Migranti - In costruzione "muro" tra Grecia e Turchia

fonte: estratti da ansa.it - balcanicaucaso.org

Una prima barriera di doppio filo spinato di 10 km di lunghezza del costo di tre milioni di euro che farà parte di una vera e propria muraglia anti-immigranti sul confine greco-turco sarà ultimata a settembre con due mesi di ritardo sul previsto. Lo ha annunciato il ministro greco per la protezione civile Christos Papoutsis dopo un sopralluogo sul sito dei lavori, lungo le rive del fiume Evros (Maric in turco) che per parecchi chilometri segna la frontiera fra Grecia e Turchia.

Nonostante il dispiegamento della missione europea Frontex, il confine tra Grecia e Turchia lungo il fiume Evros continua ad essere il principale punto di passaggio per i migranti diretti in Europa.

Sarà lungo 12 chilometri e mezzo e alto cinque metri il muro anti-immigrati che la Grecia si appresta a costruire ai confini con la Turchia, nella regione del fiume Evros vicino alla cittadina di Orestiada.

“Il governo ha il dovere di difendere i diritti dei cittadini ellenici e di coloro che vivono a norma di legge nel nostro Paese”, ha dichiarato la settimana scorsa il ministro della Difesa del cittadino (equivalente al ministero degli Interni ndr) Kostas Papoutsis. “Arginare il flusso degli immigrati che dall’Anatolia si riversano nell’Unione europea attraverso la Grecia è anche una prova del nostro senso di responsabilità verso Bruxelles”.

Il progetto è già avviato: più che un muro di cemento, sarà una barriera di filo spinato sostenuta da una base fissa e da colonne in calcestruzzo. Il ministro ha escluso che il fil di ferro sarà attraversato da corrente elettrica, anche se ci saranno sensori in grado di segnalare tentativi di passaggio.

Bruxelles ha però subito espresso diffidenza e riserve riguardo alla decisione greca [non certo per motivi umanitari ndr.] : "I muri o i reticolati sono misure di breve periodo che non permettono di affrontare in maniera strutturale la questione dell'immigrazione clandestina", ha affermato il portavoce della commissaria Ue alla Sicurezza, Cecilia Malmström, spiegando come "la gestione delle frontiere è una questione tra Stati", ma sottolineando come "in certi casi le frontiere nazionali sono allo stesso tempo frontiere dell'Unione europea".

Da parte sua il governo snocciola le cifre contenute nell’ultimo rapporto Frontex (l’Agenzia europea per la gestione della cooperazione operativa alle frontiere esterne degli Stati membri dell’Unione europea, istituita nel 2004 e presente in Grecia dal novembre 2010 con 200 guardie che collaborano con le autorità locali nella zona dell’Evros).

Secondo questo rapporto, diramato il 10 gennaio scorso, la Turchia continua ad essere il maggiore Paese di transito verso l’Europa di un ingente flusso di migranti e di persone richiedenti asilo politico. Un flusso che vede in prima linea gli esuli afgani, ma ultimamente anche un inedito picco di arrivi algerini.

Lungo le rive del fiume Evros, che segna per 206 chilometri il confine fra Grecia e Turchia, solo nel periodo che va da gennaio a settembre 2010 è passato il numero record registrato negli ultimi anni in tutta l’Ue di 31mila migranti.

Il rapporto Frontex fa anche riferimento al tratto lungo 12,5 chilometri in cui sorgerà il muro: ogni giorno, da questo punto, l’unico non segnato dall’Evros, entrano in Grecia 350 persone. La polizia greca precisa che più della metà dei 47mila migranti entrati nel Paese l’anno scorso l’ha fatto attraverso questi pochi chilometri, tutti via terra e quindi facili da attraversare.

Mentre solo dall’inizio del 2011 sono già tre i cadaveri di aspiranti immigrati restituiti dalle acque del fiume. Sempre Frontex sottolinea la mancanza di una vigilanza notturna nella regione. Anche di qui la decisione del governo ellenico di costruire una barriera simile a quella già eretta dalla Spagna intorno alla cittadina di Ceuta, enclave ispanica in Marocco. O al muro che divide gli Stati Uniti dal Messico.

Proprio il governo socialista che ha ceduto a ogni richiesta dell’Ue e del Fondo monetario internazionale, riducendo i greci alla povertà, ora si comporta in modo disumano verso gli immigrati. Che vanno benissimo a tutti quando raccolgono fragole, pagati in nero, nei campi, o quando sono morti per costruire il villaggio olimpico nel 2004. Ma ora il governo ha bisogno di distogliere i cittadini dagli esplosivi problemi sociali. Quale capro espiatorio migliore dei migranti clandestini?

Mar, 07/02/2012 – 16:18
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