Lucca Libera!

La città non si vende né si compra... si vive!

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Incontro col sindaco

Poche ore dopo l’incontro col sindaco Tambellini, avvenuto domenica mattina, Lucca Libera! ha posto alcune domande ad uno dei ragazzi di Torpedo che dal 21 giugno ha avviato il progetto di riaprire alla popolazione il parco della Madonne Bianche a S. Alessio.

Lucca Libera: come ha esordito il sindaco nell’incontro di domenica mattina?

Fabio: la prima cosa che ci ha detto è stata: comincio io o cominciate voi a parlare? Questa cosa ci ha lasciato perplessi, perché tramite i giornali eravamo venuti a sapere che entro venerdì 12 luglio avremmo dovuto abbandonare il posto e che il sindaco sarebbe venuto a incontrarci a proposito di questo. E lui inizia così? Mah, veramente non si capisce… Noi ci aspettavamo che lui ci dicesse qualcosa, che si fosse preparato un discorsino o roba del genere. Comunque ha iniziato lui, dicendoci più volte che avevamo fatto una cosa buona, una cosa bella, e ce l’ha ripetuto così tante volte da innervosirci quasi. Subito dopo ha posto il problema della legalità, dicendo che noi eravamo in una posizione illegale e non potevamo scavalcare le regole. A ciò ha legato pure il problema della sicurezza, provando ad utilizzare anche questo discorso per ipotizzare che noi dovessimo andar via entro breve termine. Abbiamo subito smontato il suo proposito di convincerci a lasciare il posto, rispondendogli che il nostro era un percorso di riappropriazione del parco e che assolutamente non l’avremmo riconsegnato spontaneamente all’abbandono e al degrado. Gli abbiamo prospettato che un eventuale sgombero l’avrebbe sicuramente messo in cattiva luce nei confronti della cittadinanza e di tutti coloro che in questi giorni hanno partecipato alla riqualificazione e alla fruizione della polisportiva. Alcuni abitanti del quartiere, tra l’altro, hanno iniziato insieme a noi una raccolta firme per sostenere il progetto che stiamo portando avanti.

Lucca Libera: nonostante la sua intenzione di convincervi ad abbandonare il parco, dicevi che è stato prodigo di complimenti…

Fabio: sì, ma l’impressione è che fossero complimenti di circostanza, il solito atteggiamento paternalistico, ovvero: bravi ragazzi che avete fatto l’azione dimostrativa, ora che la vostra azione ha avuto successo ve ne dovete andare. Questa posizione, francamente stucchevole, gliela abbiamo smontata affermando che avevamo un progetto da portare qua dentro, che il progetto stava riuscendo in tutto e per tutto e che non vi erano motivi per abbandonarlo al suo inizio. Gli abbiamo manifestato così la nostra intenzione di non volercene andare.

Lucca Libera: riguardo in particolare alla questione della legalità cosa gli avete detto?

Fabio: il problema legalità o illegalità di questa esperienza non è una questione che dobbiamo porci noi, noi poniamo con forza la questione della legittimità del recupero di questa area, abbandonata al degrado da tutte le amministrazioni. Questo è quanto gli abbiamo detto. Abbiamo continuato affermando che se lui voleva venire incontro a ciò che stavamo facendo, era suo compito trovare la maniera di mettere in regola la pratica che stavamo portando avanti. Di fronte a questo abbiamo notato che si è trovato spiazzato, non sapeva bene come reagire e ha detto che avrebbe convocato gli avvocati comunali per capire se la situazione poteva essere regolarizzata. Siamo stati noi a dirgli che gli avvocati gli avrebbero risposto, ovviamente, che tale situazione non era possibile dal punto di vista legale. A questo punto gli abbiamo fatto presente che non stavamo proponendo nulla di tanto diverso da ciò che avviene in molte altre città, nelle quali partendo dalle occupazioni si riesce comunque a trovare delle forme di messa in regola. Si tratta di porre la questione in termini di legittimità, di giusto o sbagliato, anziché nei termini di legalità o illegalità. Il consenso e la partecipazione attiva in questi giorni ci hanno dimostrato la maggior valenza di questa impostazione rispetto a qualsiasi ragionamento basato sulla stretta interpretazione legalitaria della faccenda. Se si parte mettendo i bisogni reali al primo posto, poi la soluzione a livello legale, in una qualche forma, è sicuramente possibile trovarla. Naturalmente, il sindaco dovrà dimostrare la volontà politica di muoversi in questa direzione.

Lucca Libera: un problema urgente rispetto alla permanenza in questo posto sembravano essere i lavori, connessi alla rete fognaria di S. Alessio, che la Geal dovrebbe iniziare alle Madonne Bianche. L’avete affrontato col sindaco?

Fabio: innanzitutto non è vero, come ventilato da alcuni giornali, che i lavori devono cominciare venerdì 12 luglio. Ce l’ha confermato anche il sindaco. D’altra parte, nell’affrontare questo problema, ci è parso ancora una volta un po’ incerto, essendo venuto a conoscenza solo ieri dei lavori necessari per la pompa di sollevamento. Comunque, nell’incertezza, ipotizzava la nostra uscita nei giorni in cui si sarebbero svolti i lavori. Ovviamente, abbiamo escluso questa possibilità, in primo luogo perché i lavori si sa quando iniziano ma non quando finiscono, come da esperienza di ognuno, in secondo luogo ci siamo preoccupati noi di parlare informalmente con gli addetti della Geal, venuti nei giorni scorsi per delle verifiche all’impianto idrico qui vicino. E’ emersa la volontà di trovare un accordo per la coesistenza delle necessità di entrambi. Del resto, i lavori occuperebbero uno spazio molto limitato del parco, senza alcun tipo di problema per la continuazione di tutte le altre attività. Al sindaco, dunque, abbiamo garantito che non ci sarà alcun ostacolo ai lavori, non ci sarà alcun problema per i lavoratori e i frequentatori del parco non correranno pericoli di sorta.

Lucca Libera: per l’assegnazione delle Madonne Bianche si parla di un bando comunale. Che voi sappiate c’è già una data fissata, e cosa conoscete in merito a questo bando?

Fabio: la data non è ancora fissata. Come da copione, però, ci hanno detto che l’annuncio del bando era previsto pochi giorni dopo l’inizio del nostro progetto di riqualificazione e che l’occupazione aveva rallentato il tutto. Si tratta di una risibile scusa, anche perché sappiamo, da altre fonti, che il bando era sì in progetto, ma per settembre o anche più in là. Con il sindaco la questione del bando è stata solo accennata, i temi dell’incontro infatti hanno riguardato le problematiche più immediate. Sull’eventualità del bando ci proponiamo di discutere in un’assemblea nei prossimi giorni, anche se l’orientamento prevalente è quello di escludere questa ipotesi. Abbiamo visto come sono andati a finire i bandi precedenti per questo posto, si è rivelata una strategia comunale fallimentare. Inoltre, partecipare a un bando comporterebbe un iter burocratico e tutta una serie di necessità economiche che taglierebbero fuori progetti di autogestione da parte della popolazione come quello che intendiamo proporre. Più appropriata sarebbe un’ipotesi di comodato d’uso. Di questo parleremo approfonditamente nelle prossime assemblee. Comunque sia, le parole del sindaco sul bando sono state abbastanza chiare: le spese da affrontare per la riattivazione della polisportiva sarebbero a carico di chi si proporrà per l’assegnazione. Quindi, molto probabilmente, sarà un bando d’investimento, ossia verranno valutate le potenzialità economiche dei candidati al recupero del posto. Questo, di fatto, significa la privatizzazione della struttura, perché qualsiasi soggetto si prenda la briga di investire decine di migliaia di euro in un posto, dovrà come minimo rientrare dalle spese, oltre ovviamente agli oneri di gestione per cinque o dieci anni. Da ciò deriva quasi di necessità un’attività economica finalizzata al profitto. Nei fatti, dunque, emerge un’inconciliabilità tra la nostra idea di spazio pubblico come bene comune da gestire in maniera partecipata e l’ipotesi di un bando di questo tipo. Quello che cerchiamo di costruire con il quartiere e la città verrebbe sicuramente estromesso da un bando formulato nei termini prospettati dal sindaco. La nostra proposta, invece, va nella direzione di formare un’associazione a partire dal posto in cui siamo, coinvolgendo tutte le persone interessate alla partecipazione nel progetto di riqualificazione e di costruzione delle attività che qui è possibile fare e immaginare. In altre parole, vuol dire sperimentare forme di assegnazione del posto a partire dalle esigenze e dalle pratiche di autogestione che in questi giorni si sono dimostrate così positive.

Lucca Libera: col sindaco avete parlato di problemi pratici come la mancanza di acqua ed elettricità?

Fabio: no, perché nonostante siano problemi urgenti, riteniamo più semplice affrontarli parlando direttamente con i fornitori di acqua ed elettricità che non discuterne con le istituzioni. Ciò si traduce in pratica nel fondare un’associazione che richieda formalmente gli allacci e mettersi nelle condizioni di pagare le bollette con l’autofinanziamento. Parlare con le istituzioni di queste necessità pratiche e urgenti è come parlare con i muri, ti trovi davanti gente che sembra non avere la più pallida idea di cosa gli stai chiedendo, nonostante i concetti che esprimiamo non siano poi così complessi. Con le società fornitrici crediamo di avere più probabilità di ottenere ciò che ci serve.

Lucca Libera: dopo questo incontro pensate che le prospettive della vostra permanenza alle Madonne Bianche si siano allungate?

Fabio: i tempi si prospettavano abbastanza lunghi anche prima degli strani articoli apparsi su alcuni giornali che sembravano intimarci di uscire dal parco nel giro di pochi giorni. L’incontro col sindaco ha rafforzato la nostra idea, non costituendo i lavori della Geal un problema per la continuazione ed essendo piuttosto lontano nel tempo l’ipotizzato bando di assegnazione.

Lucca Libera: in generale che impressioni avete avuto riguardo ai propositi del sindaco?

Fabio: il sindaco ha dimostrato di non avere una vera e propria strategia per affrontare la questione, in certi momenti ci dava l’impressione di essere un po’ confuso in merito. Noi da questo ci proponiamo ovviamente di trarre vantaggio, cercando di consolidare un’esperienza che è solo ai suoi inizi attraverso il radicamento nel territorio e nella città. Il nostro obiettivo immediato era quello di allungare le prospettive del percorso che stiamo facendo, affinché crescesse in armonia con gli abitanti e chiunque avrà voglia di prendervi parte. Ci sembra di essere sulla strada giusta. Oggi i tempi che abbiamo davanti sono effettivamente più lunghi. Li useremo per rafforzarci ed affrontare così, a settembre, un’eventuale trattativa col comune al fine di risolvere in maniera finalmente positiva le sorti di questo bene comune finora negato alla popolazione.