Milano - Risposta alla lettera aperta sulla vicenda dei collaboratori di giustizia
Riceviamo e diffondiamo:
Buongiorno,
chiedo, se possibile, una breve ospitalità per potere rispondere alla lettera aperta a firma Gianni pubblicata sul sito Informa – azione nella parte in cui vengo espressamente nominato.
Come riconosce l’autore della lettera 25.11.2014 sono “intervenuto da avvocato” perché quello è il mio mestiere, e appunto esclusivamente in quella unica veste (e non certo di altra) mi è stato richiesto di interpretare nei termini di legge (e non certo di altro) un dispositivo di Sentenza relativo a due imputati del noto processo Rosso-Tobagi, stante l’ assenza della intera motivazione della Sentenza.
Ho pertanto segnalato la distinzione giuridica tra le due posizioni processuali degli imputati sulla sola base del mero testo di quel dispositivo e dei conseguenti richiami ai due diversi commi del medesimo art. 3, evidenziando che tra le “ragioni” poste a sostegno dalla Corte di Assise per la applicazione della attenuante di cui all’art. 3, numero 1, alla impuata Aldrovandi, non fosse indicata una condotta di delazione.
Infatti nel dispositivo fornitomi, dove peraltro si parla espressamente di “dissociazione graduale”, si legge esclusivamente di conferma della attendibilità altrui e di novità ma solo con riferimento ad episodi e non a persone.
Non è mia la frase secondo cui la stessa si sarebbe sacrificata su richiesta di altri, né ho mai deto o scritto, come si legge, che Mario Ferrandi sarebbe un caso umano.
E’ vero che ho seguito legalmente la riabilitazione di Mario Ferrandi ma non ho mai difeso e neppure mai incontrato in vita mia Mara Aldronandi, mentre mi ritengo amico del figlio Valerio che reputo, ma è opinione mia, una persona molto in gamba.
Non ho mai inteso “fare ingresso” nel dibattito politico riportato nella lettera a firma Gianni, anche perché non ne avrei avuto alcun titolo, né tantomeno era mia intenzione aggiungere non richieste valutazioni di comportamenti processuali a suo tempo tenuti durante un’epoca storica e politica che, non foss’altro che per mere ragioni anagrafiche, non ho direttamente vissuto.
Fermo restando che chi ha firmato quella lettera ha tutto il dirittto di ritenere inopportuno il mio intervento, mi premeva tuttavia meglio chiarirne gli esatti contorni, anche e proprio per il rispetto che ritengo si debba sempre portare a quelle tematiche che quella lettera riferisce.
Grazie
Davide Steccanella
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