Torino - Comunicato Torino Squatters sul 25 Aprile
Oggi, 25 aprile 2009, a sessantaquattro anni esatti dalla liberazione dell'italia dal giogo nazifascista, possiamo affermare che non ci sia proprio nulla da festeggiare. D'altronde, con chi dovremmo festeggiare? E
per quali motivazioni? Guardandoci intorno fatichiamo molto a trovarne di plausibili e mai come quest'anno l'evento assume i contorni ambigui e
grotteschi di una farsa impregnata di revisionismo.
In questi giorni i media hanno annunciato la volontà del premier di unirsi alle celebrazioni della Liberazione in nome di una trasversale ed inedita corrispondenza di intenti all'interno del popolo italiano. Proprio quel
presidente del consiglio che da sempre ha preferito porsi in termini antitetici rispetto ai valori e alle pratiche dell'antifascismo, e che di questa contrapposizione fiera e costantemente ostentata ha fatto un suo
marchio. Sempre lui! L'ex piduista che all'inizio degli anni ‘90 sdoganò i figli di almirante dalla palude dell'estrema destra ai banchi del parlamento italiano. Parlamento di una nazione che sulla propria carta
costituzionale annovera tra i suoi principi fondanti il valore dell'antifascismo. Oggi suona oltremodo singolare, ed estremamente complicato celebrare la fine del fascismo ed in particolare la data che ne
racchiude il senso. Questo perchè in italia il fascismo si è svecchiato ed oggi ritorna mantenendo inalterate le sue premesse filosofiche e la sua capacità di penetrare in più strati della popolazione. Un neo-fascismo in
grado di contribuire concretamente alla realizzazione di una società sempre più autoritaria e segnata da una malsana indifferenza verso i più deboli. Un vero tradimento per quegli italiani che sessantaquattro anni fa
scelsero da che parte stare. Assumendosi tutti i rischi di una rivolta civile e spesso pagando con la vita. I torturatori di allora non sono scomparsi, ma hanno imparato ad assumere nuove sembianze, mantenendo
inalterato il proprio cinismo e il loro totale disprezzo verso quei valori di libertà ed uguaglianza che sono propri dell'antifascismo. I figli di quegli assassini in camicia nera sono di nuovo tra di noi ed oggi
vorrebbero cancellare la storia pretendendo una assoluzione a posteriori.
Il loro capolavoro politico consiste nell'aver travestito le solite pratiche di intolleranza e razzismo in una serie di presunte rivendicazioni in nome del popolo italiano e di una purezza razziale appena velata. Noi oggi non abbiamo niente da festeggiare o celebrare. Siamo qui a
rievocare il 25 aprile per ricordare alla gente che non ci siamo mai liberati di certi meccanismi autoritari e oppressivi e che certe pratiche
possono rinascere conservando intatta la propria pericolosità.
Turin Squatter
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