La Kascina chiede chiarezza all’amministrazione


Bergamo – Il 6 ottobre scorso Monterosso subiva la perdita di un luogo che per sette anni era stato punto di ritrovo, aggregazione e socialità nel quartiere: il sequestro della Kascina Autogestita Popolare intitolata alla partigiana Angelica “Cocca” Casile ha mobilitato i membri del collettivo che la animava e diversi solidali della città e soprattutto del quartiere, che riconoscono il ruolo fondamentale di spazi fisici simili in una città come Bergamo, sempre più esclusiva. Il giorno stesso un corteo ha attraversato le strade di Monterosso, partendo dalla centrale piazza Pacati fino ad arrivare proprio davanti all’ingresso di Cascina Ponchia, presidiato da un quanto meno esagerato numero di forze dell’ordine.
Il corteo voleva fare chiarezza sulle intenzioni della giunta comunale, che ancora non si era esposta su quello che a tutti gli effetti è da definire uno sgombero. Nel frattempo Gabriele Belotti esultava, inneggiando alla legalità, contento che finalmente gli attivisti fossero stati sgomberati.

Il collettivo però non si è dato per vinto, e ha organizzato un presidio il weekend successivo, alle porte del Comune di Bergamo. La richiesta di chiarezza, fatta dal collettivo della Kascina e dai tanti solidali presenti alle istituzioni, non ha trovato risposta. Nel comunicato scritto dagli attivisti dell’immobile da poco sgomberato, di cui vi copiamo il link al file PDF in fondo all’articolo, si legge chiaramente: “cosa ne pensa Cooperativa Ruah di tutta questa faccenda? Chiediamo poi di sapere al più presto quale sarà il futuro materiale e concreto di Kascina Ponchia. Non esiste, ad oggi, ancora nessun atto pubblico consultabile che dichiari quale sarà l’utilizzo dello stabile ora sotto sequestro e sgomberato. Se non è vero, come sostiene il Comune, che il ruolo di Ruah è principalmente funzionale ad essere un pretesto utile solo al fine di scacciare il Kollettivo, dove possiamo leggere il progetto? Perché non è pubblico?Quali saranno i fondi utilizzati, quali le tempistiche necessarie alla realizzazione, quando la scelta dei partner? Quale la strategia nella sua completezza che ambisce a trasformare Cascina Ponchia? Avete violentato un progetto sano e solidale, costruito dal basso grazie al lavoro di tante e di tanti. Ci dovete subito delle risposte!”

La cooperativa Ruah, infatti, pare essere la cooperativa destinataria della gestione della cascina Ponchia, nonostante non si riescano a trovare informazioni più dettagliate su eventuali progetti in corso. I ragazzi e le ragazze della Kascina Autogestita attendono adesso delle delucidazioni e l’inizio di un reale dialogo con l’amministrazione comunale, e conclude così il suo comunicato: “Serve che le centinaia di immobili comunali, nelle idee della giunta destinati alla svendita a privati, vengano restituiti alla cittadinanza e non a società o solamente a chi è in gradodi spendere e spandere. Uscire dal modello di aggregazione elitaria è possibile! Negli anni in Kascina decine di esperienze virtuose hanno creato fermento culturale e sociale, dando il la ad attività dentro e fuori le mura di Monterosso. Pertanto, chiediamo a tutti e tutte di portare idee e contributi per continuare a vivere una città liberà dal divertimento-merce, tanto caro a Gori. Molto instagrammabile ma poco inclusivo.Ripensiamo dalle fondamenta quella città vetrina che ha voluto rendere di nuovo la Kascina una Casa dei Fantasmi”.

Questo il link del comunicato.

Print Friendly, PDF & Email

Leave a Reply

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.