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Contraddizioni che inceneriscono

Nuovo comunicato del Comitato Ambiente e Salute di Borgo a Mozzano e Bagni di Lucca: Alce Spa, sentenze Tar e responsabilità degli amministratori di destra e di sinistra.

A Viareggio la popolazione insorge contro l’impianto a biomasse da 15.000 t/anno che Sea risorse ha in mente di costruire a Bicchio, e l’opposizione di centrosinistra, insieme ad API, FLI e UDC chiedono di bloccare l’iter del progetto di inceneritore già approvato dall’Amministrazione comunale. A questo punto il  consiglio comunale unito sospende il progetto di Sea.

Di contro, nella Valle del Serchio il progetto di Alce, dieci volte più grande di quello di Bicchio, è stato avallato e sostenuto da Amministratori di destra e di sinistra, nonostante sia osteggiato dai cittadini della Valle, con eccezion fatta delle famiglie dei lavoratori dell’Azienda, mandati a casa.

Il TAR Toscana, al quale i cittadini e Legambiente hanno fatto ricorso, ha stabilito che la gente non ha titolo per ricorrere, dato che su quel sito già c’era un grosso impianto di combustione e una cartiera, ora praticamente dismessi, e pertanto  è da apprezzare che ce ne venga “ricollocato” un altro che, a suo dire, produrrebbe minore quantità di inquinanti rispetto al precedente (peccato che le polveri fini e ultrafini aumenterebbero notevolmente!).

E’ come dire che chi nei decenni passati è stato inquinato, nei decenni a venire deve continuare ad esserlo: è il suo destino.

Se poi consideriamo che l’Alce, nella sua lunga storia, non è mai stata sottoposta a Valutazione di Impatto Ambientale e chela Provincianel 2007 concesse all’Azienda l’Autorizzazione Integrata Ambientale senzala VIA, invece obbligatoria, vien da chiedersi: ma che razza di controllo mettono in atto questi Organismi pubblici? E adesso come possono operare un raffronto fra l’impianto nuovo e quello vecchio, se né l’uno né l’altro sono mai stati sottoposti a Valutazione di Impatto Ambientale?

A Fornoli, in mezzo alle case, su un’area ad elevata vulnerabilità degli acquiferi, in una valle chiusa e senza dispersione degli inquinanti, non potrebbe MAI essere autorizzato un nuovo impianto di queste dimensioni.

Ma la cosa più incredibile è che il TAR ha coniato un nuovo termine giuridico che non compare né nel progetto dell’Alce né nell’Autorizzazione concessa dalla Provincia. Mentre l’Azienda parlava di “riconversione” e la Provincia di “nuovo impianto”, il Tar conia il termine “ricollocazione”. Questo permette di eludere ogni Valutazione di Impatto Ambientale, prevista per le riconversioni, e al contempo il divieto di nuovo insediamento di centrali termoelettriche su quel sito, previsto nel PTC della Provincia di Lucca.

La volontà conclamata di eluderela VIAa nostro avviso è la prova evidente della consapevolezza che un simile progetto non supererebbe mai l’esame di una Valutazione di Impatto Ambientale. Infatti, chi ha le carte in regola si sottopone di buon grado agli esami.

Il TAR, condividendo tutte le tesi dell’Azienda, è arrivato a dichiarare nella sua sentenza che nell’impianto “la soglia di MW è ben inferiore a quella di 50 prevista per l’obbligo di VIA”. Ben inferiore? I MW dichiarati sono 48,5! Strategicamente appena sotto la soglia di 50, altro che “ben inferiore”!

Cosa si può pensare di fronte a tutto ciò?

Quello di Fornoli sarebbe l’impianto a biomasse solide più grande dell’Italia Centrale. Ma sono cose già dette e ripetute, insieme a tante altre che nessuno ha voluto raccogliere in questa Valle debole e perciò esposta a ogni tentativo di speculazione. Nella Piana di Lucca nessuno avrebbe proposto un impianto del genere; nella Piana di Lucca la Lucart non avrebbe nemmeno provato a proporre l’inceneritore di fanghi.

Dove sono le forze politiche che si sperticano a dichiararsi contrarie all’incenerimento? Lasciano che l’Assessore provinciale Bambini “chiosi” la sentenza del TAR e si dichiari soddisfatto.

22 novembre 2011

Comitato Ambiente e Salute di Borgo a Mozzano e Bagni di Lucca