Lecce - Un'inedita provocazione poliziesca

Riceviamo e diffondiamo:

Due parole su un’inedita provocazione poliziesca

Da un giornale web leccese (il solo al momento e nemmeno dei più conosciuti a livello locale) è stata rilanciata quella che con ogni probabilità è una velina poliziesca in cui si afferma dell’esistenza di un fantomatico delatore che avrebbe fornito informazioni agli inquirenti su «una rete di anarchici attiva su tutto il territorio nazionale con una cellula presente anche nel Salento» (http://www.corrieresalentino.it/2016/07/un-pentito-svela-agli-inquirenti-una-cellula-di-anarchici-attiva-anche-nel-salento/).
Tant’è che, sempre secondo quest’ articolo, la Procura di Lecce avrebbe avviato un’inchiesta di concerto con gli uffici inquirenti di Roma e Milano.
A Lecce sarebbe ipotizzata un’accusa di associazione a delinquere per una serie di azioni anonime contro alcuni uffici postali. Ma si parla anche di “azioni dimostrative compiute in tutta Italia, rappresaglie contro il Tav, cortei e manifestazioni”.

Al momento, e non avendo altro riscontro, non possiamo che considerare quell’articolo come l’ennesima intimidazione e provocazione verso chi si batte contro le nocività che infestano la nostra esistenza – dal TAV ai Centri di detenzione per stranieri, solo per restare ai casi citati dallo scritto in questione – infarcita dalla fantasia del giornalista di turno.

Invece, a proposito di CIE, ricordiamo che quello di Brindisi Restinco continua indisturbato a macinare prigionieri, anche grazie al sapiente isolamento in cui il centro è tenuto.
Nessuna notizia riesce a oltrepassare “ufficialmente” le mura di quel lager. Al suo interno, la vita reclusa è resa ancora più difficile dalle dure condizioni dovute al caldo di questa stagione, all’affollamento della struttura, al cibo di pessima qualità, alla mancanza di assistenza medica, alla somministrazione di tranquillanti per annichilire i prigionieri, alle minacce verso chi protesta. A volte lasciando spazio solo all’autolesionismo: lo scorso mercoledì 20 luglio, da contatti personali, si è saputo di un recluso ricoverato in ospedale per aver ingerito una pila.

Da quando il CIE di Restinco ha riaperto nell’ottobre 2015, solo pochi solidali hanno cercato di rompere il silenzio e, accanto alla solidarietà verso i reclusi, non hanno mancato di ricordare che sono in tanti a permettere il funzionamento di questo lager: dalla cooperativa Auxilum che lo gestisce, al colosso dell’alimentazione Ladisa che fornisce i pasti, a chi come Poste Italiane, con la compagnia aerea Mistral Air, esegue i trasferimenti interni e le deportazioni dei senza documenti verso il Nord Africa.

È scontato ribadire quanto sia importante continuare nella lotta.


Alcuni nemici e nemiche delle frontiere – Lecce

A proposito di poste italiane:
http://www.autistici.org/macerie/wp-content/uploads/cronologia6mesi.pdf

Lun, 01/08/2016 – 13:16
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