Sicurezza: Finmeccanica e intercettazioni

Roma, 12 nov. (Adnkronos) - Via libera al sistema unico delle intercettazioni telefoniche. L'aula del Senato ha approvato al'articolo 23 del ddl che prevede la razionalizzazione del sistema delle intercetttazioni telefoniche e ambientali e, appunto, la realizzazione dal parte del ministero della Giustizia, entro il 31 gennaio 2008, di un sistema unico nazionale, articolato su base distrettuale di corte d'appello.

[ndr. approvati in oltre finanziamenti per nuovi mezzi per le forze dell'ordine]

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Un gestore unico, l’esclusione degli operatori delle telecomunicazioni e servizio concentrato
in 26 superprocure con un accesso riservato soltanto al magistrato competente.

Si chiama Sispi, sistema sicuro per le intercettazioni.
E’ il voluminoso progetto, elaborato
da Finmeccanica e nelle mani del governo,
per gestire il delicatissimo servizio di controllo
delle utenze telefoniche su richiesta delle
Procure della Repubblica. Un servizio che attualmente
, come ha dimostrato anche il recente
scandalo Telecom, fa acqua da tutte le
parti: per la mancanza di privacy, per la continua
fuga di notizie e per l’esplosivo aumento
dei costi. L’ultima bolletta pagata dallo Stato,
nel 2005, è infatti di circa 400 milioni di
euro e i gestori telefonici (oltre la Telecom ci
sono Vodafone, Wind e Fastweb) avanzano
crediti per 200 milioni di euro che il governo
intende chiudere con una transazione.
Che cosa prevede il piano di Finmeccanica,
del quale L’Indipendente ha già parlato sabato
scorso? Attraverso un sofisticato sistema
tecnologico, la società pubblica ha impostato
il suo progetto su tre punti fondamentali.
Primo: un gestore unico del servizio, ovviamente
Finmeccanica («in grado di garantire
efficienza e qualità»). Secondo: l’esclusione
di tutti gli operatori delle telecomunicazioni
dal processo delle intercettazioni. Terzo: il
concentramento del servizio in 26 superprocure,
per evitare la moltiplicazione dei soggetti
responsabili. Da un punto di vista tecnico,
l’accesso al risultato delle intercettazioni
diventerebbe riservato soltanto al magistrato
che lo ha autorizzato. Solo lui, con una speciale
password, potrebbe accedere ai dati. Un
sistema per evitare fughe di notizie relative al
“bersaglio” (così in gergo viene definito
l’utente intercettato) e per garantire piena autonomia,
ma anche piena responsabilità, ai
singoli titolari delle inchieste.
Il progetto di Finmeccanica è all’esame del
ministero della Giustizia dove, nei prossimi
giorni si insedierà una commissione interna
(con alcuni esperti e consulenti esterni) per
elaborare una proposta di totale riorganizzazione
del servizio delle intercettazioni. In
particolare, il ministro Clemente Mastella ha
delegato il sottosegretario Alberto Maritati,
ex procuratore aggiunto della procura nazionale
antimafia, a gestire il dossier fino alla fine
dei lavori della commissione. «I nostri
obiettivi sono la sicurezza del servizio, la tutela
della privacy del cittadino e l’abbattimento
dei costi con un aumento dell’efficienza
» dice Maritati «Non ci sarà più una
pletora di soggetti in campo, e sarà così risolto
anche il nervo scoperto della continua fuga
di notizie. Soltanto il magistrato competente,
con assoluta autonomia, potrà utilizzare
e gestire il materiale delle intercettazioni.
Oggi, invece, ogni volta che apriamo
un’inchiesta per la fuga di notizie, si conclude
con la certificazione di autori ignoti, senza
che sia fatta chiarezza sulle responsabilità
». La commissione dovrebbe concludere i
suoi lavori, e l’esame del progetto Finmeccanica,
entro il mese di novembre, per consentire
al governo di assumere le sue decisioni
con la fine dell’anno. Il punto più delicato, a
parte la scelta del gestore unico (con una
nuova società, la cui maggioranza sarebbe
controllata da Finmeccanica), riguarda il percorso
per selezionarlo. Le società di telecomunicazioni,
escluse dal servizio, stanno affilando
le armi e sono pronte a chiedere l’applicazione
della normativa europea con l’obbligo
di un’asta pubblica. Ma il governo ha
un’arma per evitare tempi lunghi e procedure
burocratiche: la richiesta del decreto di secretazione,
da inviare alla divisione del Mercato
interno della commissione europea. In
pratica, essendo il servizio delle intercettazioni
telefoniche una materia da «sicurezza nazionale
» il governo chiede a Bruxelles l’autorizzazione
a evitare la gara per la scelta del gestore.
E al quel punto una partita da 400 milioni
di euro, ma innanzitutto dalle enormi
ricadute per i cittadini e per l’attività giudiziaria,
sarebbe chiusa.

fonte: 26 ottobre 07 l'indipendente online

Lun, 12/11/2007 – 22:05
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