Ravenna - Sullo sgombero del Porto Franco
RAVENNA-Nella mattina di sabato 17 novembre, un gruppo di pirati ha occupato nel porto di Ravenna una ex sede operativa Eni (abbandonata da anni) , per creare un nuovo covo ed esprimere con forza le idee e le pratiche dell'autogestione, della condivisione e del diritto al Vivere.
Quest'area insalubre aveva bisogno di una scossa, tanto che l'edificio e le zone circostanti sono in fase di bonifica a causa delle sostanze tossiche presenti nell'ambiente. I pirati sono rimasti per qualche ora: il tempo di manifestarsi per poi tornare sotto coperta, nei rifugi della palude. Anche perché i soliti "BIRRI" sono arrivati in gran numero e la chiusura di ogni spiraglio di trattativa da parte dell'Eni (responsabile della devastazione ambientale del delta del Niger), rappresentata da un delegato giunto quasi istantaneamente, è stata totale.
Ma i pirati si affacceranno nuovamente su questi orizzonti, la ciurma non aspetta.
L'appuntamento è per mercoledì 21 pomeriggio ore 16 in piazza Andrea Costa.
I pirati della piallassa chiamano tutti ad esprimere solidarietà allo
sgombero del loro PORTO FRANCO.
PORTATE CIO CHE VORRESTE TROVARE
I pirati della piallassa
fonte pirati-della-piallassa.noblogs.org/
comunicato per l'occupazione:
Oggi si festeggia la nascita di un nuovo approdo per Ravenna: un Porto Franco!
Questo luogo sorge dalle ceneri di una vecchia sede operativa dell'Eni in via Trieste 268, un edificio abbandonato che stamattina un gruppo di studenti e lavoratori precari della città ha abbordato e liberato per tutti.
L'occupazione è un gesto di forza, ma è teso ad aprire uno spiraglio di passione umana sull'oscuro panorama che affligge l'area portuale e più in generale la zona ravennate: è dal fulcro della mercificazione locale che vogliamo ripartire con dei vascelli carichi di idee, di laboratori e di futuro.
Gli obiettivi di Porto Franco sono semplici: lottare contro la pratica consumistica che sta lentamente logorando le nostre vite e proporre nuove rotte, per riassaporare il gusto dell'esistenza attraverso la condivisione e l'autogestione. In pratica vogliamo resistere e stare insieme, spartire le nostre emozioni, le nostre conoscenze ed i nostri corpi perché questa è la nostra natura.
Chiediamo alle istituzioni ed alle autorità di non soffocare questo grido e ad ogni cittadino e cittadina di avvicinarsi e dialogare con una nuova avventura aperta sull'orizzonte nebbioso della città: l'appuntamento per tutti è domani, domenica 18 novembre alle 16, al Porto Franco per confrontarsi in una assemblea pubblica e partecipare fin da subito alla vita di questo posto. Il bottino di oggi sarà un'importante risorsa per la comunità di domani.
Dedichiamo questo spazio alle persone che oggi scendono in piazza a Genova per protestare contro la falsità di un sistema legale che, per coprire gli errori commessi da se stesso, intende incolpare 25 esseri umani.
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