USA - Occupy Oakland tra resistenza, attacchi e dissociazioni

Negli Stati Uniti, dove le proteste sul modello di Occupy Wall Street (OWS) stanno dilagando in diverse città, alcuni gruppi iniziano ad abbracciare pratiche diverse dall'occupazione simbolica dei luoghi del potere economico e politico. Da New York a Cincinnati, le autorità locali cercano di smantellare gli accampamenti con diverse strategie, dal sequestro dei generatori alle cariche a freddo, ma in particolare ad Oakland stanno incontrando resistenza attiva e organizzata. Già lo scorso 25 ottobre, in seguito all'annunciato raid poliziesco, gli occupanti avevano eretto barricate lungo il perimetro del campo; dopo una nottata di scontri venivano annunciati 70 arresti e qualche ferito da ambo le parti.

Prontamente venivano rimosse le recinzioni e i sigilli posti dalle forze dell'ordine, Oscar Grant Plaza (così rinominata in onore di un ragazzo ucciso nel 2009 dalla polizia ferroviaria) veniva rioccupata.

Ripresa posizione, come prima cosa, gli occupanti proclamavano il 2 novembre come giornata di sciopero generale. Quel giorno, al termine di diverse iniziative, una parte dei manifestanti occupava un edificio abbandonato, su cui prontamente appariva uno striscione con scritto "Occupy Everything" ["Occupiamo Tutto"]. Le squadre antisommossa circondavano l'area e tentavano di disperdere i presenti che resistevano a manganelli e lacrimogeni, con pietre, bottiglie e maschere anitgas. Gli scontri proseguono per tutta la notte e si spostano in diverse strade di Oakland, dove vengono attaccate banche e una gastronomia di lusso. Il bilancio diffuso dalle autorità locali conta un centinaio di arresti, 5 manifestanti e 3 poliziotti feriti.

Alle 7 del mattino seguente, nonostante la nottata movimentata, i manifestanti riescono a bloccare gli accessi al porto di Oakland, impedendo ai camion di entrare e caricare le merci, causando quindi un danno economico ad armatori e catene commerciali.

Ovviamente, a margine degli eventi, si ripropongono scenari analoghi a quelli italiani: auto-proclamati leaders che condannano le azioni, altri che le condiscono con teoremi su agenti provocatori e infiltrati.
Più interessante, per meglio comprendere lo scenario conflittuale e i veri infiltrati, la scoperta che alcune correnti egemonizzanti all'interno del movimento OWS, come MoveOn.org, siano foraggiate dal partito Democratico (ovviamente non quello nostrano, anche se sarebbe divertente).

Per immagini dalla sommossa di Oakland: http://www.insidebayarea.com/ci_19247017

Per aggiornamenti da tutte le esperienze OWS locali: http://occupy.infoshop.org/blogs-mu/

[informa-azione.info]

Ven, 04/11/2011 – 15:02
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