Antifascisti/e - Anche nel terzo millennio
Antifascisti/e - anche nel terzo millennio.
Abbiamo scelto di non stare a guardare.
Abbiamo scelto il nostro lato della barricata.
Abbiamo scelto di prendere parte alla guerra sociale che minaccia questo vecchio mondo.
Per dignità - e anche per odio.
Donne e uomini « liberi che volontari si adunarono […] decisi a riscattare la vergogna e il terrore del mondo »*.
* da un’epigrafe di P. Calamandrei.
Il 26 febbraio dell’anno scorso, il presidio democratico indetto in risposta all’inaugurazione, a Cuneo, di una sede di Casa Pound (i “fascisti del terzo millennio”, come si autodefiniscono), prende una piega inaspettata. Stanchi di ascoltare le sinistre chiacchiere del sindaco Valmaggia, un centinaio di irrequieti si dirige verso la fogna. Ne seguono scontri con la polizia, che come sempre difende i fasci. Risultato: due a zero - un fascista ed un carabiniere finiscono all’ospedale. Il 27 maggio è lo stato che attacca chi ha osato colpire i propri sgherri: carcere, arresti domiciliari, mandati di cattura per chi è riuscito a rendersi irreperibile, perquisizioni e denunce. Per chi, fra gli imputati, non ha patteggiato con la giustizia, il processo inizierà il 25 gennaio.
In un periodo in cui l’ordine costituito comincia a fare acqua da tutte le parti, scosso dalla rabbia di molti sfruttati, ecco che il potere torna a giocare la carta del (neo)fascismo, della guerra fra poveri. Si tratta del vecchio divide et impera, una strategia che purtroppo funziona bene. Quei quattro stronzi in camicia nera ci fanno solo ribrezzo e riteniamo, come tanti, che dovrebbero semplicemente essere spazzati via. Il problema di fondo, infatti, non sono tanto loro, quanto la società, democratica, di cui il fascismo è il prodotto ed una delle espressioni.
Al di là del sentimento di orrore per gli omicidi di un fascista alla Casseri, chiediamoci cos’è quel mondo che ha nutrito il razzismo assassino suo e di troppi suoi camerati, quel mondo in cui anche noi viviamo. Quanti milioni di persone, pur non sparando sugli immigrati, condividono ed alimentano l’odio verso ogni tipo di “diversità” – cioè verso ogni persona che non rientri negli standard propri alla mediocrità diffusa? I neofascisti a testa rasata sono pochi, ma le idee nefaste di cui si fanno interpreti si insinuano facilmente in quella zona grigia che è la cosiddetta opinione pubblica democratica. Ne è esempio il largo consenso di cui godono le campagne securitarie dello stato, la cui impronta razzista ha poco da invidiare ai programmi dei neofascisti. Questi ultimi si pongono poi come utili strumenti, avanguardia del razzismo istituzionale, con aggressioni, pogrom, omicidi. Insomma, tutto il lavoro sporco a cui i loro colleghi in divisa, toga o giacca e cravatta devono sembrare estranei.
Il fascismo è l’espressione più brutale e più grottesca dell’autorità, di una società fondata sul dominio dell’uomo sull’uomo (e sulla natura). Non ne è, però, la sola espressione disumana. Come potremmo dimenticare l’orrore quotidiano delle prigioni (democratiche)? I morti ammazzati nelle questure e nelle caserme (democratiche)? I “clandestini” (per la democrazia) annegati in mare inseguendo il sogno di una vita migliore? Oppure quelli uccisi nella strade delle nostre democratiche città, da un Casseri qualunque o da un qualche servo in uniforme? Nel primo caso la notizia fa scalpore, spesso nel secondo la vita di uno straniero irregolare non vale nemmeno un trafiletto in cronaca nera… È nelle società democratiche (o in via di democratizzazione) del XX secolo che il fascismo storico è nato. È nello stato democratico che il (neo)fascismo cresce rigoglioso. Questo mondo schifoso lo genera come pus infetto.
Il problema è proprio questa società che produce razzismo, sessismo, patriarcalismo, omofobia… tutta la panoplia dei sentimenti di odio nei confronti di chi non appartiene ad una supposta comunità o devierebbe da una fantomatica “normalità”. Un odio che, incitando alla guerra fra poveri (e non contro i veri responsabili della sopraffazione), si rivela essere un utile strumento per il mantenimento del dominio sociale.
Quella fra democrazia e fascismo è una falsa opposizione. Sono due forme intercambiabili e sovrapponibili di dominio. La prima è più presentabile, si fonda sul conformismo e l’abitudine a servire, uccide o lascia morire in silenzio e lontano dai riflettori. L’altro serve nei casi di emergenza, ammazza i poveri che hanno la pelle di un altro colore, governa con il terrore e costruisci campi di concentramento (ma ci sono campi destinati ai clandestini anche nell’Europa del XXI secolo). Sono il bastone e la carota… e tutti noi dovremmo essere l’asino mansueto e sottomesso!
L’antifascismo dei Valmaggia, del PD e della sinistra è una vergognosa operazione pubblicitaria. Quello che vogliono è soltanto salire su un palco e farsi applaudire, urlare al lupo cattivo e fascista, assicurarci che il buon poliziotto proteggerà la gente per bene e, poi, stigmatizzare il cattivo anarchico, il violento che infrange il dialogo democratico… Si appropriano, insudiciandola, della memoria di quanti hanno imbracciato le armi per abbattere la dittatura, anche molto prima dell’8 settembre ’43, anche dopo il 25 aprile ’45. Fra loro, molti erano gli anarchici, ancor più numerosi i comunisti, operai che credevano sinceramente di lottare per la rivoluzione, per un mondo migliore. Per tutti costoro abbattere il regime mussoliniano (e, durante i venti mesi di Resistenza “ufficiale”, cacciare l’occupante nazista) sarebbe stato solo il primo passo verso una rivoluzione che avrebbe segnato la fine dello sfruttamento. Quegli ideali sono stati traditi, spesso dagli stessi partiti “rossi”. Sotto colori democratici, l’asservimento delle masse è continuato e continua. Di fronte a loro, i rivoltosi di allora avevano le camicie nere e le guardie. Oggi abbiamo di fronte a noi la polizia e qualche volta, per ciò che questa non può permettersi di fare apertamente, qualche decerebrato che fa il saluto romano. In mezzo, oggi come allora, nessuna discussione, nessun compromesso possibile.
Antifascismo è impedire ai fascisti di prendersi lo spazio per diffondere il proprio veleno. Un veleno che viene dalla stessa fonte di quello di ogni stato, anche democratico: il principio di autorità ed il conformismo gregario che ne deriva. Impedirglielo per davvero, non con le fiaccolate e le firme in difesa della costituzione. Non appellandosi ad altri servi, in divisa, dello stesso stato. Impedirglielo anche con la forza, se necessario. Prima che sia troppo tardi e riescano ad imporre, ancora di più, il loro odio verso ogni diversità.
Per questo siamo solidali con i compagni e tutte le persone che saranno processate per gli scontri avvenuti a causa dell’inaugurazione della sede cuneese di Casa Pound. Siamo al loro fianco perché eravamo al loro fianco quel giorno, così come altre volte, nella lotta contro lo stato ed i suoi sgherri. Perché Casa Pound non dovrebbe riuscire ad aprire una sede, né a Cuneo né altrove. Semplicemente, i fascisti dovrebbero sparire dalla faccia della terra. Insieme ai loro burattinai.
Contro il fascismo - ma soprattutto contro il mondo che lo crea.
Morte al fascismo. Morte allo stato.
Per la libertà.
Individualità anarchiche.
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