Solidarietà con i detenuti del carcere di Trento

Riceviamo e diffondiamo un testo volantinato e attacchinato a Trento e Rovereto, oltre che distribuito ai parenti dei detenuti del carcere di Spini di Gardolo all'entrata e all'uscita dei colloqui.


SOLIDARIETÁ CON I DETENUTI DEL CARCERE DI TRENTO

Negli ultimi mesi i detenuti del carcere di Spini di Gardolo (TN) hanno fatto uscire diverse notizie sulle condizioni di vita e i maltrattamenti da parte delle guardie. I loro racconti parlano di: ripetute violenze psicologiche e fisiche dei secondini verso i detenuti (un esempio su tutti: l’umiliazione della “corsetta” che i secondini pretendono dai detenuti che vanno in socialità. Questa cosa capita a molti detenuti. A chi si rifiuta di far la “corsetta”, suscitando le risatine del secondino di turno, si chiude il cancello e si nega la socialità); minacce ai prigionieri più combattivi; trasferimenti punitivi da una sezione all’altra; licenziamento dal lavoro interno (spesso unica, e minima, possibilità di avere qualche soldo) per chi protesta; ripetute perquisizioni nelle celle; provvedimenti disciplinari; minaccia di sottrarre libri e manifesti; ritardi nella distribuzione della posta; un’ora sola alla settimana per andare in biblioteca; impossibilità di acquistare lamette da barba (con conseguente affollamento dal “barbiere”, il che causa scarsa igiene e perdita di molto tempo sottratto all’ora d’aria); perquisizione totale con i piegamenti prima dei colloqui (un detenuto che si è rifiutato di subire quest’umiliazione è stato preso a sberle dalle guardie, in sei contro uno); 30 celle senza tv; detenuti costretti a rimanere in carcere anche se malati di AIDS o epatiti, e il sabato e la domenica non c’è neanche un medico all’interno del carcere.

Scioperi della fame, scioperi del carrello (cioè il rifiuto del vitto fornito dall’amministrazione del carcere), documenti collettivi sottoscritti da un centinaio di detenuti sono alcune delle risposte a questa situazione assieme ad altre proteste che una parte dei prigionieri ha effettuato contro le condizioni di vita che vengono loro imposte, contro i maltrattamenti dei secondini (ad esempio il mancato soccorso dei detenuti che stanno male) che dentro a Spini di Gardolo la fanno sempre più da padroni.

Lo sanno bene anche i parenti dei detenuti che anche solo durante i colloqui hanno un “assaggio” del trattamento umiliante che i loro cari subiscono dentro le mura carcerarie (ad esempio l’ultima trovata dello “spogliarello” durante la perquisizione per entrare ai colloqui).

Se non vogliamo continuare a subire dicendoci “fino a qui tutto più o meno bene”, cominciamo a confrontarci per risolvere alcuni dei problemi più urgenti della vita carceraria, fino ad arrivare ad affrontare la questione che le racchiude tutte, ovvero la libertà per tutti i detenuti.


anarchici e anarchiche
Ven, 28/06/2013 – 20:19
tutti i contenuti del sito sono no-copyright e ne incentiviamo la diffusione