La storia: sequestrati gli attrezzi anche a chi non è colto sul fatto

«Non vi portiamo con noi e non vi denunciamo, perché non vi abbiamo visto al lavoro. Ma quella roba lì la prendiamo». Lo hanno detto due "vigilesse" nel corso delle operazioni per la "caccia" ai lavavetri, indicando le spazzole appoggiate dentro un'aiola.

«Siamo da quattro giorni a Firenze», hanno spiegato i due cittadini romeni, Zakaria e Ile, di 23 e 19 anni. Dichiarano di non sapere nulla dell'ordinanza, di dormire alla stazione e di fare i lavavetri per mangiare, «ma cerchiamo un lavoro serio», fanno in tempo a raccontare all'arrivo della pattuglia a cui devono consegnare i passaporti. Parlano poco italiano, ma si dicono meravigliati di questa «attenzione, poco fa si era fermata anche una troupe di una tv». Spiegano di avere scelto quel semaforo, in viale Guidoni (non lontano dall'uscita della Firenze Mare) da soli, «nessun racket, lavoriamo per noi, per mangiare», affermano.
Dopo aver controllato i passaporti le due vigilesse spiegano loro l'ordinanza del sindaco Domenici e il divieto di lavare i vetri alle auto. Con gentilezza, invitano i due giovani a gettare in un cassonetto vicino alcune bottiglie di plastica e ad allontanarsi. Loro guardano le "vigilesse", poi raccolgono tre o quattro bottiglie e se ne vanno verso il centro della città, in direzione della Stazione dove troveranno altri connazionali che come loro da oggi dovranno trovare un'altra "occupazione".

Pubblicato il: 28.08.07

Mer, 29/08/2007 – 09:16
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