Solidarietà per gli sgomberi

Solidarietà per gli ultimi attacchi al Gramigna e al Volturno 33

Non si placa l’ansia di eliminare qualunque forma di resistenza e di lotta a un mondo di potenti che non sa produrre che guerre e sfruttamento per conservarsi. Si sa che l’estate è il momento buono per sferrare vigliaccamente l’attacco e puntualmente anche quest’anno sono arrivati gli sgomberi. Possiamo ripetere fino allo sfinimento che questo sistema non tollera alcun dissenso, che chiunque tenti di mantenere in vita un alito di pensiero e di azione critica e ribelle sarà braccato con tutti i mezzi necessari, che con l’accusa di terrorismo per qualsiasi parola o atto è stata data completa mano libera alle azioni repressive, che negli ultimi processi in corso sono state utilizzate nuove furberie per aumentare le pene dei compagni e compagne o svincolarle dall’indulto, che è sempre più difficile in queste condizioni trovare la forza e la determinazione per seguitare a lottare, ma tutto questo non rappresenta certo una novità per coloro che hanno deciso di non subire passivamente e di non rinunciare all’idea di una comunità umana liberata dal capitale. La nostra passione per «quel sogno di una cosa che gli uomini da molto tempo hanno» non vuole essere annientata perché, se davvero sentiamo che questo modo di vivere ci disgusta, dobbiamo rinnovarla per mantenere alta l’aspettativa di poter ribaltare i rapporti di forza. Gli abusi quotidiani dei potenti che impongono ai proletari fatiche al limite del sopportabile per guadagnare due soldi, maltrattamenti e ricatti per non essere rigettati tra gli scarti di questa società, minacce di reclusione per chi non tace e non si adegua, lager e deportazione per coloro che cercano di raggiungere un “paese di cuccagna” che li vuole solo come schiavi, fino all’espressione più tragica delle guerre che affamano e uccidono popolazioni intere per anni senza vederne la fine, tutto questo insieme dà il capogiro e a tratti una tremenda sensazione di impotenza. Eppure, come sempre nella storia, di fronte all’arroganza del dominio non si è mai spenta quella fiaccola della ribellione che trova il suo ossigeno in chi non si arrende. Insistiamo, continuiamo ad esistere e a lottare. Non si illudano di poter fare piazza pulita, ci sarà sempre chi troverà la forza e il coraggio di opporsi al tentativo di ridurre l’umanità ad un insieme docile e ubbidiente ai comandi dei pochi prepotenti e dei loro luridi interessi. I segni non mancano tra i ribelli del Delta del Niger, tra gli insorti della resistenza irachena, tra i palestinesi oppressi da aggressori esterni ed interni, tra chi si oppone alle nocività, al Tav o alle basi Usa, tra i rivoltosi delle banlieues, tra coloro che ogni giorno fuggono dai CPT, tra tutte quelle situazioni di resistenza e lotta che non sempre arriviamo a conoscere… a noi rivoluzionari di questo squallido occidente totalitario il compito di non demordere e saper essere all’altezza delle tensioni espresse da coloro che si trovano a combattere in condizioni ben più difficili e rischiose delle nostre.

Sarete pure pieni di mezzi per combatterci ma noi abbiamo la forza della passione complice e solidale dalla nostra.

I Fuoriluogo

Ven, 27/07/2007 – 01:09
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