Teramo - Roghi dolosi, anarchico a processo

Da Il Centro di giovedì 13 dicembre

Presidio dei suoi compagni davanti un tribunale blindato.
Teramo. Andrà a processo per tutti i sette capi d’imputazione, tra cui incendio doloso e danneggiamento, per cui la procura aveva chiesto il rinvio a giudizio, ma non potrà essere processato per propaganda sovversiva, visto che l’articolo 272 del codice penale è stato abrogato qualche mese fa. Gianluigi di Bonaventura, operaio montoriese di 23 anni, ieri è stato rinviato a giudizio per quasi tutti gli atti in qualche modo riconducibili agli anarchici, movimento di cui fa parte, avvenuti a Teramo negli ultimi tempi.

Lo ha stabilito il gup Antonella di Carlo al termine dell’udienza preliminare che si è svolta ieri mattina. Di Bonaventura, difeso dall’avvocato Filippo Torretta, dovrà comparire al processo il 2 aprile. Nel procedimento il Comune di Teramo si è costituito parte civile. Ieri mattina davanti ad un tribunale blindato dalle forze dell’ordine un gruppo di anarchici ha stazionato per tutta la durata dell’udienza in segno di solidarietà per il giovane montoriese, ieri mattina presente, destinatario di un foglio di via da Teramo. L’uomo è accusato di aver incendiato alcuni cassonetti in piazza Martiri Pennesi, ma anche di aver appiccato fuoco al portone del numero civico 5 di via Teatro Antico, sede di due studi medici e di altri uffici, ma che fino a cinque anni fa ospitava anche la sede teramana del nostro giornale. L’incendio causò anche il danneggiamento di un auto parcheggiata nella strada e che fosse diretto a colpire “il Centro” venne confermato da una telefonata anonima giunta qualche giorno dopo alla nostra redazione, nella quale si annunciava anche la presenza di un ordigno nel palazzo di piazza Martiri della libertà, dove si trova attualmente la nostra sede, che sarebbe scoppiata di li a poco. La bomba in realtà non c’era, ma l’intero palazzo, dove si trovano anche diversi studi professionali, uffici e attività commerciali, venne fatto sgomberare per sicurezza. L’operaio montoriese deve rispondere anche di porto abusivo di arma, poiché venne trovato con un coltello a serramanico della lunghezza complessiva di 26 cm; di un altro caso di danneggiamento, quando venne imbrattata un auto di proprietà dell’università di Teramo con scritte contro le biotecnologie e contro la stessa istituzione universitaria; di aver insultato e minacciato tre poliziotti. Infine Di Bonaventura viene ritenuto l’autore di quasi tutte le scritte a firma degli anarchici o ad essi riconducibili comparse negli ultimi due anni sui muri del centro storico di Teramo.
(d.p.)

Qualche puntualizzazione:

L’articolo non parla del piccolo corteo sfilato per il centro storico di Teramo a fine presidio, dove quattro compagni, tra cui Gianluigi, sono stati portati in caserma per accertamenti. Il corteo è partito dal tribunale, con volantini e fumogeni si è spostato verso il corso principale, dove è stato bloccato dalla borghese e da una volante dei carabinieri, in quella che era una città blindata dalle forze dell’ordine.

Qualche giorno prima del processo, due compagni giuliesi sono stati fermati e denunciati a Montorio al Vomano (TE) perché, dopo una perquisizione, sono stati rinvenuti nella vettura dei volantini in sostegno al compagno imputato, un secchio di colla e un pennello. Altre denuncie per danneggiamento, affissione abusiva, apologia di reato e vilipendio di corpo statale (nonché per l’abrogata 272) sono scattate qualche giorno dopo, sempre per gli stessi compagni, dopo un volantinaggio in un pub, sempre a Montorio al Vomano. Questa volta però si è scomodata addirittura la DIGOS di Teramo, che in questura ha fatto partire le suddette denuncie perché i volantini erano stati attacchinati nel capoluogo di provincia nei giorni precedenti.
Ad aprile si terrà il processo di Gianluigi, per i capi d’imputazione descritti dal giornale. A gennaio ci sarà invece un altro processo per i danneggiamenti con lo spray.
Vogliamo farci sentire sempre più numerosi, sia verso il compagno, sia verso chi cerca di limitarci con sottili giochetti burocratici ed intimidazioni fisiche e mentali.

Un abbraccio

Per contatti: laraje@libero.it

Mar, 18/12/2007 – 18:25
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