Lecce - Scritte contro i soldati morti a Nassirya

Scritte contro i soldati morti a Nassirya
Vergogna nel centro storico di Lecce

Strappati i manifesti usati per coprire le ingiurie
Giovedì anniversario dell’uccisione di Alessandro Carrisi

LECCE — Domani, giovedì 12 novembre 2009, cade il sesto anniversario dell’attentato di Nassirya, in Iraq, quando in un terribile attentato terroristico morirono 14 carabinieri e tre militari dell’esercito italiano. E tra le vittime ci fu anche un salentino, il caporal maggiore Alessandro Carrisi, all’epoca 23 anni, di Trepuzzi, appartenente al VI Reggimento Trasporti di Budrio. Ma da qualche giorno, sui muri del centro storico, gli anarchici hanno di nuovo lasciato scritte offensive contro la Chiesa e lo Stato. Il Comune aveva subito provveduto a coprire con manifesti bianchi le scritte della vergogna ma ieri, in alcune zone del borgo antico, i manifesti sono stati tolti. E così le scritte della vergogna sono ricomparse.

LE SCRITTE SUI MILITARI - In via Libertini, sui muri dell’ex Caserma Cimarrusti, campeggia la scritta «10,100,1000 Nassyria. Morte ai soldati italiani». Un pugno nello stomaco. I commercianti della zona, i turisti e i cittadini si sono indignati. Non è la prima volta che succede, a Lecce - nonostante i blitz delle forze dell’ordine - esiste anche una piccola frangia di anarchici che periodicamente saccheggia i muri degli edifici antichi e delle chiese con scritte offensive. Ma questa volta commercianti e cittadini sono indignati anche perchè questa volta gli autori del raid hanno prima scritto le ingiurie e poi strappato i manifesti bianchi utilizzati per coprire le frasi offensive. Domani il Salento ricorda Alessandro Carrisi, ucciso dai terroristi in Iraq. E le scritte offensive contro i morti di Nassiriya, tra cui lo stesso Carrisi, non possono essere un caso. Un duro colpo all’immagine di Lecce e del Salento, che in questi anni hanno pagato un durissimo prezzo nella lot

ta al terrorismo internazionale. Nel settembre scorso, a Kabul in Afganistan, è rimasto vittima di un attentato terroristico il parà Davide Ricchiuto, 26 anni, appartenente al 186esimo Reggimento dei paracadutisti, salentino di Tiggiano. Ucciso dai talebani insieme ad altri soldati che in Afganistan erano andati per portare la pace ed invece hanno trovato la morte. Carrisi e Ricchiuto sono stati gli unici salentini vittime di attentati terroristici ma dal 2000 ad oggi i militari morti in servizio, soprattutto per incidenti stradali, sono stati numerosi. Nell’ottobre del 2008 in Francia cadde un elicottero durante una esercitazione. In quella circostanzapersero la vita cinque militari pugliesi, ossia il tenente Marco Partipilo (Bari) ed i marescialli Giovanni Sabatelli (Fasano), Giuseppe Biscotti (Grottaglie), Massimiliano Tommasi (Calimera) e Teodoto Baccaro (San Vito dei Normanni).

CONTRO LA CHIESA - In passato gli anarchici hanno scritto frasi offensive anche contro il sottosegretario all’Interno, Alfredo Mantovano. In questi giorni, però, hanno preso di mira anche la chiesa leccese ed il Vaticano. Ed anche in questo caso non è la prima volta perchè a Lecce la Curia è stata per anni oggetto di contestazione per la gestione del centro di accoglienza per immigtrati «Regina Pacis » di San Foca. L’allora direttore della struttura, don Cesare Lodeserto, e l’ex vescovo, monsignor Cosmo Francesco Ruppi, sono stati vittime di minacce ed intimidazioni. Fu lanciata anche una bottiglia incendiaria contro l’abitazio

ne leccese di don Cesare ed un ordigno esplose davanti alla porta della Cattedrale, a piazza Duomo. Poi la situazione si è normalizzata dopo gli arresti degli anarchici da parte degli agenti della Digos della Questura di Lecce e con la decisione della Curia di rinunciare alla gestione del centro di accoglienza per immigrati. Ora il ritorno delle ingiurie e delle minacce.

Salvatore Avitabile
11 novembre 2009

corrieredelmezzogiorno.corrriere.it/lecce

 

Ven, 13/11/2009 – 18:48
tutti i contenuti del sito sono no-copyright e ne incentiviamo la diffusione