Genova - Per fare chiarezza sulla situazione di Inmensa
2 mesi fa abbiamo appreso che l’area dove si trova Inmensa a Bolzaneto verrà riacquisita dal comune di Genova e che i mercati generali attigui apriranno probabilmente ad agosto. L’opera sistematica di devastazione che il comune sta attuando in Valpolcevera nell’ultimo decennio continua ineluttabile, divora gli spazi vitali di chi ci abita e prospetta un domani sempre più cupo con la costruzione della gronda autostradale, dell’inceneritore a Scarpino e del Terzo Valico.
Dal momento in cui ci è stata comunicata la notizia dell’intenzione da parte del comune di riprendersi Inmensa, ci siamo incontrati varie volte con le persone a noi più vicine per valutare la situazione (in primo luogo se questa ennesima minaccia potesse essere considerata reale o meno) e riflettere sui nostri propositi e sul contesto in cui questa notizia si inserisce: guardandoci attorno, valutando le nostre forze e voglie e soprattutto i nostri limiti, si è deciso di non difendere fisicamente lo spazio. La scelta che facciamo è di continuare il percorso di critica e opposizione che portiamo avanti da anni e impegnare, a maggior ragione, le nostre forze sui terreni delle lotte in cui già agiamo quotidianamente.
Così come non pensiamo che ogni forma di aggressione da parte dello stato contro gli individui rimanga una questione privata di chi la subisce, riteniamo che la perdita di uno spazio come Inmensa non riguardi soltanto gli occupanti o le persone ad esso più vicine, ma chiunque cerchi di rompere le sbarre di questa società carcere. Non è soltanto uno spazio fisico in meno ma l’ulteriore limitazione della libertà di agire, il cappio della legalità che si stringe, un altro passo verso il tentativo di normalizzare le nostre vite e adeguarle alle regole dettate dalla cosiddetta “società civile”.
Invitiamo tutti quelli che si sentono coinvolti a esprimersi e mobilitarsi come meglio credono.
Vorremmo anche chiarire che abbiamo rifiutato ogni contrattazione accomodante propostaci dal comune, soprattutto la possibilità di un altro posto.
D'altronde sappiamo che lo stato non regala niente e che ogni concessione ha come prezzo la perdita di una parte della propria identità e della totale autonomia di azione, come dimostra l’esperienza vissuta negli ultimi quindici anni da molti posti occupati.
Non abbiamo bisogno delle loro concessioni: all’esigenza di un nuovo posto risponderemo noi direttamente decidendo il dove e il quando.
Per la distruzione della proprietà privata e della menzogna democratica.
Per smettere di sopravvivere e iniziare a vivere.
Gli occupanti
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