Solidarietà alla popolazione campana stanca di subire soprusi ambientali

PER LA FINE DELLE AMMINISTRAZIONI POLITICO MAFIOSE DEI TERRITORI

CONTRO LE MAXIDISCARICHE E GLI INCENERITORI

La goccia ha fatto traboccare il vaso
Dalla fine di dicembre tra Napoli, Giugliano e Pianura la popolazione si trova in dovere di difendere le proprie terre dall'ennesimo sopruso politico. E come reagire d'altronde se non scendendo per strada bloccando l'arrivo dei camion della spazzatura in discariche ormai chiuse perchè utilizzate fino all'orlo, come quella di Taverna del Re a Giugliano, comere agire se non rispondendo alle violenze della polizia che, sorda dinnanzi ad ogni ragione, risponde come sempre con metodi di violenza e repressione, mentre la regione Campania crede di risolvere i disordini stanziando 24 milioni di euro in altri siti di compostaggio. Forse bisognerebbe essere campani per comprendere a pieno il dramma ambientale vissuto da un territorio spesso definito come la discarica abusiva dell' Italia ricca e industrializzata, o forse più semplicemente basterebbe fare un giro tra Villaricca, Acerra e Giugliano per scoprire che fine ha fatto la produzione italiana dell' ultimo trentennio.

Terre riversate di immondizia e uomini che devono accettare il proprio triste destino: conviverci. Gente che viene aggettivata come folle e pericolosa quando stanca di vivere una vita disumana si mette in discussione fisicamente e pretende dignità con le unghie e con i denti, anzichè arrendersi alle priorità delle politiche locali e nazionali, alle dinamiche della democrazia (se di democrazia si può ancora parlare) e del capitalismo sfrenato. I giornalisti parlano di un apparato economico in ginocchio ma nessuno si chiede il perchè; d'altronde il perchè bisognerebbe chiederlo ai promotori del motore economico: perchè un sistema che tutto disconosce all'infuori del profitto non può che creare le disparità che vuole il molto dei pochi e il nulla dei tutti, solo un sistema che non conosce raziocinio può riversare per trent'anni i rifiuti di mezza Italia nel meridione per poi occultare la realtà dei fatti puntando il dito contro la mafia o le politiche sui rifiuti, quando sulla mafia si appoggia per fare enormi capitali con i rifiuti, quando il vero problema è la legalità che porta a questi risultati e che non conosce reali alternative.

Le ragioni degli abitanti campani sono indiscutibili: le terre sono di chi le abita, ma a ben dire che prospettiva di vita si può avere abitando trale discariche? se non quella di ammalarsi di tumore respirando costantemente diossina; eppure dovrebbe essere lo stesso Stato il garante di questo diritto a vivere una vita sicura e sana, quando invece coordina un concentramento dei poteri su un' emblema della "sicurezza": il commissario De Gennaro, proprio colui che nel 2001 organizzò il terrore a Genova e alla Diaz, che ha già stabilito cosa fare di queste terre ricolme di rifiuti riaprendo discariche ormai dismesse e siti di stoccaggio temporanei, circa un milione di tonnellate di monnezza che dalle strade di Napoli e provincia verranno trasferite nel sottosuolo campano, questa si che è una soluzione! L'ironia della situazione sta nelle stesse parole del supercommissario: "é necessaria la collaborazione di tutti per realizzare il piano di smaltimento" come se a Pianura non fosse mai successo nulla, come se non fosse chiaro al mondo intero che la popolazione di discariche e inceneritori non ne può più! Al contrario il supercommissario può contare sull' appoggio del governatore della regione Bassolino e sul quello del sindaco Iervolino, che da 14 anni non solo sperperano i finanziamenti alla regione stanziati proprio per risolvere l'emergenza rifiuti ma assumono un comportamento di silenzio-assenzo e perchè no anche di collaborazione con "altre forme di amministrazione". La politica delle truffe non può che salvare il salvabile promettendo miglioramenti e stanziando denaro in altre discariche e termovalorizzatori, portando altrove come in Sardegna, Sicilia e Lazio tonnellate di spazzatura. Può essere davvero questa la soluzione? portare altrove i rifiuti, ma per quanto tempo ancora la Campania potrà gravare sul groppo altrui, considerando che il problema rifiuti è una prospettiva che attende a breve anche noi siciliani!? e che speranza possiamo riversare nei termovalorizzatori in un territorio ad altissima infiltrazione mafiosa. Dove le politiche sui rifiuti le fanno i Casalesi, quante probabilità ci sono di assistere inermi all'ennesimo appalto mafioso che "sfrutta a pieno" le potenzialità di un termovalorizzatore!? e con questo non ci riferiamo ai semplici rifiuti urbani.

I rifiuti sono l'elemento più emblematico ed utile per descrivere i meccanismi dell' enorme complesso industriale su cui è impostata la società.
Non c'è più voglia di credere alle proposte facili e ipocrite della politica di sinistra o destra che sia, non possiamo più accettare di vivere succubi di questo sistema economico che ci sta trascinando progressivamente verso un baratro di non ritorno. A meno che non si voglia accettare la prospettiva di vivere tra qualche anno sommersi dai rifiuti urbani e tossici, in un contesto ambientale che muterà progressivamente sino a divenire invivibile, con una percentuale di morti per tumori o cancro sempre più alta. I Campani non hanno dimenticato l' importanza di autodeterminare la propria vita e lo stanno dimostrando giorno dopo giorno opponendosi fisicamente alle decisioni governative, senza arrendersi alla triste prospettiva di accettare che si foderi ancora di veleno la propria terra.

L' UNICA SPERANZA E’ LA LOTTA, SOLIDARIETA’ A TUTTI I CAMPANI IN RIVOLTA!

Anarchici catanesi

Mer, 06/02/2008 – 15:58
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