La moratoria UE sul biotech e' finita: ora bastera' un'etichetta. Qual e' il futuro dei movimenti contro le multinazionali biotech?
L'Unione Europea sta cancellando la moratoria contro gli alimenti OGM. Ora,
l'introduzione di cibi geneticamente modificati sarà permessa, anche
se un contenuto OGM superiore allo 0.9% richiederà l'etichetta. Ma
già
si parla di deroghe per prodotti altrimenti vietati, ma di cui non sia ancora
stata provata la nocività: è il principio adottato dalla
F&D
Administration americana, diversa dal principio di precauzione applicato
finora
dall'UE.
Nonostante le apparenze, l'abrogazione europea della moratoria è
un alto passso avanti della lobby del biotech: finora, l'UE si era opposta
all'introduzione
massiccia di OGM, e non certo per ambientalismo. Più dei 2/3 delle
coltivazioni
mondiali biotech sono negli USA, infatti, questo fa sì che anche i
fascisti
come Alemanno preferiscano Bové a Bush. La nuova legge europea pare
molto
severa: per molte associazioni ambientaliste, è una vittoria,
in quanto i consumatori saranno più informati. Ma la lotta si sposta
ora sul terreno culturale, più favorevole agli yankee: le
multinazionali
biotech dovranno rendere innocua sul piano commerciale l'etichetta OGM, che
all'inizio creerà qualche diffidenza nei consumatori. Dato che, oltre
ad essere la patria del biotech, gli USA hanno inventato Topolino, Barbie e
McDonald, probabilmente l'impresa non sarà impossibile.
Nel braccio di ferro tra movimenti anti-OGM europei e lobby biotech
americana,
la strada sembra segnata. E nel sud? Il secondo paese produttore di OGM
è
l'Argentina, la stessa che si solleva contro l'FMI. La Cina è quarta.
In India, invece, la situazione è più complicata e
interessante.
Esiste una moratoria, ma Monsanto la viola
dal 97, attraverso la controllata Mahyco che produce cotone BT, quello col
pesticida
incorporato. Contro le multinazionali ci sono molti movimenti contadini, che
hanno mostrato al mondo il valore della biodiversità.
In India, poi, esistono gli hacker del gene. Imprese
biotech violano le leggi sui brevetti e incrociano semi OGM e colture
locali,
in barba alle multinazionali. Il cotone BT, brevettato dalla Monsanto ma
vietato
in India, ora è prodotto localmente e le manifestazioni
dei contadini (saranno gli stessi che protestano contro la Monsanto?)
impediscono
al governo di applicare la legge. Inoltre, ora il cotone biotech viene
modificato
dai singoli
contadini e
scambiato o rivenduto a prezzi irrisori rispetto alle
varietà brevettate Monsanto. Ciò ha portato ad un paradosso: la
Mahyco ha denunciato una di queste imprese, la Navbharat, per la violazione
della moratoria sul Biotech!
Da un lato, questo significa che le colture OGM si stanno diffondendo senza
regole, e con loro i danni
all'ambiente, gli stessi che provocano le proteste contro la Monsanto. Ma
dall'altro, fornisce un altro esempio, molto embrionale, di "Free
Biotech".
Come nell'informatica, anche la biotecnologia (in campo biologico,
medico,
farmaceutico) potrebbe un giorno essere liberata attraverso un processo
di pirateria socialmente diffusa, primo passo verso la costruzione di una
comunità
biotech "open source" opposta al modello brevettuale attuale. Per
intenderci, ciò che è successo con gli mp3, Linux e Indymedia
contro i poteri forti di IBM e Microsoft. Se sopravviveremo agli esperimenti
dei contadini indiani, forse un giorno li ringrazieremo.
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