Bergamo – Ricorre oggi la giornata internazionale contro la violenza di genere, e in tutto lo stivale, in questi giorni, si stanno susseguendo diverse iniziative, tra presidi e manifestazioni. Il movimento di Non Una Di Meno ha anche indetto, per il 27 novembre a Roma, una manifestazione nazionale, con pullman che partiranno da diverse città del Nord e del Sud Italia; e per la giornata di oggi anche Bergamo scenderà nelle strade della città, dalle 18:00 partendo dalla stazione, con una passeggiata collettiva transfemminista organizzata proprio dal collettivo cittadino di Non Una Di Meno.
La giornata di quest’anno giunge in un periodo storico colpito dalla pandemia, situazione che ha sottolineato e ulteriormente aggravato condizioni già preesistenti: secondo i dati Istat i femminicidi nel corso del 2020 in Italia sono stati 116, di cui il 92,2% causati da una persona conosciuta dalla vittima (partner, ex partner, familiari, conoscenti), e il periodo di lockdown tra marzo e aprile 2020 ha contato un aumento del 73% di telefonate e segnalazioni al Dipartimento per le Pari opportunità attivato per le donne vittime di violenza e stalking rispetto all’anno precedente, mentre nel 2021, ad oggi, si contano 109 femminicidi, e la Lombardia si piazza al terzo posto in Italia per denunce e segnalazioni di violenze subite da donne; in tutto il 2020, su 444.000 occupati in meno in Italia, il 70% sono donne, a dimostrazione di una facilità sacrificale del genere femminile da parte dei padroni del mondo del lavoro, senza considerare la già presente maggiore precarietà contrattuale rispetto agli uomini, il gender pay gap (l’Italia continua ad essere uno dei Paesi più in basso nella lista di quelli che applicano la parità salariale), e gli effetti che lo smart working hanno realisticamente causato su lavoratrici a cui, ancora troppo spesso, viene culturalmente affibbiata anche la cura domestica e familiare; nonostante la legge 194, che vieta di fatto l’obiezione di coscienza di struttura, in Italia nel 2021 almeno 15 ospedali non praticano IVG, con il 100% di medici obiettori, e l’ultima relazione sull’attuazione della 194 attuata dal Ministro della Salute, dati del 2019, testimonia che il 64% dei ginecologici lombardi è obiettore, e lo è anche il 44% degli anestesisti (in questo articolo parlammo, nel 2020, nello specifico della situazione nella nostra città, e il Collettivo Donne Libere, Sicure e Consapevoli di Bergamo ha recentemente svolto un’indagine al riguardo per cui risultano, per esempio, solo all’ospedale Papa Giovanni, ben 21 ginecologi obiettori su una totalità di 24). Qui sotto vi mostriamo una tabella estrapolata dal documento della relazione:
Questi argomenti sono solo alcune tra le principali problematiche che la giornata di oggi, a livello nazionale e locale, vuole far emergere, ancora una volta: ancora troppo spesso vige, infatti, una narrazione mediatica e politico-istituzionale che penalizza le donne, che non le tutela in quanto lavoratrici, possibili madri, compagne, preferendo invece una pennellata di metaforico rosa e conseguente paternalismo e repressione di ogni discorso pubblico e collettivo che voglia realmente mettere in discussione il sistema economico e sociale per una concreta uguaglianza di genere, che vada dal trattamento economico al riconoscimento di diritti, dalla possibilità di vivere in maniera del tutto sicura le strade delle città e le proprie case a una cultura e a un’educazione che mirino a capovolgere il sistema a cui siamo abituati, violento per antonomasia.
Foto estratta dal volantino ufficiale di Non Una Di Meno.