Repressione comunisti
Comunicati di solidarietà e analisi
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AGGIORNATO 19 aprile 2007
Riceviamo e inoltriamo:
Comunicato di solidarietà dalla commissione per un Soccorso Rosso Internazionale con i rivoluzionari colpiti dalla controrivoluzione lunedi 12.02.07
La Commissione per un Soccorso Rosso Internazionale denuncia il nuovo attacco contro il movimento rivoluzionario, realizzato in combutta tra lo stato italiano e quello svizzero.
Dei 16 compagni inquisiti (15 in Italia, 1 in Svizzera), 15 sono stati arrestati.
Basta Repressione!
Fuori i compagni dalle galere!
Ci solidarizziamo con i compagni e la compagna!
Niente fermerà il processo rivoluzionario
Comunicato della Panetteria Occupata
Le compagne e i compagni della Panetteria Occupata di Milano esprimono la loro solidarietà a tutti i compagni oggetto della campagna repressiva in atto che ha portato all'arresto, lunedì 12 febbraio, di 15 compagni, detenuti nelle carceri milanesi (San Vittore, Opera e Monza), e ad oltre 70 tra perquisiti ed indagati, e martedì ad altri 4 compagni arrestati solo per il fatto di aver voluto testimoniare la solidarietà e denunciare questa
campagna di criminalizzazione.
Questa operazione non a caso si palesa in una situazione di difficoltà dell'attuale esecutivo nell'affrontare e gestire, anche al suo interno, le contraddizioni crescenti che sono sempre più evidenti sia nel mondo del
lavoro che a livello sociale:
- la precarietà e i bassi salari, frutto delle scelte indicate in modo chiaro dalla riforma del mercato del lavoro, partendo dal Pacchetto Treu fino alla Legge 30; l'attacco al sistema pensionistico pubblico e lo scippo
del Tfr; lo smantellamento e la privatizzazione del sistema scolastico affiancato a quello dei servizi sociali così come quello sanitario ed abitativo;
- le scelte antipopolari sulle grandi infrastrutture utili ai profitti padronali a discapito dell'ambiente, dei bisogni e delle condizioni di vita delle persone;
- la continuità con una politica militarista di occupazione e controllo di aree ritenute strategiche per gli interessi del grande capitale che ha visto un incremento dei finanziamenti pubblici stanziati nell'ultima finanziaria per le missioni di guerra in Afghanistan, Libano, nei Balcani ... ;
- la sottomissione agli interessi Nato ed Usa rispetto all'ampliamento delle basi militari sul territorio che gravano sulle spese della collettività e fungono da vere e proprie basi logistiche per operazioni di guerra.
Contraddizioni che stanno generando e sviluppando, a diversi livelli e con differenti espressioni, una critica pratica ed esperienze di lotte sia nei posti di lavoro che sul territorio: dai call-center alle lotte No-Tav, fino
alla lotta contro la base militare Usa di Vicenza.
La principale risposta che i vari governi che si sono succeduti in questi anni hanno saputo dare alle contraddizioni e al malcontento è quella di tipo repressivo supportato da imponenti campagne massmediatiche che hanno il fine di far tacere ed isolare qualsiasi forma di opposizione. Si tratta di un
attacco generalizzato, che colpendo i compagni arrestati, parte attiva in queste contraddizioni, vuole colpire tutti.
Un'operazione che, col pretesto di una presunta unità nazionale, vuole imporre a tutti di fare corpo unico a difesa del governo che sostiene gli interessi padronali, cercando di imporre l'abbandono di ogni volontà di
critica e alterità a questo sistema.
Si sopperisce così alla mancanza di un reale consenso popolare attraverso un bombardamento ideologico che fa leva su un presunto rinnovato allarme per la sicurezza, per creare un clima di intimidazione, paura e sospetto al fine di alimentare e generare divisioni fra i lavoratori e depotenziare ed indebolire le lotte.
Rifiutiamo questo tentativo di tappare la bocca e di colpire qualsiasi voce si levi fuori dal coro delle compatibilità borghesi.
Denunciamo questo tentativo di far passare i compagni arrestati come isolati e rivendichiamo la loro riconosciuta partecipazione nelle lotte anticapitaliste e antimperialiste in quanto interni alle battaglie di tutti
i proletari e i comunisti, come è dimostrato dalle numerose testimonianze di solidarietà.
Facciamo vivere la nostra solidarietà all'interno delle lotte sociali, sui posti di lavoro, nelle scuole, sul territorio.
I compagni e le compagne della Panetteria Occupata di Milano
Stanno preparando il terreno perché Vicenza diventi un’altra Napoli e un’altra Genova
La protesta per la base americana di Vicenza mette in crisi la sinistra. Quindici gli autosospesi DS a Vicenza, moltissimi i militanti di base del PRC, PDCI, Verdi delusi e arrabbiati. I cittadini, di destra e di sinistra, in piazza.
Il governo “amico dei lavoratori” è sempre più alle prese con le sue contraddizioni. La protesta di Vicenza li sta evidentemente mettendo in difficoltà. Il suo elettorato si aspettava altro, una politica di sinistra, a favore delle masse, contro la guerra, per il lavoro, sui PACS. Il programma comune tra destra e sinistra è sempre più evidente agli occhi degli elettori e per cercare di mantenere sotto controllo il dissenso, per cercare di renderlo meno efficace, ecco che arriva un bell’arresto a “orologeria”. Pedinati dal 2004, è sopraggiunta l’urgenza di arrestare, a 5 giorni dalla manifestazione di Vicenza, un gruppo di “brigatisti”, come recitano i giornali. Se a Vittorio Emanuele, Ricucci, Previti amici e parenti dei vari potenti viene concesso sempre il dono del dubbio: “non sono colpevoli finché la giustizia non farà il suo corso” (tra l’altro benché rubino, imbroglino, siano mandanti di omicidi vengono sempre assolti), i compagni arrestati sono sicuramente colpevoli da due minuti dopo l’arresto (la democrazia borghese è garantista solo con i borghesi) e si costruisce il caso in modo da “unire tutti” sotto la bandiera della lotta al terrorismo. Tutto questo per far passare che a Vicenza ci saranno i terroristi, che la gente a protestare si mette in pericolo (di arresto e manganellate), che si unisce ai violenti. Per far passare in pratica l’idea che chi protesta è terrorista, per eliminare sempre più la libertà di dissenso, di manifestazione e per fare un ulteriore passo verso la messa fuorilegge dei comunisti. Prodi coglie l’occasione al volo per dire agli uomini “dissidenti” del suo governo di non andare a sfilare a Vicenza. Amato dichiara: "Tutti coloro che siedono in Parlamento esprimano un sentimento opposto a quanti, invece, vorrebbero cogliere l'occasione di quella manifestazione per saldare spezzoni di ostilità verso la polizia”. Stanno preparando il terreno perché Vicenza diventi un’altra Napoli del 2001 e un’altra Genova del G8.
I dirigenti della CGIL fanno molto di più anche della destra, e sostenuti e incoraggiati dai Berlusconi e i fascisti come Fini promettono di dare la caccia ai “sospetti” terroristi tra le loro fila.
I “compagni” dirigenti di Rifondazione e PDCI giustificano e si alleano con gli assassini di Stato e gridano al terrorista contro operai, lavoratori, compagni che cercano la strada per eliminare lo sfruttamento, l’ingiustizia, la guerra.
Il terrorismo è l’occasione buona per tentare di giustificare ancora una volta agli occhi dei lavoratori e delle masse lo scippo del TFR, l’eliminazione del diritto al lavoro, l’eliminazione del diritto alla casa (gli affitti ormai sono assolutamente improponibili per un lavoratore salariato), l’ingerenza della Chiesa nello stato eliminando quel che resta della sua laicità, le operazioni illegali della CIA, le torture, i bombardamenti su popolazioni inermi.
Chi è che chiama terroristi i comunisti, i lavoratori che lottano?
Di pochi giorni fa l’assoluzione degli ultimi due generali del caso Ustica. In questi 25 anni tutti i personaggi in qualche modo coinvolti in quella faccenda, come attori o come testimoni, sono morti in circostanze misteriose o ambigue, cioè sono stati assassinati (la magistratura italiana non è riuscita, in anni, a fare chiarezza su nessuna delle stragi compiute in Italia in periodo di pace, ma riesce a trovare velocemente gli autori dell’operazione di Nassirya in un teatro di guerra), il Ministro della Giustizia, Mastella, si rifiuta di richiedere l’estradizione per gli agenti della CIA che hanno rapito e portato in Egitto Abu Omar in modo che potesse essere torturato. I nostri politici sostengono i costruttori e guardiani del nuovo Lager di Guantanamo, sostengono le guerre preventive dei paesi imperialisti diretti e guidati dagli USA in tutto il mondo, sopportano che i nostri stessi soldati, in fondo solo carne da macello, muoiano in silenzio di leucemia avvelenati dall’uranio impoverito, per poi farne degli eroi quando vengono uccisi dai popoli che resistono all’occupazione.
Tutto questo mentre riabilitano il fascismo, rivedono la storia e i fascisti tornano a saccheggiare le sedi dei comunisti (di pochi giorni fa l’aggressione a giovani DS di Fano, la bomba alla sede dei CARC di Ercolano, l’aggressione alla sede del PRC di Borgo San Lorenzo, Firenze).
Gli arresti dei compagni di Iniziativa Comunista del 2001, poi assolti, il processo nei confronti del Campo Antimperialista, gli arresti di questa estate dei compagni di A Manca pro s’indipendentiza, le continue perquisizioni (oggi è un anno esatto dall’ultima), sequestri di computer e gli 8 procedimenti a nostro carico, gli arresti di questi giorni, e in ultimo i quattro arresti di questa mattina per apologia di reato, dimostrano chiaramente l’innalzamento del livello repressivo nei confronti del dissenso, della protesta, nei confronti di tutti coloro che in qualche modo e in qualche misura potrebbero dar voce e organizzazione alla protesta e alla ribellione delle masse. Quanti e quali altri arresti preparano? Perseguitano preventivamente i comunisti, le avanguardie di lotta, per prepararsi il terreno all’ulteriore attacco nei confronti delle masse e dei lavoratori. La borghesia e i suoi rappresentanti politici, per salvaguardare il loro sistema, i loro privilegi, i loro profitti, spingono le masse sempre di più verso la miseria e l’asservimento. Aumentano lo sfruttamento dei lavoratori e per farlo devono eliminare tutte le conquiste ottenute con le lotte operaie nel campo sindacale (eliminazione dei contratti nazionali, eliminazione del lavoro sicuro, a tempo indeterminato, eliminazione della giornata lavorativa di 8 ore, ecc.) devono fomentare la paura e l’insicurezza, devono fomentare il razzismo per spingere le masse ad “ammazzare il nemico”, devono fomentare la paura per spingere le masse alla delazione. La borghesia e i suoi lacché ti dicono in mille modi: “Ammazza il tuo simile in nome della democrazia e della pace, spara al lavoratore musulmano che fa fatica anch’egli ad arrivare a fine mese come e peggio di te, fai arrestare il tuo collega di lavoro che vuole lottare contro l’ingiustizia e fai ingrassare me, padrone del mondo”. La guerra tra i poveri è ciò che protegge il potere dei ricchi. Ciò che noi chiamiamo mobilitazione reazionaria delle masse.
Le masse non possono e non vogliono continuare a subire. La mobilitazione reazionaria delle masse è destinata a trasformarsi in mobilitazione rivoluzionaria.
I comunisti saranno comunque alla testa di questa mobilitazione.
NO alla messa fuori legge del comunismo!
No alla repressione dei comunisti!
Libertà per tutti i compagni arrestati!
Siamo comunisti non siamo terroristi
Lunedì 12 febbraio 2007 sono state effettuate circa 80 perquisizioni in nord Italia mosse dalla procura di Milano, ordinate dal PM Boccassini, a danno di compagni di diverse realtà politiche, conclusesi con 15 arresti! I capi d’accusa principali sono l’articolo 306 del c.p., ovvero banda armata e il famoso articolo 270 bis, associazione sovversiva con finalità di terrorismo. All’alba del 12 febbraio a Padova, le cosiddette “forze dell’ordine” armate di pistole, mitragliatori e gas accecanti hanno fatto irruzione, in alcuni casi con l’appoggio dei NOCS, in circa 15 case di compagni con altrettante ordinanze di perquisizione. La polizia ha sfondato porte e finestre, messo sottosopra le case, sequestrato ogni tipo di materiali (computer, telefoni cellulari, automobili, materiale cartaceo, foto e quant’altro), nella maggior parte dei casi sono stati perquisiti anche i luoghi di lavoro e le case di qualche genitore. Tutti i compagni, tra cui donne in gravidanza e anziani, sono stati condotti in questura ad attendere per ore le verbalizzazioni con relative schedature, foto segnaletiche e impronte digitali. Questa ingente operazione di repressione diretta dal ministro degli interni Amato e orchestrata ad hoc dal governo Prodi, non a caso avviene dopo una finanziaria criminale, prima della manifestazione contro l’allargamento della base militare e prima del prossimo attacco alle pensioni, contro tutti coloro che svolgono nei posti di lavori, nel territorio, nelle piazze, nelle scuole e nelle università una politica di denuncia e organizzazione contro i falsi amici dei lavoratori e contro la guerra imperialista: il vero terrorista è chi ha sganciato le bombe sulle popolazioni della ex Jugoslavia e che oggi reprime e sfrutta dall’Afghanistan all’Iraq. In questa fase di crisi è quanto mai fondamentale per i padroni e i loro degni rappresentanti prevenire ogni focolaio di organizzazione che sappia dare risposte concrete alle masse e lottare per una società socialista, senza classi né sfruttamento. Gran parte degli arrestati sono avanguardie operaie nel loro posto di lavoro, impegnate quotidianamente contro l’arroganza padronale, le morti bianche, la precarietà e la perdita incessante dei posti di lavoro e le dirigenze della CGIL CISL e UIL (le stesse che sono state fischiate a Mirafiori) non hanno perso tempo a richiedere la sospensione di questi compagni dall’organizzazione sindacale e di solidarizzare con il “magnifico” operato della polizia. Il tutto condito da una campagna stampa nel perfetto stile “sbatti il mostro in prima pagina” per contribuire a creare terra bruciata attorno a questi compagni e ai loro spazi di aggregazione. È un’operazione preventiva che punta a tenere il più possibile i compagni in custodia cautelare e in condizioni di isolamento, del resto negli ultimi mesi le decine di compagni comunisti e anarchici, che sono stati arrestati in diverse inchieste, sono attualmente in elevato indice di vigilanza, scalino inferiore al carcere duro, 41 bis. Questa non è una dimostrazione di forza della borghesia, ma al contrario della sua debolezza politica: debolezza di fronte ad un movimento che si sta sviluppando contro la costruzione delle nuove basi di morte in Italia. L’obiettivo di queste numerose inchieste è quello di impedire il legame tra le rivendicazioni di giustizia delle masse a una prospettiva politica rivoluzionaria. Di fronte all’ennesimo e pesantissimo tentativo di isolare questa parte del movimento rivoluzionario, dividendolo in buoni e cattivi, l’unica risposta possibile e necessaria è la solidarietà di classe. Facciamo appello ai singoli compagni, ai sinceri antimperialisti, ai lavoratori coscienti e al movimento di classe italiano di stringersi attorno ai compagni arrestati e indagati, di portare la solidarietà sotto ogni forma per far fallire questa ennesima provocazione e rispedire al mittente il tentativo di isolamento. Da domani la sede dell’Associazione Nicola Pasian, in piazzetta Toselli, sarà aperta tutte le sere per aggiornare costantemente sullo svolgimento dei processi.
IL VERO TERRORISMO È COSTRUIRE BASI DI GUERRA! SIAMO COMUNISTI NON SIAMO TERRORISTI! LIBERTÀ PER I COMPAGNI!
Centro di documentazione Comandate Giacca – comandantegiacca@libero.itIndirizzo.it
Centro Popolare Occupato Gramigna – info@cpogramigna.org
Gruppo cineforum pellicole resistenti
Tutti i Compagni e le Compagne degli arrestati
Non un passo indietro!
Lo scorso lunedì 12 febbraio si è consumato l´ultimo atto del climax repressivo prepotentemente portato avanti anche dal cosiddetto governo di sinistra, con il beneplacito e la complicità di tutte le forze politiche appartenenti all´arco istituzionale, non esclusi i traditori
prezzolati della sedicente sinistra radicale e i sindacati neocorporativi.
Quindici compagni sono stati arrestati, decine perquisiti e altri quattro hanno seguito la sorte dei primi per la semplice esternazione della loro solidarietà, il tutto accompagnato dal consueto processo sommario mediatico imbastito in stile "anni di piombo" dai leccapiedi
del regime.
Adesso, bisogna evitare con forza che anche questo ultimo attacco abbia l´effetto desiderato dai cani imperialisti, di disgregare e intimidire sul sorgere qualunque forza o movimento che ritenga ancora oggi, ed oggi a maggior ragione, valida la strategia rivoluzionaria, lo
scontro a viso aperto con un sistema che sta portando alla rovina non solo questa società, ma ogni tipo di rapporto umano basato su qualcosa di diverso dal denaro e da rapporti sociali di sfruttamento di classe.
E´ necessario tenere fermo questo punto, sottolineando che ormai non servono più allo stato fatti concreti di cui accusare coloro che intende imprigionare e togliere dalla circolazione: gli avvenimenti di questa settimana lo dimostrano in maniera lampante!
Sia anche, questo, un messaggio per tutti i pagliacci pseudo-comunisti, ipocriti pacifisti e liquidazionisti, che invece come rivoluzionari cercano di accreditarsi (cadendo occasionalmente nelle reti della repressione come merluzzi!), ma che provocano solo l´
arenamento e lo sprofondamento delle lotte nelle paludi dell´opportunismo e dell´istituzionalizzazione. Ciò può succedere allorquando viene dato spazio a coglioni capaci solo di piagnucolare o addirittura incatenarsi da sé!
E´ ovvio, ormai, che questa compagine di governo, espressione, in continuità con la precedente, della peggiore frangia guerrafondaia e autoritaria della borghesia imperialista, stia tentando di traghettare l´esistente, più o meno larvatamente per via della presunta colorazione progressista, verso una brusca fascistizzazione e clericalizzazione,
sotto ogni aspetto, a partire da quello repressivo. Ne sia dimostrazione il semplice fatto, grave quanto ignorato dell´abbandono, da parte di magistrati e sbirri, delle stesse garanzie procedurali borghesi, nei confronti di chi venga additato come "terrorista"... E
pretendono che il proletariato stia buono!
L´unica soluzione contro questi infami è rendere loro pan per focaccia, non arretrare ancora, perché ove lo si fa avanza il nemico, dimostrare chiaramente la nostra solidarietà, condizionata solo dall´onestà e dalla sincera appartenenza rivoluzionaria, a chi viene colpito
dai loro bracci armati. Ciò valga anche per tutti i compagni -da poco o da molto - sepolti vivi in carcere per aver scelto di contrapporsi e di non mediare con l´obbrobrio che è l´attuale ordine costituito.
Sinché uno di noi rimarrà in piedi non vi basterà un esercito di magistrati e schiavi pennivendoli per soffocare la vostra paura della rivoluzione.
A voi, luride carogne e ai vostri servi rispondiamo con la lotta! Sarà la migliore forma di solidarietà.
LIBERTA´ PER I COMPAGNI\E ARRESTATI\E PERQUISTI\E E INDAGATI\E !
LIBERTA´ PER TUTTI I PRIGIONIERI RIVOLUZIONARI SEQUESTRATI DALLO
STATO!
DA SEMPRE L´UNICO VERO TERRORISTA E´ LO STATO
Sassari 17 febbraio 2007
Alcuni anarchici e alcuni comunisti
LETTERA APERTA AL MOVIMENTO CONTRO DAL MOLIN, LA GUERRA, LA TAV E TUTTE LE NOCIVITA’ SULL’OPERAZIONE DI POLIZIA DI LUNEDI’ 12 FEBBRAIO
Lunedì 12 febbraio ci sono stati 15 arresti e circa 70 perquisizioni nel corso di un’operazione di polizia. Martedì sono state fermate altre quattro persone nell’atto di attaccare uno striscione e dei manifesti che invitavano alla manifestazione di vicenza ed esprimevano solidarietà agli arrestati.
La vogliono far passare come un successo nella lotta al “terrorismo” ma in realtà terrorismo è quello che sta facendo lo Stato per ostacolare la crescita di un movimento e popolare contro la guerra, contro la base Dal Molin, la TAV e tutte le nocività.
Polizia, magistratura e organi mediatici sono gli attori principali di questo attacco, il governo ne ha condotto la regia. E tutto questo in un momento di forte difficoltà per una “sinistra pacifista” che sistematicamente rifinanzia le missioni di guerra, aumenta le spese militari, si inchina alle scelte strategiche dell’imperialismo americano; una “sinistra di palazzo” che impone i propri dicktat a vicentini e valsusini in piena continuità con i suoi predecessori e con gli interessi borghesi che difende; una “sinistra” di potere disposta a tutto per disinnescare la potenzialità di un movimento contro la guerra che riprende oggi su basi più solide ed obiettivi concreti ed immediati; un movimento che mostra perdipiù la consapevolezza e la capacità di saldarsi in un patto di Mutuo Soccorso con altre espressioni popolari spontanee ed autorganizzate come il movimento No-Tav, esperienza che ha saputo intraprendere con creatività, costanza, radicalità ed intelligenza lotte significative contro le devastazioni della modernità capitalista.
Ecco qual è il contesto in cui è stata allestita la spettacolare operazione di lunedì, confezionata appositamente per i media nazionali ed internazionali in vista del corteo di Vicenza.
Non cadiamo quindi nell’errore di berci tutto quello che vogliono farci credere, l’informazione è in mano a chi detiene il potere e la menzogna mezzo stampa è una pratica consolidata.
Gli arrestati di lunedì non sono “terroristi” ma semplicemente compagni presenti nelle lotte sociali di tutti i giorni, alla luce del sole, in università come sul posto di lavoro. e non per fare del proselitismo ma perché consapevoli che non si può delegare ad altri la propria esistenza.
In quei luoghi, nelle piazze e negli spazi sociali a cui alcuni fanno riferimento, portano avanti le lotte contro la guerra, la TAV, il fascismo, il razzismo, lo sfruttamento sul lavoro, iniziative di solidarietà alla resistenza palestinese e a quella irakena, benefit per i prigionieri… ed è in tutte queste occasioni che spesso ci si è trovati anche fianco a fianco, gomito a gomito, pur nelle differenze ideologiche.
Non abbiamo quindi timore nel dire che siamo vicini a questi compagni e che a loro và la nostra solidarietà.
Non abbiamo timore a dire che conosciamo il Centro Popolare Occupato Gramigna di Padova, i compagni e le compagne che lo fanno vivere e le iniziative che portano avanti anche in quartiere nella lotta per la casa, contro la cementificazione ed il controllo sociale. Non solo non abbiamo timore ma lo vogliamo dire apertamente perché il fine dello Stato è proprio quello di terrorizzare e di desolidarizzare con l’obiettivo da una parte di richiamare all’ordine e ricompattare le fila istituzionali (governo, parlamento, sindacati di stato…) e dall’altra tentare di rompere, con il ricatto dei buoni e dei cattivi, il fronte unitario, seppur diversificato, di opposizione alla guerra e alle servitù militari ed economiche.
Non abbiamo bisogno di alcun giudice per capire se dare o meno solidarietà a questi compagni.
Questo è un attacco rivolto a tutti coloro che credono nella possibilità di agire a fianco di chi si ribella e non di dirigere dall’alto di un parlamento.
Oramai sembra che impegnarsi attivamente tra studenti in università sia terrorismo. Essere coinvolti nelle lotte dei lavoratori sia terrorismo. Lottare contro le devastazioni ambientali sia terrorismo. Portare solidarietà ai prigionieri sia terrorismo. E’ terrorismo essere anarchici, lo è essere comunisti, lo è insomma chiunque non si sia ancora rassegnato all’idea che questo mondo di guerra, sfruttamento, ineguaglianza, nocività devastanti e terrore diffuso sia l’unico mondo possibile.
E’ importante che tutto il movimento contro la base Dal Molin, contro la guerra, la TAV e le nocività, tutti gli studenti e tutti i lavoratori comprendano e continuino a pensare e ad agire orizzontalmente ed autonomamente dai partiti e dalle pressioni degli organi mediatici e repressivi. Solo così tale movimento rimarrà unitario e manterrà intatta la sua forza nonostante i tentativi terroristici dello stato di dividere e di creare “mostri” da sbattere sui giornali .
SOLIDARIETA’ AGLI ARRESTATI,
TERRORISTA E’ LO STATO!
Compagne e compagni solidali
-Crema, 13/02/2007-
22 febbraio 2007
Intervista ad una compagna del CPO Gramigna di Padova dopo gli arresti delle scorse settimane.
COMUNICATO dell'Associazione solidarietà parenti e amici degli arrestati il 12/2/2007
Solidarietà ai compagni arrestati
"... il punto di vista giudiziario é un atto di volontà unilaterale tendente ad integrare col terrorismo l'insufficienza governativa ..."
(A. Gramsci, Note sul Macchiavelli)
Come Redazione della rivista Senza Censura vogliamo esprimere tutta la nostra solidarietà ai compagni e alle compagne oggetto della pesantissima provocazione repressiva messa in atto dalla Procura di Milano lunedì 12 febbraio, e che ha portato all'arresto di 15 persone (più altre 4 arrestate questa notte per l'affissione di alcuni manifesti di solidarietà!) e a decine e decine di perquisizioni di militanti, amici, parenti.
Ci sembra che in particolare siano questi gli elementi da evidenziare e da denunciare con forza:
1) L'utilizzo, per l'ennesima volta, di reati associativi come il 270 (associazione sovversiva) e il 306 (banda armata) alla base di un'inchiesta che, al di là del tanto clamore, ci sembra ripercorrere esattamente gli inconsistenti e provocatori schemi visti tante volte in questi anni ed applicati sempre nei confronti di soggetti e realtà collettive impegnate in una militanza seria e coerente contro ogni politica antipopolare e guerrafondaia.
2) La pesantissima campagna stampa che sta supportando dal punto di vista massmediatico l'operazione giudiziaria e che, come hanno denunciato gli stessi avvocati difensori, crea un clima infame di linciaggio e di criminalizzazione mettendo una pesante ipoteca sia sulla difesa giudiziaria vera e propria, sia soprattutto su qualsiasi tentativo di gestione e di controinchiesta politica nei territori e nel movimento in solidarietà con gli inquisiti (come dimostrano proprio i provocatori arresti operati stanotte nei confronti di chi affiggeva manifesti in solidarietà con gli arrestati e contro questa ignobile montatura).
3) La presenza, tra gli arrestati e gli indagati, di tanti militanti impegnati attivamente sul proprio posto di lavoro nella difesa degli interessi dei lavoratori e che gli stessi dirigenti sindacali vorrebbero provocatoriamente far passare come "infiltrati" nascosti. Non c'è distanza, non c'è contraddizione alcuna tra un lavoro politico su tematiche generali quali l'imperialismo o la solidarietà con i popoli oppressi e la battaglia sul proprio posto di lavoro contro i continui e penalizzanti processi di ristrutturazione e gli altissimi costi che i lavoratori sono costretti a pagare sulla propria pelle. Questo è quanto i compagni arrestati facevano quotidianamente alla luce del sole. Ed è proprio questo possibile collegamento politico, fuori dalle pesanti maglie del consociativismo sindacale, che spaventa i padroni e i loro alleati e che rende necessario un intervento così preciso e radicale di repressione e di criminalizzazione.
4) La evidente concomitanza con la prossima scadenza di Vicenza, che non può essere considerata un caso. Creare un clima di tensione e di allarme sociale, criminalizzando componenti attive nello sviluppo di un movimento importante come quello contro la base di Vicenza, è una strategia già sperimentata più volte in passato sia per tentare di depotenziare la combattività e la determinazione di chi si sta mobilitando, sia per dare un chiaro segnale intimidatorio su qual'è la risposta dello stato nei confronti di chi si oppone e ne mette in discussione le strategie.
5) Il tentativo, attraverso questo rinnovato "allarme terrorismo", di ricompattare in una nuova strategia di "unità nazionale" il quadro politico istituzionale, soprattutto in vista delle difficili prospettive sul piano internazionale (dai diversi fronti di guerra allo scontro sulle risorse energetiche) e delle inevitabili pesanti conseguenze che esse avranno sul fronte interno.
6) Infine, per quanto ci è dato di capire in mezzo a questa "tempesta informativa", va notato e denunciato il ruolo attivo che anche in questo caso hanno avuto i servizi segreti nostrani, e che sempre più si dimostrano elemento importante nella determinazione della politica interna ed estera dell'Italia.
Invitiamo tutti/e i/le militanti/e politici e sindacali a respingere e denunciare con chiarezza queste operazioni intimidatorie che non vanno solo a devastare pesantemente la vita di chi ne è colpito in prima persona ma contribuiscono più in generale a ridurre e limitare tutti gli spazi di agibilità politica di opposizione nel nostro Paese.
Un pensiero particolare va a chi è ora dietro le sbarre, con tutta la nostra solidarietà.
LA SOLIDARIETA' E' UN'ARMA!
I compagni e le compagne di SENZA CENSURA
mercoledì 14 febbraio 2007
SOLIDARIETÀ AI COMPAGNI ARRESTATI
La mattina del 12 febbraio polizia, carabinieri, digos e ucigos, coordinati dal PM Boccassini, hanno effettuato 80 perquisizioni in tutta Italia e 15 arresti.
Negli ultimi anni si sono moltiplicati gli attacchi repressivi dello Stato nei confronti di chi lotta quotidianamente per eliminare lo sfruttamento; attacchi che sono diventati più duri con le ultime modifiche alle leggi sui reati associativi che arrivano ad incriminare qualunque atto di solidarietà. In questo periodo, in cui precarietà e miseria aumentano creando una maggiore conflittualità sociale, attaccare chi da anni riflette su come mettere in pratica realmente il ribaltamento dei rapporti sociali è il modo più incisivo per fermare questa conflittualità potenzialmente esplosiva. È per questo che negli ultimi anni sono stati colpiti diversi gruppi anarchici e comunisti.
Riguardo a questi ultimi arresti abbiamo un’idea abbastanza chiara. Per dare la solidarietà non ci interessa sapere se qualcuno volesse veramente attaccare con le armi. Se, da una parte, l’assenza di uno o più uomini di stato non la sentiamo per niente, sicuramente sentiamo la mancanza di quei compagni che sempre hanno lottato e che adesso sono sequestrati nelle galere italiane.
È chiaro, abbiamo progettualità diverse, ma non possiamo fare a meno di dimostrare la nostra simpatia a chi, in prima persona, lotta contro il dominio capitalista e verso chi, fra questi, sceglie la via dell’ attacco diretto agli uomini e alle strutture dello Stato.
Per questo la nostra solidarietà va agli innocenti ma, ancora di più ai colpevoli.
LA SOLIDARIETÀ È UN’ARMA
GUERRA AGLI SFRUTTATORI!!
Laboratorio anarchico- gelateria occupata, Verona
Difendiamo la solidarietà!
12 febbraio 2007: scatta una pesante e plateale operazione di polizia; 500 uomini mascherati eseguono 70 perquisizioni e incarcerano 15 persone con l'accusa di associazione sovversiva e banda armata con finalità di terrorismo. Sono colpite soggettività comuniste rivoluzionarie, situazioni di lotta, lavoratori impegnati sul posto di lavoro e singoli compagni. I mass media e il governo alimentano un inquietante clima di terrore e di caccia alle streghe, vogliono impedire che si manifesti la solidarietà e si sviluppi la controinformazione.
Per questo vengono arrestati parenti e amici che attaccano uno striscione senza nemmeno avere un reato da imputargli. La Cgil utilizza l'operazione repressiva per tentare di fare piazza pulita del dissenso al suo interno con espulsioni e addirittura è la stessa CGIL che preme e richiede il licenziamento alle ditte dei lavoratori "sospetti". Stampa e televisione diffamano e denigrano i compagni come traditori dei lavoratori, insultano le loro famiglie e i loro amici. Basta marciare dietro uno striscione per venir messi sotto accusa e ora viene anche puntato il dito inquisitore sugli organismi che in Italia e, persino in Europa, si mobilitano per la solidarietà di classe. Anche a Milano bisogna contrastare la disinformazione dei mass media e le campagne di criminalizzazione della solidarietà. Impediamo il tentativo di chiudere tutti gli spazi di agibilità al movimento di classe.
A Vicenza la risposta è stata chiara e le intimidazioni sono state respinte con la presenza di massa alla manifestazione.
Partecipiamo in massa all'Assemblea di Sabato 10 Febbraio alle ore 16.30 sala di Villa Pallavicini, in via Meucci 3 - Milano (in fondo a via Padova)
Interverranno: avvocati, parenti e amici, strutture colpite dall'inchesta, organismi di solidarietà.
Per i compagni libertà, estendere la solidarietà!
Associazione Solidarietà parenti e Amici degli arrestati il 12/2/2007
Mozione approvata dall’assemblea del 10 marzo ‘07 sugli arresti del 12 febbraio
Sono comunisti, non sono terroristi!
I compagni e le compagne presenti all’affollata assemblea “Difendiamo la solidarietà” del 10 marzo 2007, svoltasi a Milano a Villa Pallavicini, con la partecipazione dell’“Associazione Solidarietà Parenti e Amici degli arrestati il 12-02-07”, degli avvocati difensori, delle strutture che si occupano di solidarietà, di molte e variegate realtà di lotta di classe e antimperialiste, di singoli compagni:
- respingono con forza questa operazione di controrivoluzione preventiva mirante a criminalizzare l’aspirazione e la voglia di comunismo e a chiudere ogni spazio di agibilità politica a tutto movimento di classe e antagonista.
- esprimono la più ampia solidarietà ai compagni arrestati il 12 febbraio scorso ed invitano alla mobilitazione unitaria contro le vessazioni a cui sono sottoposti all’interno del carcere: isolamento totale, perquisizioni continue, posta censurata e a volte bloccata
- Denunciano i tempi, non casuali, in cui si è svolta quest’operazione di polizia.
In prossimità della manifestazione di Vicenza, sulla quale è stato montato, ad arte, un clima di paura e di tensione; in un delicato momento politico per il governo di finta sinistra impegnato in diversi fronti di guerra con una politica estera sempre più aggressiva, imperialista e guerrafondaia, sfociato poi nella sua crisi; alla vigilia di pesanti attacchi ai lavoratori come lo scippo del TFR Denunciano il tentativo di colpire situazioni di lotta e lavoratori impegnati sul posto di lavoro e di creare un inquietante clima di terrore e di caccia alle streghe con il solo scopo di annichilire le voci critiche e controcorrente a questo sistema di sfruttamento. Non fa meraviglia, in tal senso, come i vertici Cgil abbiano utilizzato l'operazione repressiva per tentare di fare piazza pulita del dissenso al suo interno con espulsioni ed in certi casi addirittura la richiesta di licenziamento alle ditte dei lavoratori "sospetti" in quanto rei di aver sempre svelato la reale essenza marcia e venduta dei burocrati sindacali, non sottomettendosi mai alle logiche concertative.
Denunciano altresì come i mass media continuino servili il loro mandato di diffamare e denigrare i compagni incarcerati dipingendoli come traditori dei lavoratori, insultando le loro famiglie e i loro amici. Per questo sono in corso diffide ai giornalisti e ai direttori dei giornali.
Denunciano il tentativo di mettere fuori legge la solidarietà. Basta marciare dietro a uno striscione per venir messi sotto accusa e viene ora puntato il dito inquisitore sugli organismi che in Italia e, persino in Europa, si mobilitano per la solidarietà di classe.
Infine valutano positivamente come il tentativo di impedire che si manifesti la solidarietà e si sviluppi la controinformazione finora sia risultato fallimentare.
L’assemblea si impegna a dare risposta unitaria ed organizzata all’operazione repressiva e lancia da subito i seguenti appuntamenti:
- Presidio sabato 24-03 davanti al carcere di S.Vittore- Milano;
- Pranzo sociale 25-3, a Milano, con luogo da definire, come prima iniziativa economica per le spese processuali;
- Partecipazione, caratterizzata da parole d’ordine “Contro la guerra e la repressione” per il corteo del 25 Aprile di Milano;
- Partecipazione al presidio davanti al carcere di Alessandria domenica 18-3 ore 14.00 contro il regime di EIV (Elevato Indice di Vigilanza) in solidarietà ai compagni e ai prigionieri lì rinchiusi.
Invitano inoltre a rompere l’isolamento e il blocco della posta inondando i compagni con invio di cartoline, lettere, telegrammi.
Tutti i partecipanti all’Assemblea del 10 marzo
Milano 10/3/2007
Inviamo questo comunicato unitamente alle prime notizie giunteci via mail su iniziative a livello europeo nella giornata del 9 marzo: Parigi, occupato l’ente del turismo, Bruxelles presidio al consolato italiano, Berlino presidio al consolatoi italiano, Zurigo volantinaggio e grande striscione alla stazione centrale, Basilea assemblea pubblica
Occupazione dell'Ufficio del turismo italiano a Parigi
Giornata internazionale di solidarietà del 9 marzo 2007: l’Ufficio del turismo italiano a Parigi occupato.
Il 12 febbraio un’ondata repressiva si è abbattuta sui militanti rivoluzionari nelle principali città del nord Italia e a Zurigo in Svizzera.
A Trieste, Milano, Padova, Torino, sindacalisti, studenti, militanti di centri sociali, in particolare del “Gramigna” di Padova, sono stati arrestati o intimiditi nel quadro di una pretesa operazione antiterrorismo. 15 militanti sono oggi incarcerati per appartenenza a un gruppo giudicato come terrorista.
Si tratta essenzialmente di criminalizzare le lotte sociali e rivoluzionarie che minacciano gli interessi del capitale e dell’imperialismo.
Una cosiddetta alternativa politica ha permesso alla sinistra borghese italiana di riprendere il potere facendo valere la sua differenza rispetto alle forze di destra; ma questa repressione dimostra che essa persegue la stessa politica del corrotto Berlusconi e della sua cricca di affaristi.
Nascosto dietro la mediatizzazione del ritiro dei soldati italiani dall’Irak, il governo italiano ha deciso di dispiegare una forza d’occupazione (sotto l’egida dell’ONU) nel Libano dopo questa estate, al fine di proteggere la testa di ponte occidentale sionista che ha subito una severa disfatta. Un contingente italiano mantiene anche la sua presenza in Afghanistan dove partecipa ad operazioni per preservare una “Libertà Immutabile” imperialista. Un’ulteriore prova della collusione abituale tra questa “sinistra” italiana e l’imperialismo è l’estensione della base americana Dal Molin, contro la quale una grande manifestazione è stata tenuta a Vicenza il 17 febbraio.
Oggi, ci mobilitiamo per i militanti rivoluzionari imprigionati o perseguitati in Italia, come per tutti quelli che sono detenuti altrove e in particolare in Francia da decenni, come i compagni di Action directe o il militante libanese Georges Ibrahim Abdallah.
Protestiamo contro gli attacchi condotti dalla polizia italiana in Svizzera e diciamo che i nostri compagni rivoluzionari incarcerati non saranno soli, noi portiamo loro tutta la nostra solidarietà.
Basta col terrorismo di Stato!
I prigionieri rivoluzionari devono esser immediatamente liberati!
Lunga vita alla solidarietà internazionale!
Gli occupanti dell’Ufficio del turismo italiano, 23 rue de la Paix (Parigi 2e)
Parigi, 9 marzo 2007
Martedì 6 marzo
Ciao compagni, come va? Io sto bene.
Saluto a pugno chiuso tutti i compagni che in questo momento più che mai sento molto vicini.
E voglio ringraziare tutti per il sostegno e la solidarietà espressa nei nostri confronti, e per tutto quello che state facendo contro questa azione repressiva che ci ha tolto qualunque tipo di libertà e di dignità, strappandoci dalla vita sociale e sbattendoci in una cella, in isolamento.
I primi quattro giorni sono stati i più duri perché io ho avuto il fascicolo dell’indagine solo giovedì sera e fino a quel momento sono stato in cella cercando di capire perché ero stato arrestato, con quale accusa e chiedendomi cosa stesse succedendo fuori.
Senza avere niente da fare e senza alcun contatto umano, a interrogarmi su cosa fosse successo.
Devo dire che è stata davvero pesante come situazione. I pensieri si mescolano e le domande aumentano senza trovare alcuna risposta e, con la nostalgia che aumenta, non ti resta che aspettare di sapere qualcosa, qualunque cosa.
E poi, i pensieri e le domande che avevo attraversato 15 mesi fa. A Bergamo… I compagni, le iniziative passate e future, le reazioni esterne, le mobilitazioni, il Gramigna, le varie preoccupazioni.
Ora comunque sono più tranquillo, so cos’è successo, ho una vaga idea di cosa succederà e so come sta andando fuori. L’unica domanda a cui non trovo una chiara risposta è il perché di questi arresti e perché in questo momento. Perché non prima, o più avanti?
Vicenza è la risposta più immediata che mi è venuta, un’occasione per dire che dentro alle mobilitazioni contro le basi USA e contro il governo ci sono i sovversivi. Come è già successo con la TAV, con SOLE E BALENO…
Resta però che Vicenza non è proprio direttamente collegabile a questo atto repressivo. Le accuse che ci vengono fatte sono molto gravi e forse la lotta vicentina non è abbastanza radicata e forte per poterla paragonare al livello di queste accuse. Forse il movente di questa indagine è la paura che succeda qualcosa, la paura di perdere il “controllo” in questo periodo di crisi che attraversa il sistema. In più la settimana scorsa è caduto il governo…
Quindi hanno montato un’indagine per poter creare il caso eclatante, per intimorire la gente e, perché no, utilizzarla anche in funzione di Vicenza. Un quadro perfetto per cercare di far paura anche a chi pensasse solo di avvicinarsi a un qualunque centro sociale, e intimorire chi si voleva contrapporre alle decisioni del governo.
Anche questa può essere una risposta a quest’azione repressiva contro un’area politica decisamente scomoda.
Comunque vabbè, adesso vediamo come si evolve la situazione con il riesame e con la fine delle indagini (chissà quando finiranno).
Spero che ci possiamo rivedere presto.
Un caloroso saluto a pugno chiuso a tutti i compagni.
Non un passo indietro.
L’erba cattiva non muore mai!
Federico
Abbiamo alcune certezze: SOSPETTARE E PUNIRE
12 febbraio 2007, operazione combinata tra Sisde e Digos: 15 arresti e quasi 100 perquisizioni. L’obiettivo sbandierato: l’arresto delle “nuove Br”, pronte a colpire. In realtà il vero obiettivo è stato quello di criminalizzare quelle forze che stando all’interno del tessuto sociale rappresentano una contraddizione antagonista e incompatibile con le scelte politico-economiche del quadro istituzionale. Il vero obiettivo è stato sia quello di disorientare gli ambiti dove gli arrestati erano presenti, sia quello di disgregare il lavoro dei collettivi all’interno dei quali essi si muovevano.
Si è voluto e si vuole tutt’ora incrinare il rapporto che questi collettivi hanno con i movimenti che si esprimono contro lo stato di cose presenti. Uno fra questi, ma non sicuramente l’unico, è il movimento contro la base Usa di Vicenza, dal momento che l’operazione è scattata 5 giorni prima della manifestazione...Inutile dire che è stato un tentativo fallito, data la presenza di 150 mila persone all’appuntamento.
Uno degli aspetti più inquietanti riconducibile a questa operazione è quello di fare terra bruciata nell’habitat naturale degli arrestati. Ne è dimostrazione la campagna di terrore intrapresa su tutti i fronti (mass media, alcuni sindacati, imprenditori), condita da varie falsità e infamie contro gli arrestati e chi si è espresso solidale. Esempio clamoroso è l’arresto di 4 persone, avvenuto a Sesto San Giovanni sulla base dell’affermazione che “terrorista è chi bombarda paesi e popolazioni e non chi lotta al fianco di queste popolazioni”: affermazione che lo Stato non riconosce come una critica legittima, bensì come istigazione a delinquere. Oltre ad esser stati sbattuti come dei mostri in prima pagina, due compagne (dei 4 arrestati) sono state licenziate per motivi politici.
Il clima da caccia alle streghe fa comodo a tutti:
1) Allo Stato che, in puro stile mafioso, lancia avvertimenti a chi lotta contro le scelte ultraliberiste del governo disinistra come privatizzazioni, liberalizzazioni, redistribuzione del reddito (dai lavoratori alle imprese), distruzione dei servizi sociali, taglio delle pensioni, mantenimento della legge 30.
2) Al sindacato subalterno, che può finalmente liberarsi dai lavoratori e dai delegati non allineati alle scelte filo-padronali;
3) Agli imprenditori che colgono l’occasione per licenziare chi ha osato lottare e solidarizzare con i propri compagni;
Per sperare di essere “risparmiati” da questa campagna inquisitoria, urgono dichiarazioni di obbedienza e di dissociazione dagli arrestati. Una morsa a tenaglia che cerca, e a volte riesce nel suo scopo: piegare la voglia di essere solidali con chi subisce chiari soprusi. Per quel che ci riguarda, in quanto compagni di Alfredo e Amarilli, continueremo a portare avanti le nostre lotte e rivendicazioni, sia dentro che fuori l’università.
Continueremo a criticare la deriva aziendalista dei corsi di studio e il loro divenire avamposti della precarietà (condizione oggettiva del lavoratore odierno), nonché il costo in aumento dei libri e delle tasse d’iscrizione. Il nostro orizzonte è un’università basata su un’informazione e un processo di apprendimento tali da creare una conoscenza svincolata dalle logiche di mercato. Proponiamo un’università aperta alla città, con infrastrutture e servizi gratuiti. Il nostro orizzonte è quello di destituire lo studente-massa, vassallo della mercificazione della conoscenza.
Continuare e amplificare le lotte all’interno delle quali i nostri compagni erano presenti, è l’unica dichiarazione che siamo disposti a fare. Il valore che le lotte hanno contro la miseria dell’esistente e la qualità dei rapporti umani che si creano, nonché la solidarietà che ne deriva è per noi il modo migliore per difendere l’identità dei nostri compagni dalla denigrazione messa in atto dai vari pennivendoli che li descrivono come reclutatori e infiltrati.
SOLIDARIETA’ ai compagni arrestati
SOLIDARIETA’ a chi ha subito il licenziamento politico
ASSEMBLEA STUDENTI SCIENZE POLITICHE
Per info: scienzepolitichemilano@inventati.org
Scarica, fotocopia e diffondi il comunicato
Resoconto assemblea 23/3/2007 sugli arresti del 12 febbraio 2007
L'assemblea convocata dall'Associazione Solidarietà Parenti e Amici degli arrestati, tenutasi al CPO Gramigna e che ha visto la partecipazione di oltre un centinaio di persone, tra familiari, avvocati, operai colleghi di lavoro, organismi di lotta colpiti e di solidarietà, singoli compagni:
1. Denuncia tutti i tentativi di impedire una reale e libera informazione e la manifestazione della solidarietà, messi in atto attraverso il divieto di usare sale pubbliche a Padova; la confusione e il disorientamento creati ad arte dai mass media per far fallire questa iniziativa invece perfettamente riuscita; l'incomprensibile lungaggine nel concedere il conto corrente richiesto; le sospensioni dei compagni conduttori da parte del consiglio di amministrazione di Radio Cooperativa;
2. Esprime la più sincera e ampia solidarietà ai compagni e familiari arrestati e lancia una mobilitazione permanente contro il perdurare della pesante e ARBITRARIA condizione di isolamento, contro cui è partito l'esposto del collegio di difesa;
3. Denuncia con forza la natura politica di questa operazione preventiva volta a criminalizzare ogni possibilità di organizzarsi per l'affermazione del pensiero comunista. Operazione che si colloca in un contesto generale di prosecuzione della politica di guerra da parte del governo Prodi, già in crisi dopo la straordinaria manifestazione di Vicenza e oggi nuovamente in traballante equilibrio. Tale situazione impone allo stesso di rafforzare il controllo e la repressione interni nei confronti di chi ne denuncia la politica antipopolare e guerrafondaia e di chiudere gli spazi di agibilità politica per tutto il movimento di classe.
4. Denuncia il clima di caccia alle streghe instaurato nei posti di lavoro che ha portato al licenziamento politico di due lavoratrici "colpevoli" di avere sempre lottato contro lo sfruttamento, la precarietà, le morti bianche. Clima generato per azzerare il dissenso interno alla CGIL alla vigilia di nuovi e importanti attacchi ai lavoratori, come la rapina del TFR e i rinnovi contrattuali;
5. Si unisce con profondo affetto al saluto di tanti colleghi operai venuti a testimoniare il sostegno e la profonda stima per i loro compagni e delegati sindacali oggi in carcere, sottolineandone la serietà e la dedizione nella dura battaglia quotidiana per la causa operaia;
6. Denuncia l'utilizzo fuorviante e distorto dei mass media che continuano a diffamare i compagni incarcerati spacciandoli per "infiltrati" tra i propri compagni di lavoro, e gli interventi di sociologi "illuminati" che chiamano "balordi" gli arrestati confermando la loro colpevole distanza dalla vita reale, integra e coerente, dei nostri compagni e familiari.
Nulla di tutto ciò ha fermato la solidarietà che continua a giungere copiosa da ogni parte d'Italia e da molte città europee e ad allargarsi, come dimostrano le centinaia di comunicati, i contributi economici, le cene, le assemblee organizzate da Nord a Sud, isole comprese, le lettere che giungono numerose ai nostri compagni in carcere.
NON CI FERMIAMO QUI. L'assemblea rilancia il lavoro di informazione e di solidarietà promuovendo:
- La partecipazione al presidio sotto il carcere di San Vittore sabato 24 marzo;
- La festa di solidarietà in Piazzetta Toselli (Padova) dell'Associazione "Nicola Pasian" con data da definire;
- Un presidio sotto il comune di Padova, con data da definire, per denunciare la censura e i divieti di fare informazione;
- Una sottoscrizione nei posti di lavoro per il sostegno alle spese processuali;
- La partecipazione alla manifestazione del 25 aprile a Milano con le parole d'ordine "Contro la guerra e la repressione".
Opera, 10 - 03 - 2007
Care/i compagne/i, cari amici e parenti
Ho saputo della costituzione dell’”Associazione parenti e amici degli arrestati del 12-02-2007”. Una gran bella iniziativa. Ho letto il comunicato e l’opuscolo che raccoglie i messaggi di solidarietà. Bellissimi. Molti mi sono arrivati anche qui. Il lavoro che state facendo è preziosissimo. Non solo perché fa bene al morale, ma soprattutto perché mantiene viva la nostra identità e perché tramite voi possiamo avere voce, cosa che a noi risulta più difficile nella situazione di isolamento in cui siamo. Non vi nascondo che la rabbia per l’impossibilità di non potermi difendere in prima persona dalle accuse infamanti è grande. Ma a questo ci state pensando voi e, per quel che gli è dato fare, i miei compagni di lavoro con cui ho condiviso tante lotte e tante battaglie e che ben sanno che razza di “infiltrato” io sia tra di loro.
Hanno fatto di tutto per sbattere il mostro in prima pagina tentando di mistificare con mille falsità le nostre esistenze e la nostra identità. Ma non sono riusciti a nascondere la solidarietà di tanti compagni proletari, tanto che perfino un giornale borghese come il Corriere della Sera ha dovuto dare notizia dell’appoggio che abbiamo ricevuto da ogni parte del paese. Anche se da qui non ho la precisa percezione di quello che succede fuori si vede chiaramente un gran lavoro e un forte sostegno. Non posso che ringraziare a cuore aperto tutti quelli che ci stanno sostenendo e che magari non ci conoscono. Non è una cosa banale, è il sintomo che il movimento rivoluzionario nel nostro paese esiste e che risponde agli attacchi della borghesia. Ho scoperto leggendo un articolo su Repubblica di avere ben tre vite. Incredibile. Ho sempre cercato di essere determinato, ma addirittura al livello di sopportare tre vite!!! Scherzi a parte, è il solito sistema che serve loro per dare l’idea che i comunisti sono gente strana, complicata, dei mostri, dei doppiogiochisti. Vogliono inculcare tra i proletari l’idea che non si può unire lotta per i diritti, per i lavoratori, per l’ambiente, quella che in gergo si chiama lotta economica, con la lotta per conquistare una società più giusta, egualitaria, senza guerre, barbarie e sfruttamento, per conquistare il comunismo. Il solo sognare questo è sintomo di terrorismo. Puah! Proprio loro che stanno sterminando tramite veri e propri genocidi milioni di persone nelle loro guerre di rapina. Ma dicano pure quello che vogliono. Facendo l’operaio in fabbrica per tanti anni, a turni, a 1200 euro solo quando si lavora per metà del mese solo di notte, morendo di caldo con l’alluminio che sgorga dalla pressa a 450 gradi, lottando a più non posso per sindacalizzare la fabbrica, per conquistare un ambiente dignitoso, contratti che siano veri e non i bidoni che ci rifilano sempre, per difenderci dagli attacchi dei padroni che ci piovono da tutte le parti mentre si vedono tutti i partiti della cosiddetta “sinistra” istituzionale che uno dopo l’altro si vendono all’imperialismo, viene così naturale e spontaneo porsi il problema di ricostruire un partito, un qualcosa di organizzato, che dia una prospettiva politica a tanti lavoratori e proletari in modo che le loro lotte non siano vane e non vadano continuamente a finire ad ingoiare rospi. Che permetta a tutti di sognare e perseguire l’obiettivo di un sistema sociale diverso. Ma quali doppie e triple vite!!! La vita di un compagno è un’unica vita spesa per la riscossa dei proletari, dei giovani, dei lavoratori e delle donne contro questo marcio sistema. Non abbiamo paura delle loro galere, sappiamo che in ogni battaglia sono sempre le prime file a cadere (ammesso e non concesso che siamo caduti). Ma sono già pronte le seconde, le terze, le quarte. Si perché finché ci saranno padroni e capitalismo, ci saranno sempre anche proletari e comunismo. Potranno potenziare finché vogliono i loro strumenti di controrivoluzione preventiva, ma non potranno mai sottrarsi a questa legge. Comunque in questo frangente vediamo ben chiaro ciò che è stato detto tante volte e cioè che la democrazia borghese del fascismo non è tornata indietro. Appena vede qualcosa di rosso muoversi, scarica una valanga di nero. Dal linciaggio mediatico che emette sentenze ancor prima dei giudici, all’utilizzo puntuale del codice fascista Rocco, alle centinaia di sbirri sguinzagliati per mezza Italia alla caccia dei comunisti. Non è la paura del terrorismo che li fa muovere, perché loro sanno chi sono i terroristi, visto che sanno usare il terrore. E’ del rosso del comunismo, che hanno paura. Come è stato nel biennio rosso, nella Resistenza, negli anni ’70.
Ho saputo che la Cgil si dichiarerà parte lesa al processo (è vero?), una bella buffonata. In questa società sono i lavoratori ad essere la vera parte lesa. Da mille accordi bidone, dalla consegna del TFR al capitale finanziario, dal continuo e incessante attacco alle pensioni, ai diritti e alle conquiste storiche del movimento operaio. Il tutto “democraticamente” svolto senza alcuna consultazione tra i lavoratori. E poi accusano noi di essere degli infiltrati. Proprio loro, i vertici sindacali, che la fabbrica l’hanno vista solo da lontano, e quelli che l’hanno vista da vicino se en sono dimenticati in fretta e furia per potersi incollare comodamente alla poltrona. Non voglio banalizzare tutto. Nel sindacato ci sono tane brave persone che lavorano, militanti seri e onesti che hanno veramente a cuore gli interessi dei lavoratori e che si fanno il culo. Ne ho conosciuti tanti e con loro ho condiviso l’entusiasmo di tante lotte. Ma i criteri “democratici” di selezione dei dirigenti fanno sì che i vertici siano composti da burocrati che conoscono le condizioni dei lavoratori solo per sentito dire.
Beh, ora basta, è ora di salutarvi tutti. Io sto benone, le giornate sono lunghe ma passano. Spero di uscire presto da questo cazzo di isolamento. Mi sto allenando e faccio lunghe dormite ininterrotte come non facevo da anni a causa dei turni. Il morale è buono e non sono certo queste quattro sbarre a fiaccarmelo. Mi raccomando, speditemi tutto il materiale che circola, che mi permette di avere maggior percezione di quello che avviene fuori. E’ una gran gioia scoprire la solidarietà che ci circonda e, devo ammetterlo, a volte mi commuovo. A presto e nel frattempo buon lavoro.
Noi siamo comunisti loro sono i terroristi.
Hasta siempre la victoria.
Con forza e amore
Bortolato Davide
Da SAN VITTORE - 2 APRILE 2007
Cari compagni,
ho ricevuto oggi la vostra lettera, ero all’aria del pomeriggio quando la guardia della posta mi ha chiamato dal cancello del cubicolo per consegnarmela. Mi ha comunicato che anche altri tre plichi sono bloccati in attesa del nulla osta del magistrato.
Raggi di solidarietà che impattano la segregazione.
Sabato 24/03 a Milano c’è stato anche un presidio in solidarietà e contro l’isolamento qui sotto il carcere e il caloroso rumore degli slogan, degli interventi e dei petardi è riuscito a riscaldare e a valicare il cemento, le garitte e le sbarre e ha riscaldato il cuore. Qui a Milano c’è stata anche un’assemblea e una cena molto partecipate. A Padova c’è stata un’assemblea che ha visto la partecipazione di una ventina di operai. Naturalmente tutto questo non perché siamo particolarmente simpatici o perché abbiamo chissà quali meriti, anzi. E’ semplicemente perché le contraddizioni si acuiscono e la via rivoluzionaria conquista simpatia tra chi ha ormai la consapevolezza che le proprie condizioni materiali di vita e di lavoro sono destinate a peggiorare mentre gli utili del capitale monopolistico aumentano. La crisi del loro sistema si approfondisce e la borghesia imperialista ingrassa. Può sembrare un paradosso, ma non lo è, perché aumentano lo sfruttamento, l’oppressione e la guerra. Klausewizt diceva che la guerra è la continuazione della politica con altri mezzi. Oggi si può dire che l’imperialismo è la continuazione dello sfruttamento capitalistico con altri mezzi quelli della repressione, della coercizione, della dominazione militare per soddisfare la fame di profitti dei gruppi del grande capitale finanziario e monopolista e delle sue imprese multinazionali. Naturalmente tutto questo acuisce le contraddizioni e la necessità della via rivoluzionaria affiora anche nella percezione dei proletari che vivono nei paesi imperialisti come il nostro. La solidarietà nei nostri confronti ne è in qualche modo il riflesso. Importante anche perché si manifesta in un momento in cui sono al governo i revisionisti traditori degli interessi di classe e proprio dalle loro squadre d’assalto sbirresco-mediatiche è condotto l’attacco contro di noi.
“La lotta contro l’imperialismo, se non è indissolubilmente legata con la lotta contro l’opportunismo, è una fase vuota e falsa” (Lenin, L’imperialismo). È il bubbone dell’opportunismo, è proprio quell’escrescenza che nelle formazioni imperialiste i padroni coltivano nella classe operaia e nel proletariato con la corruzione, e che alla fine si fonde interamente con la politica borghese e ne diventa la punta nella sua espressione antiproletaria e guerrafondaia. La compagine del governo Prodi né è un bell’esempio.
Per quanto riguarda la segregazione nostra penso che ne siate informati. Tutto procede con il solito isolamento tra studio, letture e attività ginnica. Lo spazio si è ristretto e il tempo si è dilatato e in questa nuova dimensione curiamo il corpo e la mente. Un abbraccio a tutte/i!
A pugno chiuso
Claudio
Cari compagni,
io sono in isolamento, i primi 2 giorni ero in una cella in un reparto solo per me, li sono riuscito a fare addirittura mezz’ora d’aria in un cortile poi basta. Adesso invece sono sempre in cella singola, in un reparto con 20 celle di cui 4 sono occupate, non posso parlare con gli altri detenuti e loro non possono vedermi (quando, per andare in doccia passo davanti le loro celle gli chiudono la porta).
….. mi hanno portato in ospedale a fare un elettroencefalogramma di controllo, con una megascorta con tanto di mitra e giubbotti antiproiettile, c’erano le vecchiette che scappavano per l’ospedale, sembrava fosse arrivato un serial killer!
……sono sereno, mi sono abituato all’idea che per un po’ starò qui dentro, mi sono abituato allo stile di vita della galera. Ricevo e rispondo a moltissime lettere e telegrammi, da queste e sento che ho tante persone che mi sostengono e mi stanno vicino, è importante….
….ci hanno imprigionati perché comunisti. Perché in un periodo ci crisi generale il governo è in difficoltà, e non può tollerare chi condanna i suoi piani di guerra imperialista, chi lotta contro i suoi attacchi alle condizioni di vita di operai, studenti, masse popolari, chi dà voce a lotte come quella contro la base di Vicenza o per il diritto alla casa. Siamo gente che gli apre troppe contraddizioni, siamo pericolosi perché le masse non ci cascano più ai giochetti di sindacati e rifondaroli ormai sputtanati; perché diciamo che la gente deve alzare la testa e organizzarsi autonomamente per difendere i propri diritti conquistati col sangue e dure lotte. Siamo pericolosi perché dopo gli arresti la gente che ci appoggia è aumentata e gli operai delle nostre fabbriche minacciano di strappare le tessere se, quando tutto sarà finito, il sindacato non vorrà reintegrarci……per questo in questi momenti di repressione non dobbiamo abbatterci ma stringerci ancora più forte con ancora più coraggio e determinazione! Per andare avanti, per non dargliela vinta, per noi prigionieri e per voi li fuori; per i proletari che ogni giorno non sanno come tirà a campà!
2 aprile 2007
….. si sa che fanno leva sulle nostre debolezze, quando si è in carcere più uno è debole o si mostra indeciso più è trapassato da angherie varie, non ti mollano per farti crollare. Penso che sia anche questo un motivo dei diversi trattamenti tra arrestati, chi ha l’aria collettiva e chi no, chi ha la cella aperta e chi no, a chi la posta arriva subito e a chi addirittura non arriva proprio, a chi i colloqui li concedono senza problemi e chi invece trova sempre intoppi. Tutto ciò condito dalle scarse notizie dal mondo esterno, i pochi rapporti umani, anche solo con altri detenuti, da qualche battutina esilarante di solerti secondini, contribuisce a rendere l’isolamento ancora più duro. Per fortuna però ci sono i compagni che non ci fanno sentire soli, ogni giorno mi arrivano lettere dall’Italia e non, questo ci dà la forza di andare avanti……
…..IO VIVO DI QUELLE PICCOLE ONDE CHE MI ARRIVANO DAI SASSI CHE LANCIATE VOI FUORI….dalle notizie che mi arrivano vivo di come va il centro, le iniziative, di come stanno le persone a cui tengo….tutti i più piccoli sassolini che lanciano le persone a cui tengo smuovono la monotonia, la calma piatta della galera e mi tengono vivo, attivo. Se tutto si fermasse fuori si fermerebbe anche qui dentro e sarebbe un vero peccato.
Max
lettera di Davide Rotondi al Mattino di Padova
Sono uno dei pericolosi terroristi, oggi per vostra fortuna, rinchiuso in una carcere di “alta sicurezza” a Monza. Il mio nome è Davide Rotondi. Scrivo per dire che sono francamente stupito di vedere solo oggi il dito puntato su Gino Strada ed i suoi collaboratori, per avere contatti “particolari” con i Taleban.
Dico questo perché non capisco come possa essere sfuggito alla solerte dottoressa Boccassini della Procura Di Milano l’evidente collegamento di Emergency ed il suo fondatore con il sottoscritto, stabilendo con gran gioia l’ennesima prova di collegamenti internazionali atti a sostenere l’impianto accusatorio.
Sono stato io, infatti, nel lontano 1998 ad invitare (ovviamente in un incontro clandestino mediante telefonate criptate e contro-pedinamenti ineccepibili) gli esponenti veneti di spicco del gruppo Emergency, a tenere una conferenza all’interno dell’ospedale civile di Abano Terme di fronte ad oltre 100 lavoratori della sanità. Oggetto dell’incontro era fare proseliti e spiegare le tecniche ed il tipo di armi usate dal gruppo (bisturi, aghi, per sutura, etc.) nei luoghi caldi ove operava.
Un dibattito interessante che spiegava, inoltre, l’utilizzo e la costruzione di sofisticati strumenti tecnologici ad alto impatto distruttivo (quali protesi, arti artificiali, carrozzine etc.) ai neofiti terroristi e complici presenti.
Ancor più strano appare, in questo contesto, che sia sfuggito il collegamento e l’attività di “propaganda armata”, fatta dal sottoscritto con la complicità di una radio popolare, Radio Gamma 5, in cui una sera ebbe luogo un incontro che vide la partecipazione di oltre 150 cittadini e la diretta radio che coinvolse migliaia di ascoltatori sintonizzati, tutti ad ascoltare con attenzione la portavoce di Emergency che ci raccontava quali fossero i legami con i bambini, donne, anziani taliban, afgani, pakistani, anticipando con grande lungimiranza come sia stata possibile, oggi, la liberazione di Daniele Mastrogiacomo, mentre i vari agenti 007 in cappuccio nero (si gli stessi che in 20 sono venuti ad arrestare il sottoscritto in mutande ed il mio cane, questo si terrorizzato) brancolano nel buio degli anfratti afgani.
Porta pazienza Gino, fino a ieri eri un eroe, sino al momento della liberazione di Mastrogiacomo e con la “comprensione”, ci dice il furbone di D’alema, degli americani. Oggi, tu e i tuoi colleghi dovete rispondere dei rapporti e dei contatti che avete con i “Taleban”. Spero non ti chiudano il “covo” visto che sono anche io uno dei sostenitori-finanziatori, in tutti i casi prova a spiegare a questi studiosi della geometria criminale (in che teorema ti hanno inserito a te?) che le tue porte come le mie, sono aperte al mondo e che non chiedi la carta di identità a chi ti domanda aiuto ed ospitalità.
La tristezza è pensare che con i soldi dei contribuenti sprecati solo con l’operazione “Tramonto” (oltre 500 agenti, armi, vigili del fuoco, impiegati, magistrati) e si parla di milioni di euro, quante gambe, quante mani, avremmo rimesso in funzione?
Quante famiglie potevano risollevarsi dalla miseria in cui le nostre bombe le hanno gettate?
Quanti bambini potrebbero ascoltare fiabe di uccelli colorati che volano in cielo e non di “pappagalli verde” militare che dal cielo cadono sulle loro teste?
Con sincero affetto, massima solidarietà e ovviamente … fino alla vittoria! (il giorno in cui i pappagalli torneranno ad essere solo pappagalli). Vostro sostenitore e fratello.
Davide Rotondi.
Conto Corrente dell’Associazione Solidarietà Parenti e Amici degli arrestati il 12 febbraio 2007
intestazione: ASSOCIAZIONE SOLIDARIETA' PARENTI E AMICI
Versamenti postali: c/c 80152077
Bonifici bancari nazionali:
bban-i-07601-12100-000080152077
Bonifici bancari internazionali
iban it-94-i-07601-12100-000080152077
Sappiamo adesso che il compagno Max Toschi, uno dei 14 compagni arrestati il 12 febbraio, è stato trasferito dal carcere di Monza a quello di Alessandria, tristemente noto per i maltrattamenti nei confronti dei prigionieri nella sezione speciale dell'EIV.
Invitiamo tutti a inviare subito telegrammi di solidarietà, da telefono fisso al numero 186.
Massimiliano Toschi
Casa di Reclusione San Michele
Strada Statale 31
15100 Alessandria
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