"Veniamo da lontano, andiamo lontano"
Il 3 ottobre un centinaio di immigrati vengono sgomberati da una scuola occupata sulla Casilina, e per protesta bloccano la strada fino al rilascio dei sei fermati dalla polizia. Il 12 ottobre 150 richiedenti asilo, etiopi ed eritrei, occupano uno stabile sulla Collatina. Da dove vengono queste centinaia di immigrati? Il 18 agosto di quest'anno veniva sgomberata casa Africa, «Hotel Africa» per i media: un magazzino a
fianco della Stazione Tiburtina dove, da circa 3 anni, numerose comunità migranti africane vivevano autogestendo la propria vita, in condizioni disagiatissime.
Solo grazie alla pressione del coordinamento Tiburtina
(associazioni e volontari che hanno lavorato per anni nei magazzini, Action, Medici contro
la Tortura, Senza Confine, Strike, Carta) il comune vi aveva portato bagni chimici e docce.
All'interno dello spazio erano nati ristoranti e altre attività, tanto che persino il sindaco Veltroni e' stato pronto a cavalcare, valorizzandola, l'esperienza di autogestione di Casa Africa. Quando si sono spenti i riflettori, le cose sono apparse molto più complicate, anche perché lo spazio in cui risiedevano almeno 400 persone era un hangar lungo i binari, in cui mancavano luce, acqua e altri
servizi fondamentali. Le persone evacuate sono state portate nei centri d'accoglienza del comune.
In primo luogo, il trasferimento ha lasciato fuori centinaia di richiedenti presenti nel censimento ma fuori città per motivi di lavoro; inoltre, molte strutture non garantiscono forme organizzative "partecipate": l'impossibilità di cucinare e di accogliere amici e parenti e gli orari fissi di entrata ed uscita hanno scoraggiato centinaia di migranti a rimanere nei centri. La comunità sudanese, ad esempio, non ha accettato la prima proposta del comune e continua a occupare il magazzino piccolo di Tiburtina, in attesa che l'amministrazione ristrutturi un nuovo centro rispettoso delle esigenze della comunità.
La storia dell'occupazione Tiburtina è quella di migliaia di immigrati, scappati dalla guerra e dalle persecuzioni nei paesi di origine, che sono a Roma per "conquistare" lo status di rifugiati. Una storia in cui l'autogestione è conquista di dignità. Per questo molti di loro stanno cercando di conquistare altri criteri di gestione dei centri o stanno ricominciando da dove sono partiti: l'occupazione.
Continuano intanto le mobilitazioni del Comitato Immigrati in Italia, alla ricerca di una soluzione per la situazione di stallo dei permessi di soggiorno . In piazza già il 26 settembre, dal 30 hanno portato avanti uno sciopero della fame con presidio permanente in piazza della Repubblica, da cui è partita la manifestazione di domenica 10 ottobre.
Aggiornamenti: Sabato 23 ottobre sarà una giornata di mobilitazione nazionale, promossa dal Comitato Immigrati in Italia
a Roma 23 ottobre presidio antifascista
22 ottobre presidio permanente
21 ottobre cena di solidarietà
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