Roma - Comunicato su liberazione di 12 galline

fonte: comunicato anonimo pubblicato da directaction.info

"All'inizio del mese di luglio 2011 abbiamo deciso di riscattare 12 individui da un allevamento avicolo presente nel Lazio. Il numero ed il momento non sono affatto casuali, abbiamo deciso infatti di riscattarne 12 sia perché capaci di fornire ad un numero tale un luogo adatto dove poter essere accuditi e dove poter vivere in libertà, sia per dedicare questa liberazione ai 12 attivisti inquisiti in Spagna. La manovra repressiva avviata nel paese iberico il 22 giugno 2011 (con perquisizioni a tappeto ed arresti) ed orchestrata attentamente dalle lobbies dello sfruttamento animale, non ha precedenti ed ha mostrato un evidente tentativo di ostacolare gli attivisti che lavorano da anni, con l'intento di sensibilizzare ed informare su ciò che accade agli animali. Per informarsi sul caso e dare un aiuto concreto basta consultare il sito internet: unitedagainstrepression.org

Abbiamo scelto di riscattare questi individui da un allevamento 'a terra', un luogo di segregazione e prigionia dove le galline sono stipate in spazi ristretti, in 7-8 per ogni mq, in capanni oscurati di giorno e con luce sempre accesa di notte. I comportamenti che adottano sono chiaramente non naturali per individui abituati a vivere razzolando sul terreno in spazi non delimitati, mentre le malattie non sono di fatto meno gravi di quelle delle altre tipologie di allevamento avicolo.

Noi siamo entrati ed abbiamo prelevato 12 galline da un capanno adibito alla riproduzione; all'interno esse vengono costrette a vivere insieme ai galli in spazi ancora più angusti. Si tratta di una procedura considerata un 'vanto naturale' da parte di alcuni allevatori. Infatti, piuttosto che riprodurre in maniera artificiale, viene usato questo metodo, lasciando sempre le luci accese nei capanni e forzando gli animali a 'produrre' il più possibile. E' soprattutto per questo motivo che abbiamo trovato galline in angoli bui, raggruppate una sull'altra, alla continua ricerca del difficile riposo da trovare in una situazione del genere.

Scegliere un allevamento 'a terra' piuttosto che uno 'in gabbia', 'all'aperto' o 'biologico', non fa distinzione: non è sul modo in cui si sfrutta un individuo che vogliamo porre l'attenzione, ma sullo sfruttamento in sé.
Che vengano stipate in gabbie o a terra nei capanni, non fa per noi alcuna differenza; in tutti i casi quest'animale non umano viene privato della sua individualità, della dignità, umiliato, trattato come una macchina che serve a produrre uova e infine mandato al macello, quando non più capace di svolgere efficientemente il compito per il quale è stato fatto nascere. Lo specismo è alla base di questo sistema produttivo, è per questo che abbiamo riscattato 12 individui, per restituire loro ciò che l'animale umano gli ha sottratto nel momento in cui ne ha progettato la nascita: la libertà.

Per ogni individuo che è ancora rinchiuso possiamo fare la differenza smettendo di nutrirci delle sue carni, eliminando prodotti di origine animale dalla nostra dieta e dalla nostra vita.
Per ognuno di loro possiamo agire immediatamente, basta scegliere di diventare vegan!

Video su Bite back Magazine (www.directaction.info)


Sab, 29/10/2011 – 16:45
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