17 dicembre - Giornata internazionale di lotta per Bradley Manning

riceviamo e diffondiamo:

17 Dicembre - GIORNATA INTERNAZIONALE DI LOTTA PER BRADLEY MANNING
IN AUSTRALIA, BRASILE, CANADA, GERMANIA, INDIA, REGNO UNITO, USA. . .

Bradley Manning [1] un soldato USA gay di 23 anni, in prigione dal maggio 2010, avrebbe rivelato i crimini di guerra USA passando centinaia di migliaia di documenti segreti a Wikileaks, tra cui il famigerato video “Collateral Murder” [2] in cui nel 2007 in Iraq l’equipaggio di un elicottero USA uccise a sangue freddo 11 o più civili e ferì
gravemente due bambini.

Una delle accuse contro di lui, “aiuto al nemico” potrebbe portare alla pena di morte o all’ergastolo.  Il caso di Troy Davis dimostra come il governo USA non esiti a uccidere persone innocenti se fa comodo alla sua politica.  Per 30 anni hanno tentato di fare lo stesso con Mumia Abu-Jamal, ma alla fine hanno perso.  Il Regno Unito fa da
spalla, tentando di estradare in Svezia (e da lì presumibilmente negli USA) Julian Assange, il direttore di WikiLeaks, senza che sia stato accusato di nulla.

IL CASO ASSANGE VERRÀ DISCUSSO NELLA CORTE SUPREMA DEL REGNO UNITO.
L’UDIENZA PRELIMINARE PER LA CORTE MARZIALE DI BRADLEY MANNING
INCOMINCIA IL 16 DICEMBRE, IL GIORNO PRIMA DEI SUOI 24 ANNI.

VITTORIA CONTRO LE CONDIZIONI DI TORTURA IN PRIGIONE

Dal luglio 2010 al marzo 2011 Bradley venne tenuto in isolamento e in condizioni di tortura nella prigione militare di Quantico.  La campagna internazionale che l’appoggia ha ottenuto una vittoria importante quando l’esercito USA venne costretto a trasferirlo nella prigione di Fort Leavenworth, dove può vivere in condizioni più umane.

NON C’È ORGOGLIO NELLA STRAGE DI ALTRI!

Bradley Manning fa parte della tradizione di uomini apertamente gay che rifiutano di uccidere, torturare e struprare per gli eserciti del mondo e la sua presa di posizione è stata celebrata in molti LGBTQ Pride in
tutto il mondo.  Bradley segue Stephen Funk, gay filippino/nativo-americano, il primo soldato USA a essere imprigionato per essersi rifiutato di combattere in Iraq; e Mehmet Tarhan, obiettore di coscienza curdo gay in Turchia, torturato, imprigionato e poi liberato da una campagna internazionale in cui presero parte attiva le
organizzazioni LGBTQ di base.

L’esperienza e la resistenza di Bradley contribuiscono a far luce sull’isolamento e altre torture subite da migliaia di detenuti, specialmente negli USA.  Il modello per il trattamento di Bradley a Quantico e per Guantánamo, Abu Ghraib e Baghram, è il gulag delle prigioni civili USA, dove la maggior parte dei detenuti è di colore, e
dove molti, specie se sono visti come LGBTQ, possono subire violenze sessuali senza fine.  La fine dell’isolamento era una delle principali rivendicazioni dei detenuti in sciopero della fame a Pelican Bay e altre prigioni USA l’estate scorsa.

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Sab, 17/12/2011 – 09:59
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