Torino - Per il mercato di via Cottolengo

Segue volantino dell'Assemblea Antirazzista di Torino a difesa dell'autorganizzazione del "mercato di via Cottolengo" e contro la militarizzazione del territorio.

A Torino ci sono tanti mercati rionali, dove la gente della zona fa le compere, cercando di spendere il meno possibile, in questi tempi di salari bassi, lavoro precario, istruzione, salute, trasporti sempre più cari.

Uno di questi mercati è in via Cottolengo: è un mercato domenicale, un mercato autogestito, un mercato dove vendono e comprano e si incontrano gli abitanti della popolosa zona di Porta Palazzo.

Da lungo tempo media, partiti xenofobi e comitati "spontanei" ne invocano la chiusura. Dicono che il mercato è abusivo, incontrollabile.

A due passi dalla più grande piazza commerciale della città, dove lavoro nero e sfruttamento bestiale non provocano interpellanze né proteste, il pericolo pubblico numero uno è rappresentato da qualche decina di banchi senza licenza. Il fatto veramente intollerabile per i razzisti è che il mercato è gestito e vissuto soprattutto dai tanti immigrati che abitano in zona.

Domenica 12 ottobre gli abituali frequentatori del mercato hanno avuto la brutta sorpresa di non trovare più in via Cottolengo le bancarelle di cibo, abiti, casalinghi. Al loro posto una scena di guerra: duecento uomini armati chiudevano la via impedendo l'accesso.

Torino sembrava tornata agli anni dell'occupazione nazista. I razzisti plaudono, i politici di ogni colore si compiacciono.

Noi pensiamo però che siano tanti i torinesi, quelli nati qui e quelli nati altrove, che non vogliono una città in guerra, che non vogliono che venga chiuso uno spazio che serve al quartiere. Chi è fuori posto sono le truppe di occupazione, chi è fuori posto sono quelli che vogliono la guerra tra poveri.

Il mercato di via Cottolengo è di noi tutti. E tutti possiamo fare qualcosa perché ci sia restituito. Vediamoci lì ogni domenica per mantenerlo aperto.

Dom, 19/10/2008 – 03:35
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