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PUBBLICA PRECARIETÀ |
04/08/2006 |
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Se chi valuta è precario
Sono entrati in agitazione permanente i precari e le precarie dell'Istituto Nazionale di Valutazione del Sistema Educativo dell'Istruzione e della Formazione (INVALSI): è l'ente di ricerca pubblico che, dalla sua sede di Frascati, valuta le politiche scolastiche italiane. Nell'ente lavorano attualmente un centinaio di persone, di cui 72, ricercatori e sistemisti informatici, sono precarie.
Dopo il taglio del 40% imposto dall'ultima finanziaria sulle collaborazioni negli enti di ricerca, 51 precari perderanno il loro posto di lavoro a luglio. Si tratta di collaboratori che da anni (5 in media) garantiscono il funzionamento dell'Istituto: alcuni di loro, "collaborano" con l'INVALSI da nove anni nove. Tutta colpa del governo, si direbbe. Invece no, perché in realtà l'INVALSI dispone di fondi straordinari, immuni dai tagli della finanziaria, con cui pagare gli stipendi dei precari; il presidente Giacomo Elias, però, preferisce spenderli in consulenze d'oro appaltate alle società amiche. Anch'egli, in linea con il governo, persegue dunque l'affossamento dell'INVALSI nonostante la sua tenera età (è stato istituito solo nel 1999).
Non si tratta di schizofrenia istituzionale: governi di ogni colore hanno progressivamente
privatizzato e impoverito l'istruzione, la formazione e l'università negli ultimi anni. L'INVALSI dovrebbe vigilare su questo processo per segnalarne le disfunzioni, e rischia di diventare un ente scomodo da ridurre a burattino ministeriale. Già oggi, la dirigenza viene nominata dal Ministro dell'Istruzione (sulle cui politiche l'Istituto dovrebbe invece vigilare). E non è un caso che genitori e insegnanti opposti alla riforma Moratti della scuola abbiano denunciato il ruolo di "fiancheggiamento" del Ministro cotonato svolto dall'Invalsi.
D'altronde, il governo Berlusconi ha progressivamente soppresso le attività di sviluppo di metodologie innovative sulla base dei dati raccolti e di orientamento delle politiche formative, potenziando invece la funzione di pura valutazione portandola al livello di "censimento". In questo quadro, dunque, la precarietà dei collaboratori dell'Istituto, che li rende più ricattabili e li priva di ogni autonomia, è solo l'ultima pennellata.
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FRANCIA IN RIVOLTA |
18/03/2006 |
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Libertà di licenziare? No grazie!
Nella mattina dell'11 marzo le forze di polizia francesi hanno sgomberato
l'università Sorbona di Parigi dove era in atto
un'occupazione
da parte di vari studenti iniziata il 9 marzo. Nei giorni precedenti ci
sono stati altri tentativi di sgombero nei quali sono stati feriti 31
studenti. Il motivo dell'occupazione sta nella protesta contro la recente
emanazione da parte del governo francese di un nuovo contratto di
lavoro tendente a precarizzare sempre di piu i giovani lavoratori. A
seguito di ciò, si era verificata anche una manifestazione
nazionale il 7 marzo, e l'occupazione di vari atenei
francesi.La protesta prosegue nei giorni successivi, con altri scontri
tra manifestanti e forze dell'ordine davanti alla Sorbona. A tentare di
fermare il mondo del sapere in rivolta non si impegnano solo i gendarmi
francesi, ma anche bande di fascisti della capitale francese che
tentano di assaltare i
cortei, i presidi e le occupazioni degli Universitari.
Alla lotta degli studenti universitari si affianca quella dei
sindacati, che si uniscono alla protesta contro il decreto dando man
forte agli universitari.
Il 16 marzo si è tenuta una manifestazione nazionale a Parigi
sempre contro il nuovo contratto di lavoro, in cui si sono verificati altri
scontri in vari sobborghi della città e davanti alle università. Altre
proteste si sono svolte in varie città
francesi, dove non sono mancati gli scontri tra le due parti.
Il 18 marzo un
milione e mezzo di studenti e precari hanno manifestato ancora nelle piazze in tutta la Francia, dando un ultimatum di 48 ore al governo per il ritiro del progetto.
Dal Newswire:
Comunicato
11/3 |
Volantino
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Riflessioni [1,
2, 3, 4] | Foto [1, 2,
3] | Video
Link:
Indymedia Paris |
Stop CPE | Unef
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MOBILITARE TUTTO |
16/11/2005 |
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Occupare tutto, saperi in rivolta
Dopo l'imponente corteo autoorganizzato del 25 ottobre scorso, con la partecipazione di 150 mila studenti, dopo l'assedio
alla sede del Parlamento, negato dalla questura di Roma come luogo per manifestare, dopo le cariche a freddo [1|2] che hanno colpito 8 fra giornalisti e studenti, la camera ha approvato il DDL Moratti in fretta e furia il giorno stesso.
Che è diventato legge con la solerte firma del Presidente della Repubblica, il 7 novembre scorso.
Gli studenti, hanno deciso assieme di rilanciare questo percorso, cogliendo come Il 17 novembre in occasione la giornata mondiale per il diritto allo studio indetta dal Forum Sociale di Porto Alegre, si terranno cortei in moltissime città d'Italia, affermando la connessione fra le mobilitazioni degli studenti medi e degli studenti universitari.
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continua in categoria studenti
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DDL MORATTI |
25/10/2005 |
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Ricercasi Precari
Il governo ha deciso di portare avanti a colpi di fiducia il famigerato ddl Moratti sulla docenza. Un decreto scritto male, che sancisce la precarizzazione finale dei ricercatori e dell'università italiana.
Dopo le proteste e le cariche davanti al senato del 28 settembre, tutte le componenti del mondo universitario hanno ribadito la loro contrarietà al ddl Moratti e decretato il blocco della didattica da lunedì 10 a venerdì 15 ottobre. Alcuni di questi blocchi della didattica sono stati decisi direttamente dai senati accademici, molti altri dai soggetti più colpiti dal DDL stesso: studenti e ricercatori precari, che si stanno attivando in tutta Italia con manifestazioni, cortei e occupazioni.
Il virus si diffonde.
Sono già previsti nuovi appuntamenti per i prossimi giorni, tra cui un corteo giovedì 13.
Si mobilitano le università di tutta Italia, in vario modo.
A preoccupare non è solo il governo, impegnato a portare a casa una riforma purché sia una. Anche dall'opposizione escono, quando escono, proposte sconcertanti, mentre timida e ambigua è, al solito, la posizione dei rettori.
Intanto anche gli studenti medi manifestano in varie città d'Italia.
Anche loro contro la Moratti.
21/10: Roma, corteo studenti medi
25/10: Roma, manifestazione nazionale - AGGIORNAMENTI: dal newswire - 1 | 2 | 3 | 4 - radio
Consulta la mappa delle mobilitazioni.
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PER I CONSUMATORI DI DOMANI |
24/03/2005 |
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Copyright, le lobby in cattedra
Nella scuola che cambia sotto i colpi della Moratti, arriva una materia nuova: "Esercizi anti-pirateria". Gli studenti delle scuole superiori subiranno corsi di rieducazione, affinché smettano di scaricare materiale coperto da copyright via Internet.
È un'iniziativa promossa dal Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca e dalle lobby che difendono il copyright nell'informatica, nella musica, nel cinema: la Business Software Alliance, la Federazione contro la Pirateria Musicale, la Federazione anti-Pirateria Audiovisiva. A causa di queste lobby, scambiare programmi, canzoni o materiali video è diventato un crimine penale, nonostante sia un'operazione ormai del tutto naturale e a costi quasi nulli per chiunque disponga di una connessione Internet. Queste associazioni raccolgono le più importanti aziende dell'economia immateriale globale - le stesse che alzano a dismisura i prezzi di CD, film e programmi grazie al monopolio che assicura loro la proprietà intellettuale. E preoccupate dai milioni di adolescenti che scaricano e mettono a disposizione in rete opere in formato digitale, ora intendono educarli fin dalla scuola.
Non si tratta delle idee stravanganti di qualche "cattivo maestro": iniziative come questa sono l'esecuzione di accordi presi durante summit internazionali (dall'OMC al WSIS) dai governi occidentali e grandi imprese, BSA in testa.
Con tutti i difetti che ha la scuola italiana, è difficile credere che la materia che mancava fosse proprio il diritto d'autore. Ma d'altra parte, Letizia Moratti ("non è un ministro: è l'idea che una parrucchiera ha di un ministro", D. Luttazzi) è la stessa che voleva eliminare Darwin dai programmi scolastici. E la circolazione di informazioni che oggi permette la rete potrebbe essere un formidabile strumento di formazione ed educazione. La scuola italiana, invece, rinuncerà a promuovere ed utilizzare queste risorse, perché proprio le reti telematiche sono il principale nemico delle lobby del diritto d'autore. Ma una delle "3 i" della scuola del Berlusca e della sua cotonata cortigiana non era proprio Internet? Meno male che gli studenti Internet la conoscono già molto bene - e sanno farne uso improprio...
Aggiornamenti e ultime feature su Indymedia:
- Firma la petizione contro la legge Urbani!
- Giro di vite contro il P2P
- Delitti Urbani
- P2P under attack...
- Giù le mani dalle biblioteche!
- Azioni a FIMI di lucro...
Collegamenti:
- E-LASER / Laboratorio Autonomo di Scienza Epistemologia e Ricerca
- CopyDOWN / Altri diritti d'autore
- Liber Liber / Biblioteca virtuale on line
- Wikipedia / L'enciclopedia libera
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GUERRA SENZA LIMITI |
11/03/2004 |
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L' istruzione militarizzata
Lo scenario della guerra
si è ampliato fino a coinvolgere la sfera politica, economica, diplomatica,
culturale e psicologica
, fino a voler fare di ogni cittadino un soldato.
L' industria della difesa
oggi ha interessi ovunque e la ricerca scientifica è sempre più legata a
doppio filo con lo sviluppo dell'industria militare.
Dopo le riforme universitarie, realizzate in funzione del mercato, dello sviluppo e
del trasferimento di conoscenze e tecnologie alle imprese private, l'
Università diventa un centro di propaganda del militarismo , di ricerca di
nuove tecnologie di guerra e controllo.
Presso la Facoltà di Scienze Politiche di Perugia è in via di
approvazione un Master
in "Politiche internazionali e studi
diplomatici", che vedrà con certezza l'apporto di personaggi interni e
esterni alla Facoltà che teorizzano e supportano l' ideologia della
guerra globale permanente. Tra questi nuovi Dott. Stranamore spicca il
generale Fabio Mini generale dei
bersaglieri, Capo dell'Ufficio Generale di "Euroformazione".
La guerra permanente atterra all' università.
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