in mezzo a un guado. E su tutto questo pesa il sovraffollamento che contribuisce ad aumentare il disagio e a compromettere tutto il percorso trattamentale, compreso quello sanitario, del detenuto".

Di diversa opinione il direttore di Regina Coeli, secondo cui "la protesta è partita dall''VIII sezione, quella dei protetti" e per questo è stata "poco seguita dagli altri detenuti". I "protetti" sono i detenuti che vengono tenuti separati dagli altri perché hanno commesso reati che nel mondo carcerario non sono ammessi, come la pedofilia o l''aver tradito i propri complici. "La protesta è durata poco più di 30 minuti - aggiunge il direttore - ed è partita soprattutto da tre celle dell''VIII sezione. Non mi sembra proprio che sia per la morte del detenuto avvenuta ieri o per Cucchi, mi sembrava più per temi generici come l''indulto, l''amnistia e in alcuni casi anche per istanze personali".

Dom, 29/11/2009 – 14:12
tutti i contenuti del sito sono no-copyright e ne incentiviamo la diffusione